Marittimi Sul sostengono sciopero Porto Gioia Tauro I lavoratori devono ritornare a credere nel futuro
E’ ormai da anni che sotto gli occhi di tutti il porto di Gioia Tauro si sta spegnendo giorno dopo giorno come una candela. Esattamente, come un malato che, a intermittenza, alterna giorni di salute a periodi di intensa malattia. Addirittura, al netto di proclami e degli annunci di parte, sembra che il porto di Gioia Tauro viva alla giornata. Cassa integrazione ad oltranza, traffici dirottati, perdite di linee di navigazione, numero di container ormai ridotti ai minimi storici, esuberi, licenziamenti e altro ancora, sembrano essere in discordanza con quanto qualche “imbonitore” racconta sul porto di Gioia Tauro. Parole e promesse vuote che nascondono reali inefficienze e inettitudini di un’intera classe amministrativa, uno stato di abbandono totale. Si sa che l’uomo non vive di sole promesse, di parole, di piccoli favori, di stratagemmi, di compromessi. La società, il popolo ha bisogno di programmi, di cose tangibili, di futuro. Sembrerebbe invece che, nello scalo calabrese sinora abbia un futuro assicurato soltanto chi detiene, in regime di monopolio assoluto, il vero potere e la vera supremazia. Tutto il resto, grazie a una politica poco lungimirante, imprudente e inefficace ha portato a quello che sembra essere un declino esonerabile di un porto di preminente interesse mondiale. Strategie politiche, commerciali oppure semplici ottusità? Un’assenza così marcata di opinionisti, di politici, di sigle sindacali, nasconde forse qualcos’altro oppure la situazione e l’onestà intellettuale, politica e amministrativa calabrese ha davvero raggiunto livelli preoccupanti ? In verità, vi è da ricordare che il monopolio produce queste ed altre anomalie. Buona parte dei “benpensanti” calabresi, iniziando dalla politica e passando anche dai garanti del lavoro, sembrano quasi essere assoggettati, loro malgrado, ai programmi, ai voleri e agli umori degli amministratori portuali e dei loro clienti. Sembra che non importi a nessuno se si hanno o meno programmi e progetti futuri sull’evoluzione dello scalo; l’importante è racimolare, ogni giorno, qualche briciola elemosinata dal cliente portuale di turno. Il SUL, vero protagonista di questi ultimi eventi sindacali nell’ambito dello scalo calabrese e attento garante delle esigenze dei lavoratori, del loro livello occupazionale e anche delle necessità del Terminalista, cerca di affievolire con determinazione e abnegazione, quello stato di torpore generale, di sfiducia e di diffidenza politica e sindacale a cui sono stati condotti i lavoratori e l’opinione pubblica calabrese, da sempre “guidati” da abili strategie di distrazione di massa. La proclamazione di 24 ore di sciopero per un futuro migliore, finalizzato anche a una denuncia generale di crisi “pilotata”, in attesa di atti amministrativi concreti, di promesse che si traducano in realtà e in ricchezza per tutti, apparirebbe proprio come un ultimo atto sindacale utile a scuotere le coscienze di un’intera popolazione regionale. Un’agitazione sindacale non solo per il bene del lavoratore e delle proprie famiglie, ma per assicurare ai cittadini di una buona parte della Calabria quella ricchezza non solo economica, quella libertà, quell’indipendenza e quella emancipazione che solo il lavoro può assicurare. Per questi motivi, il Coordinamento Marittimi SUL, uniti alla profonda consapevolezza e condivisione che la protesta sociale possa in qualche modo “accelerare” quelle procedure necessarie atte a snellire i fiumi di parole a beneficio delle azioni concrete, si unisce solidalmente alle disapprovazioni e alle vicissitudini dei lavoratori del porto di Gioia Tauro .