Marco Bellocchio: il cinema oltre se stesso
redazione | Il 17, Mag 2013
E’ l’incontro-spettacolo che si terrà mercoledì 22, all’Università della Calabria
Marco Bellocchio: il cinema oltre se stesso
E’ l’incontro-spettacolo che si terrà mercoledì 22, all’Università della Calabria
PROGRAMMA
– h. 16.00 University Club
DIALOGO CON MARCO BELLOCCHIO
Saluti e presentazione
Raffaele Perrelli (Direttore Dipartimento Studi Umanistici)
Introduzione
Roberto De Gaetano (Direttore Scuola Dottorale Internazionale di Studi Umanistici)
Intervengono
Felice Cimatti, Daniele Dottorini, Bruno Roberti
– h. 21.00 Teatro Auditorium Unical
“ORESTE” da Euripide
di Marco Bellocchio
regia di Filippo Gili
drammaturgia Marco Bellocchio e Filippo Gili
con Pier Giorgio Bellocchio, Vanessa Scalera, Katia Gargano
costumi Daria Calvelli
SINOSSI
Marco Bellocchio fa i conti con l’Oreste di Euripide: il mito antico della tragedia euripidea si confronta e si (con)fonde con il mito moderno de “I pugni in tasca”.
Lo spettacolo nasce da uno studio presentato la scorsa estate al Festival del Teatro Antico di Veleia, da un’idea di Marco Bellocchio.Protagonista nel doppio e difficilissimo ruolo di Oreste/Ale è Pier Giorgio Bellocchio, già apprezzato interprete nella versione teatrale de “I pugni in tasca” dello scorso anno e nel recente “A porte chiuse” di Jean Paul Sartre, regia e traduzione di Filippo Gili.
Argo 1200 avanti cristo e una piccola città di provincia ai nostri giorni. Due matricidi dialogano a distanza di 2500 anni. Oreste e Elettra in attesa di giudizio, sono affamati, stanchi… Dalle mura della città esce la madre, Clitennestra, già uccisa dai due figli, ma sotto le sue vesti si nasconde la madre di Ale. Oreste e Ale sono inizio e fine dello stesso Mito. L’attacco paranoide del fratello di Elettra è puntuale come gli insulti epilettici che Ale, il fratello di Giulia subisce dopo ogni assassinio. Nel Mito antico Oreste trova la salvezza grazie agli dei, al perdono di Pallade; nel Mito tutto moderno de I pugni in tasca, invece, non ci sono dei a salvare Ale. Marco Bellocchio colloca il suo antieroe, sconfitto dalla storia e dal suo individualismo adolescenziale, in una classicità che non ha tempo.