Mass media e carta stampata, la protesta di Mimmo Gattuso: “Ci ignorano perché ci temono”
redazione | Il 21, Mag 2014
Il professore universitario è candidato al parlamento europeo per la lista “L’altra europa con Tsipras”
Mass media e carta stampata, la protesta di Mimmo Gattuso: “Ci ignorano perché ci temono”
Il professore universitario è candidato al parlamento europeo per la lista “L’altra europa con Tsipras”
Stamattina, a Reggio Calabria, alle ore
Scarsa, scarsissima informazione. In alcuni casi minima. Spesso scorretta, incompleta, parziale e fuorviante. Se non addirittura (per molti versi) “ingannevole”.
Su quasi tutte le reti televisive e radiofoniche e da parte di quasi tutte le testate giornalistiche: purtroppo la scandalosa realtà è questa.
Silenzio, censura, esclusione, emarginazione, ostracismo. Questa non è autentica democrazia, questa non è libera informazione democratica e pluralista. Le stesse reti e le stesse testate del servizio pubblico deludono e colpiscono negativamente.
In questo modo non si rispettano i diritti dei cittadini e si calpesta
Un
Molteplici esempi a testimonianza:
– A Bologna la sera del 19 Maggio una folla straordinaria acclama A.Tsipras, il leader del movimento L’Altra Europa; la notizia non appare sulle TV pubbliche o private nazionali e neppure sui giornali a maggiore diffusione;
– In 1 mese di campagna elettorale, RAI3 Calabria non dedica neppure 1 minuto ai candidati calabresi della nostra lista;
– AGCOM rileva la disparità di trattamento delle TV a favore del Presidente del Consiglio, e in particolare l’inadeguata presenza riservata alle liste con minore rappresentanza parlamentare, ma dimentica completamente le liste nuove come la nostra;
– La visibilità è assicurata in maniera quasi totalitaria a PD, Forza Italia, Nuovo Centro Destra e Movimento a 5 Stelle, con preponderanza assoluta per polemiche sterili e di stampo nazionale, con modestissima attenzione al contesto europeo.
Da qualche mese, al seguito della cavalcata sul nulla di Renzi, il coro delle ovazioni si è fatto assordante; lo spazio che gli riservano giornali e TV è totalitario (come documenta l’osservatorio sulle TV di Pavia); i toni sono perentori; il servilismo degli adulatori dilagante. Non c’è più un regime fascista a imporre questo allineamento; sono piuttosto questi allineamenti a creare le solide premesse di un «moderno» autoritarismo. «Moderno» perché è quello auspicato dall’alta finanza, che ormai controlla la politica e le nostre vite; come emerge anche da un documento spesso citato della Banca J.P.Morgan che si scaglia contro le costituzioni antifasciste e democratiche che ostacolerebbero il proficuo svolgimento degli «affari». È l’autoritarismo perseguito dalle «riforme» costituzionali ed elettorali di Renzi, tese a cancellare con premio e soglie di sbarramento ogni possibilità di controbilanciare i poteri dei partiti — o del partito — al potere.
Una riprova non marginale di questo clima è il modo in cui stampa e media seguono la campagna elettorale europea, confinandola interamente in un confronto Renzi-Grillo (con Berlusconi ormai ai margini) privo di contenuti programmatici e tutto incentrato sulle diverse forme di «carisma» che i due leader esibiscono.
In questo contesto il silenzio è calato sulla lista L’altra Europa con Tsipras, l’unica che si presenta con un programma per cambiare radicalmente l’Europa. Stampa e TV hanno seguito e ingigantito le difficoltà incontrate nel corso della sua formazione, per poi calare una cortina di silenzio totale sui suoi successi. La venuta di Tsipras a Palermo, con un teatro pieno, non ha meritato nemmeno una riga. Nemmeno la consegna delle 220.000 firme raccolte per consentire la partecipazione alle elezioni, ha avuto la minima menzione. L’apertura della campagna elettorale al teatro Gobetti di Torino con la partecipazione di G.Zagrebelsky, G.Viale e M.Revelli, e altre centinaia di sostenitori è anch’essa scomparsa nel nulla.
Il baratro in cui è precipitato il giornalismo italiano si vede dal fatto che molti non riescono nemmeno a capire che si possa volere un’Europa diversa da quella che c’è; che è quella di Renzi, come lo era di Letta, di Monti e anche di Berlusconi e Tremonti quando erano al governo. Eppure non è mancato agli stessi giornali e telegiornali lo spazio per occuparsi del congresso del “nuovo” partito comunista fondato da Rizzo, della presentazione della lista elettorale Stamina, della riammissione dei Verdi alla competizione elettorale anche senza aver raccolto le firme.
Il tutto viene completato con la presentazione di sondaggi divulgati dalle TV di regime che danno la lista sotto il 4%; non vengono resi noti i veri sondaggi che danno la lista al 6,5%. Obiettivo è far passare il voto alla nostra lista come un voto perso. Probabilmente si teme la nostra avanzata come unica vera forza di alternativa al regime delle larghe intese.
I media appaiono complici anche attraverso la gestione di talk show che, di fatto, costituiscono ulteriori forme di manipolazione e divulgazione artefatta dell’informazione. Numerosi sono gli ospiti fissi, per lo più politici del PD e di FI, comunque appartenenti alla sfera delle larghe intese, ma anche giornalisti schierati e al servizio del potere dominante, politico-finanziario.
A scala calabrese, colpisce l’appiattimento della RAI regionale sulle forze politiche maggiori; il TG3 è riconosciuto come megafono di Scopelliti e dei suoi amici di cordata, raccogliendo peraltro più recentemente, apprezzamenti interessati per la “qualità di servizio pubblico” dal segretario del PD regionale.
Per fortuna non tutti i giornalisti sono asserviti; va dato atto a numerose piccole emittenti televisive e radiofoniche locali un atteggiamento più aperto e democratico; sono tanti i giornalisti non pagati, sfruttati, volontari della penna, che cominciano a ribellarsi ad un sistema che tenta di chiudere la bocca alla democrazia partecipata. Noi ci rivolgiamo ad essi perché con essi vogliamo contribuire a costruire una Europa di democrazia reale che guardi ai bisogni della collettività e non ai poteri forti e all’interesse di pochi signori avidi.
Noi vogliamo ridare speranza alla comunità e per questo rivendichiamo il giusto spazio sui media, giornali e TV, perché anche in questo campo si garantisca l’equità nella erogazione del servizio pubblico a vantaggio della democrazia.