Cannata (Pd): “La commissione d’accesso decreta la fine di una classe politica che ha governato la nostra città negli ultimi anni”
redazione | Il 17, Set 2012
“Il partito Democratico non auspica lo scioglimento del consiglio comunale, ricordiamo solo con amarezza la storia di Taurianova: scioglimenti, gestioni commissariali straordinarie, che evidenziano come il tessuto istituzionale e politico che ha governato la città nell’ultimo decennio, a parte l’esperienza Argirolfi, non sono stati in grado di esercitare il normale e autonomo esercizio democratico di protezione delle istituzioni dalle ingerenze di interessi illegittimi, nella gestione e nel governo della cosa pubblica”
Cannata (Pd): “La commissione d’accesso decreta la fine di una classe politica che ha governato la nostra città negli ultimi anni”
“Il partito Democratico non auspica lo scioglimento del consiglio comunale, ricordiamo solo con amarezza la storia di Taurianova: scioglimenti, gestioni commissariali straordinarie, che evidenziano come il tessuto istituzionale e politico che ha governato la città nell’ultimo decennio, a parte l’esperienza Argirolfi, non sono stati in grado di esercitare il normale e autonomo esercizio democratico di protezione delle istituzioni dalle ingerenze di interessi illegittimi, nella gestione e nel governo della cosa pubblica”
Riceviamo e pubblichiamo:
Cari democratici, gentili ospiti.
Ho scelto di presentare al congresso una relazione scritta, perché ritengo sia un buon metodo, rispecchia le nostre storiche tradizioni culturali che rappresentiamo nel partito democratico; nello stesso tempo nutro grande rispetto e considerazione per l’assemblea congressuale, che si dovrà esprimere sulla base del merito politico, e il contributo di tutti. La relazione, se sarà condivisa e approvata, impegnerà il circolo pd di Taurianova nel proseguimento dell’attività politica.
Prima di entrare nel merito dei lavori congressuali indicando percorso e progetto per i prossimi anni, ringrazio i gentili ospiti presenti: i partiti politici, le associazioni, le rappresentanze sociali di categoria. Il partito democratico, auspica che il dibattito politico cittadino migliori rispetto al passato, per contribuire alla crescita di Taurianova che ne ha tanto bisogno.
Nel campo del centro-sinistra, i motivi e le ragioni politiche nascono dall’esigenza di cambiare rotta, consolidare e rafforzare i rapporti politici attraverso l’unità che non sempre è scontata, lavorare per realizzare intenti programmatici condivisi. Con la compagine del centro destra, bisogna costruire un clima politico diverso dal passato, nel rispetto delle proprie identità, tentando di tessere il filo di una ricostruzione della politica nella città, evitando che siano i gruppi di potere, pseudo partiti, ancora peggio le forze oscure a rendere ricattabile la politica. Con il mondo delle associazioni e le rappresentanze sociali, dobbiamo avere l’umiltà di ascoltarli e collaborare nel rispetto reciproco dei ruoli che ciascuno di noi esercitiamo.
La premessa politica ai lavori congressuali, ha subito una variazione in corso d’opera; d’altronde i recenti sviluppi dell’insediamento della commissione d’accesso nel palazzo comunale, merita una valutazione delle forze politiche.
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La prima reazione a caldo è stata rabbia e sconcerto. Una sofferenza insopportabile continuare ad assistere all’affossamento della democrazia e della libertà, principi che dovrebbero rappresentare per i cittadini valori costituzionali inviolabili, e per le Istituzioni pubbliche limiti invalicabili nel rispetto della Costituzione.
