Marò, Italia richiama ambasciatore in India
redazione | Il 18, Mag 2012
Consultazioni con il governo dopo capi di imputazione a carico dei due militari. La famiglia Latorre: ‘Governo faccia presto’
Marò, Italia richiama ambasciatore in India
Consultazioni con il governo dopo capi di imputazione a carico dei due militari. La famiglia Latorre: ‘Governo faccia presto’
(ANSA) ROMA – L’ambasciatore italiano a New Delhi è stato richiamato a Roma per consultazioni riguardo alla vicenda dei maro’. Lo rende noto la Farnesina.
Una nota del ministero degli Esteri riferisce che “alla luce degli sviluppi della situazione in Kerala e dei capi di imputazione a carico dei due militari italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, l’Ambasciatore a New Delhi Giacomo Sanfelice è stato richiamato a Roma per consultazioni con il Governo”.
FAMIGLIA LATORRE,APPELLO A GOVERNO, FATE PRESTO – “Quello che è successo oggi è niente di più e niente di meno di quello che ci aspettavamo. Sapevamo che allo scadere della carcerazione preventiva dovevano arrivare i capi di imputazione, ma quello che chiediamo al governo è di cominciare a battere i pugni sul tavolo”. Così Christian D’Addario, nipote del marò Massimiliano Latorre parla a nome della famiglia del militare facendo trasparire tutta l’insofferenza per una situazione fatta solo di continui rinvii. “Oggi sono 90 giorni che i nostri marò sono in carcere e anche se sono militari, abituati dunque ad affrontare situazioni difficili,comincia ad essere duro non vedere una via d’uscita”, dice D’Addario. “Massimiliano e Salvatore vivono ogni giorno aspettando il momento di poter telefonare alle loro famiglie, di sentire che siamo con loro. E anche se il Governo e le autorità finora non hanno mai fatto mancare il loro sostegno – prosegue il nipote di Latorre – è ora di fare qualcosa di concreto per questi ragazzi che si sono ritrovati loro malgrado stritolati in un meccanismo di equilibri politici e diplomatici fatto di tattiche e di continui rinvii”. “Noi ci appelliamo al governo perché alle parole seguano i fatti, perché a Massimiliano e Salvatore che non sono criminali, ma militari e cittadini di questo Paese, sia restituito il loro status e la loro dignità insieme alla possibilità di veder tutelati i loro diritti”.