Mangiano cibo avariato a Fiumicino, morti due calabresi. Un terzo in gravi condizioni
redazione | Il 23, Mar 2013
I sanitari del 118 nell’abitazione hanno trovato due uomini di 50 e 57 anni senza vita; il figlio di uno dei due è stato portato all’ospedale di Bracciano. I tre, di origini calabresi, avrebbero mangiato cibo conservato artigianalmente – ULTIMI AGGIORNAMENTI
Mangiano cibo avariato a Fiumicino, morti due calabresi. Un terzo in gravi condizioni
I sanitari del 118 nell’abitazione hanno trovato due uomini di 50 e 57 anni senza vita; il figlio di uno dei due è stato portato all’ospedale di Bracciano. I tre, di origini calabresi, avrebbero mangiato cibo conservato artigianalmente
Due persone sono morte e una terza si trova in gravi condizioni dopo aver mangiato cibo avariato. E avvenuto a Fiumicino, in provincia di Roma, in località Torrimpietra. Ma i protagonisti della vicenda sono tutti di origini calabresi. I vicini di casa hanno trovato morti due uomini di 50 e 57 anni; il figlio ventitreenne del più anziano dei due è stato portato all’ospedale di Bracciano dagli stessi vicini. I tre, avrebbero mangiato cibo conservato artigianalmente, probabilmente sotto olio o sotto aceto. Secondo le prime ipotesi del medico legale si sarebbe trattato di prodotti andati a male e si affaccia quindi l’ipotesi del botulino.
Le indagini sono affidate ai carabinieri della compagnia di Civitavecchia e del Nucleo investigativo di Ostia. La casa in cui è avvenuta la tragedia, situata in aperta campagna, è abitata da una famiglia di calabresi. Secondo quanto raccontato ai carabinieri intervenuti sul posto in seguito ad una segnalazione al 112, stamattina alcuni vicini – insospettiti dal fatto di non averli visti uscire – hanno bussato alla porta di casa chiamando i tre ad alta voce. Rimasti senza risposta, sono riusciti ad entrare facendo la macabra scoperta: è stato il loro intervento, con la successiva corsa in ospedale, a salvare il 23enne, trovato privo di sensi ma ancora in vita.
CIBO AVARIATO O GAS? – I tre, avrebbero mangiato cibo conservato artigianalmente, probabilmente sotto olio o sotto aceto. Secondo le prime ipotesi del medico legale si sarebbe trattato di prodotti andati a male e si affaccia quindi l’ipotesi del botulino, anche se dal policlinico Gemelli arriva una prima smentita: non esiste alcun elemento che faccia sospettare una tossinfezione da botulino. I tre avevano cenato insieme: carne, in parte anche cruda, insalata e delle conserve artigianali.
Le indagini sono però ancora allo stato embrionale, tanto che si prende in considerazione anche l’ipotesi secondo cui potrebbe non essere di origine alimentare ma ambientale a causa l’intossicazione. L’ipotesi alternativa riguarda il monossido di carbonio, legato a una fuga di gas.
L’ALLARME DEI VICINI – Le indagini sono affidate ai carabinieri della compagnia di Civitavecchia e del Nucleo investigativo di Ostia. La casa in cui è avvenuta la tragedia, situata in aperta campagna, è abitata da una famiglia di calabresi. Secondo quanto raccontato ai carabinieri intervenuti sul posto in seguito ad una segnalazione al 112, stamattina alcuni vicini – insospettiti dal fatto di non averli visti uscire – hanno bussato alla porta di casa chiamando i tre ad alta voce. Rimasti senza risposta, sono riusciti ad entrare facendo la macabra scoperta: è stato il loro intervento, con la successiva corsa in ospedale, a salvare il 23enne, trovato privo di sensi ma ancora in vita.
LA TELEFONATA AL 118 – Secondo quanto si è appreso, però, ci sarebbe stata anche la possibilità di salvare le altre vittime. Domenico Paladino, che era un medico, ai primi segni di malore, avrebbe chiamato il 118 sollecitando i soccorsi. Il personale a bordo dell’ambulanza arrivata sul posto, in zona Tragliatella, non avrebbe però trovato da dove era partita la richiesta di soccorso perché il nominativo fornito nella telefonata non risultava sui citofoni della strada.