Marcinelle, la miniera, il minatore d’oro
redazione | Il 12, Lug 2012
Giovanni Verduci: “Ho appreso con gioia e commozione la notizia che l’ex miniera di carbone di Bois du Cazier, nei pressi di Marcinelle in Belgio, è stata riconosciuta dall’Unesco quale patrimonio mondiale dell’umanità. Il sito, dove persero la vita 262 minatori, 136 dei quali italiani, è un luogo che, ancora oggi, fa immediatamente pensare alle difficoltà di un lavoro, quello in miniera, che ha condizionato l’intera comunità di Motta San Giovanni”
Marcinelle, la miniera, il minatore d’oro
Giovanni Verduci: “Ho appreso con gioia e commozione la notizia che l’ex miniera di carbone di Bois du Cazier, nei pressi di Marcinelle in Belgio, è stata riconosciuta dall’Unesco quale patrimonio mondiale dell’umanità. Il sito, dove persero la vita 262 minatori, 136 dei quali italiani, è un luogo che, ancora oggi, fa immediatamente pensare alle difficoltà di un lavoro, quello in miniera, che ha condizionato l’intera comunità di Motta San Giovanni”
Ho appreso con gioia e commozione la notizia che l’ex miniera di carbone di Bois du Cazier, nei pressi di Marcinelle in Belgio, è stata riconosciuta dall’Unesco quale patrimonio mondiale dell’umanità.
Il sito, dove persero la vita 262 minatori, 136 dei quali italiani, è un luogo che, ancora oggi, fa immediatamente pensare alle difficoltà di un lavoro, quello in miniera, che ha condizionato l’intera comunità di Motta San Giovanni.
Tanti, infatti, sono stati i minatori di Motta, Lazzaro e Valanidi che hanno lottato per il riscatto sociale delle proprie famiglie. Ovviamente molti sono stati i benefici di questo loro sacrificio, in termini economici e occupazionali per le generazioni successive ma mai, in nessun caso, sono state neanche in minima parte ripagate le sofferenze, la solitudine, le umiliazioni patite.
Oggi, l’aver voluto riconoscere a un luogo come quello di Marcinella lo status di patrimonio dell’umanità, deve servire da ulteriore monito perché tragedie come quella non si ripetano più anche se, purtroppo, sono ancora attuali.
Motta San Giovanni ha pagato a caro prezzo il suo riscatto.
L’intera comunità considera i minatori eroi, è stato sempre così e lo sarà per molto tempo ancora. Nelle vie, nelle piazze, nei monumenti, nei siti più importanti, nelle tradizioni popolari, nel folklore, nelle associazioni e nei vari appuntamenti che scandiscono la vita del paese sono ben impressi i tratti del minatore.
L’edizione 2012 de “Il Minatore d’Oro”, il premio istituito nel 2003 per ricordare i quasi cinquecento minatori mottesi morti per aver contratto la silicosi nelle miniere di tutto il mondo, stando a quanto riportato da un quotidiano locale, sembrerebbe non più in programma per la mancata disponibilità economica da parte del Comune.
In questo particolare momento di crisi economica, mentre si parla di tagli dei trasferimenti statali e regionali, mentre si riducono i servizi più elementari, mentre i più giovani non trovano lavoro e i più anziani vedono messi in discussioni diritti acquisiti, c’è da chiedersi se questo Premio, la sua organizzazione e tutto ciò che comporta, abbia ancora senso.
A questo interrogativo, io, senza alcuna esitazione, rispondo SI !
Ritengo che “Il Minatore d’Oro”, infatti, sia lo specchio della comunità mottese, un momento d’incontro, confronto e riflessione. Un modo d’essere e di sentire che non può essere sacrificato. Un luogo e un tempo che non possono correre il rischio di cadere nell’oblio.
Sono convinto che il “Minatore d’Oro”, indipendentemente dagli amministratori del tempo, dalle commissioni che si sono succedute e dai partecipanti alle varie edizioni, rappresenti un’emozione che non può essere sacrificata.
Il mio auspicio, ovviamente, è che le indiscrezioni di stampa non trovino conferma, che la manifestazione si tenga regolarmente con lo stesso successo degli anni precedenti.
Se così non fosse, comprendendo la scelta sicuramente sofferta dell’Amministrazione comunale, sono pronto, nella veste che ricopro presso l’Amministrazione provinciale, a sostenere ogni iniziativa di concerto con chi ha a cuore questo evento.
Penso a una forma di partenariato tra enti e associazione che, magari facendo slittare la cerimonia di consegna al prossimo autunno, possa consentire di predisporre tutto il necessario per rilanciare il nostro “Minatore d’Oro”.
redazione@approdonews.it