Marziale preoccupato del fenomeno del cyberbullismo "Le istituzioni non possono continuare a subire lo strapotere della rete"
“Basta con i minorenni che offendono e picchiano coetanei, anziani o disabili, per poi pubblicare tutto in Rete e raccogliere milioni di like, episodi purtroppo diffusi in tutto il mondo”. E’ quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, che si dice “francamente stanco della mancanza di autorevolezza da parte di un mondo adulto che assiste inerte, fino a diventare complice, di un degrado quantitativamente in crescita esponenziale”.
“Non c’è giorno in cui la cronaca non riporti atti di violenza inaudita – continua il Garante – destinati a risolversi in quel “nulla” che finisce per incoraggiare la tendenza delinquenziale, da troppi ancora definita impropriamente “bullismo” o “cyber bullismo”. Questa è violenza allo stato puro e i rimedi, volendo, ci sono, partendo dall’individuazione di madri e padri da multare pesantemente per mancato esercizio della responsabilità genitoriale, all’inflizione di lavori socialmente utili alla collettività ben visibili e per un periodo medio – lungo, fino alla bocciatura a scuola, perché si può eccellere in qualsiasi materia, ma se si è delinquenti va riconosciuta l’immaturità ad essere promossi”.
Per Marziale: “Le istituzioni non possono continuare a subire lo strapotere della Rete, servono regole certe e limiti, almeno sul piano della tutela della dignità umana. Per questo sarebbe auspicabile che lo Stato infliggesse sanzioni a quanti permettono la pubblicazione di atti violenti sui propri server e anche a quanti cliccano “mi piace”, che non sono certo incolumi da responsabilità”.