Maria SS. della Colomba
redazione | Il 06, Lug 2012
Al via i festeggiamenti a San Martino di Taurianova
di DOMENICO CARUSO
Maria SS. della Colomba
Al via i festeggiamenti a San Martino di Taurianova
di Domenico Caruso
La Chiesa parrocchiale di S. Martino di Taurianova (Reggio Calabria), situata nella piazza principale del paese che ha come protettore l’omonimo “Santo Vescovo di Tours”, è intitolata a “Maria SS. della Colomba”.
Già nell’antico Centro della “Piana di S. Martino”, distrutto dal catastrofico sisma del 1783, sorgeva un convento consacrato a “Santa Maria della Palomba” – di pertinenza dei Conventuali di S. Francesco e soppresso nel 1653.
Un altro importante cenobio di “Santa Maria della Palomba” che ebbe più lunga durata risultava a Messignadi, non lontano da noi.
La suggestiva immagine della Madonna, il cui viso richiama la pregevole effigie marmorea cinquecentesca del “Gagini” situata nel medesimo tempio sammartinese, reca in braccio Gesù Bambino con in mano una candida colomba.
I festeggiamenti, che si concludono in estate, permettono la partecipazione di tanti nostri emigranti.
La “colomba” dovrebbe simboleggiare l’Arca dell’Alleanza, in analogia con l’Arca di Noè. Non dimentichiamo che la Santa Vergine è la Regina della Pace.
Come si può rilevare nella volta antistante l’altare della Chiesa di S. Martino, la “colomba” rappresenta lo Spirito Santo.
Nel giorno del battesimo di Gesù si legge infatti: «E mentre stava in preghiera, il cielo si aprì e lo Spirito Santo discese su di Lui, in forma corporea, come colomba» (Luca III, 21-22).
Molto significativo è l’inno alla Madre Divina:
“Stella del mar lucente,
salve, o Colomba, stanza del Dio vivente;
Vergine innocente,
rugiada delle grazie del Signor”.
Ed ancora:
“Candida per natura,
del Creator prima e più dolce cura;
Immacolata e pura
mansueta Colomba senza fiel”.
In un’altra lode si afferma:
“Madre della Colomba di San Martino amata,
risuona nel tuo tempio l’eco degli inni alati.
Nel nome Tuo dolcissimo
l’umano sdegno tace,
Regina della pace
Regina dell’amor”.
Il mondo oggi ha urgente bisogno di pace. Senza questo dono celeste, ogni altra cosa è vana.
Ben lo sapeva il Sommo Poeta che si è servito della delicata sensibilità femminile di Francesca da Rimini per esprimere il suo profondo desiderio:
«Se fosse amico il re dell’universo,
noi pregheremmo lui della tua pace,
poi ch’hai pietà del nostro mal perverso» (Inf. V, 91-93).
La pace nasce però dalla giustizia. Non si tratta di concetti astratti, entrambi i valori sono insiti nel cuore di ogni individuo. Tutti siamo chiamati a vivere nella giustizia e ad operare per la pace.
Lo ha ribadito il 28 luglio 2002 il Beato Giovanni Paolo II, nell’esortare i numerosi giovani convenuti a Toronto: «Quello che voi erediterete è un mondo che ha un disperato bisogno di un rinnovato senso di fratellanza e di solidarietà umana. È un mondo che necessita di essere toccato e guarito dalla bellezza e dalla ricchezza dell’amore di Dio. “Il mondo odierno ha bisogno di testimoni di quell’amore”. Ha bisogno che voi siate il sale della terra e la luce del mondo. Il mondo ha bisogno di voi, il mondo ha bisogno di sale, voi come “sale della Terra e luce del mondo”».
La devozione di Papa Wojtyla per la Madonna era espressa dal motto: «Totus Tuus ego sum, Maria, et omnia mea tua sunt!».
La bellezza e l’armonia che il Creatore ha impresse al mondo non sono in fondo
che un’espressione della Sua libertà e del Suo immenso amore.
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