Il provvedimento della Prefettura di Reggio Calabria, di insediare la commissione d’accesso nel palazzo comunale della nostra città, ci preoccupa come partito politico e disorienta i cittadini. Lo riteniamo un atto forte, dirompente nel corpo sociale della nostra città, guai a noi sottovalutarlo, oppure ridurlo all’inopportuna fuga di notizie che ha fatto il giro del paese nei giorni precedenti la notifica ufficiale, guardiamo al merito, alle conseguenze che può comportare. E’ grave, dal punto di vista amministrativo per le ricadute che potrà determinare; è grave, per la politica che non ha voluto riformarsi; è grave, per la comunità di Taurianova che continua a subire danni incalcolabili in termini di democrazia, libertà e immagine esterna; è grave, perché si potrebbero ipotizzare responsabilità nei confronti di chi aveva il compito di garantire trasparenza e legalità nella gestione della cosa pubblica, ripudio della mafia in ogni sua forma, come si legge all’ingresso del municipio con la scritta: Qui la ndrangheta non entra. L’ennesimo insediamento della commissione d’accesso non deve rallegrare nessuno, ma interrogare tutti. Ci chiediamo cosa sia potuto succedere in sedici mesi di attività amministrativa per attivare i poteri della commissione d’accesso; vorremmo capire se le verifiche riguardano quel periodo breve, oppure, sotto esame ci sia anche la precedente campagna elettorale; quanto hanno inciso il susseguirsi di attentati e intimidazioni verificatosi nella nostra città? Abbiamo bisogno di verità e certezze. Il ruolo della commissione d’accesso, come prevede la Legge, si muoverà dentro lo schema di eventuali collegamenti diretti/o indiretti degli amministratori con la criminalità organizzata, condizionamento, inquinamento dell’ente pubblico da pregiudicare la normale attività amministrativa, vivibilità ambientale, e sociale.
La politica in questo momento non può sostituirsi alla commissione d’accesso, emettere sentenze, sottovalutare/o gioire per il provvedimento adottato dalla Prefettura. Compete alle forze politiche interrogarsi sull’assetto democratico della città ancora una volta messo sotto tiro; continua implacabile il disfacimento
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Istituzionale a distanza di soli sedici mesi dall’insediamento della giunta Romeo.
Se la prefettura di Reggio Calabria ha ritenuto necessario inviare la commissione d’accesso a garanzia delle Istituzioni pubbliche, potrebbe anche significare che dietro la porta bussa nuovamente lo scioglimento del consiglio comunale. In questi casi, tranne qualche eccezione, i dati del Ministero dell’Interno sono spietati sugli effetti a seguire l’invio della commissione d’accesso. L”invio della commissione d’accesso è un atto forte, invasivo nel corpo sociale di una città, proprio per questo, non si potrebbero giustificare eventuali sottovalutazioni, insufficienze nelle indagini quando in gioco è la credibilità delle istituzioni democratiche di un paese. Il partito Democratico non auspica lo scioglimento del consiglio comunale, ricordiamo solo con amarezza la storia di Taurianova: scioglimenti, gestioni commissariali straordinarie, che evidenziano come il tessuto istituzionale e politico che ha governato la città nell’ultimo decennio, a parte l’esperienza Argirolfi, non sono stati in grado di esercitare il normale e autonomo esercizio democratico di protezione delle istituzioni dalle ingerenze di interessi illegittimi, nella gestione e nel governo della cosa pubblica.
Non è più tollerabile assistere al susseguirsi di provvedimenti che sospendono la democrazia, l’agibilità democratica per tutelare i bisogni della collettività, sparare nel mucchio delle responsabilità. La sospensione della democrazia rappresentativa è un colpo al cuore per tutti. E’ altrettanto vero che il partito democratico dal Gennaio 2011 ha lanciato diversi S.O.S. sul rischio di un nuovo crollo del sistema democratico e istituzionale, e lo sbriciolarsi della tenuta democratica.
Il manifesto “C’è chi dice NO” è stato un grido d’allarme, un segnale inequivocabile sulla tenuta democratica e il rischio di precipitare nuovamente nel baratro. Il coraggio di aver assunto una posizione politica forte, ci ha attirato solo critiche pretestuose sulla scelta di non presentare la lista alle elezioni amministrative, come se, ripartire dall’etica della politica, dalla legalità per arginare gli interessi delle consorterie mafiose, dalle persone perbene, fosse un esercizio retorico, e non la dura realtà di una crisi morale del sistema, e la necessità di porne rimedio attraverso il tentativo di costruire un progetto di transizione politica, di reale rottura con il passato, se volevamo davvero aiutare Taurianova a uscire dall’emergenza civile e democratica. Il progetto è stato bloccato perché non abbiamo avuto le risposte che ci aspettavamo, per l’indisponibilità della cosiddetta società civile a mettere la
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propria faccia al servizio della città, un’assurda cupa rassegnazione, sfiducia nel cambiamento. La stessa stampa locale l’ha sottovalutato, facendo solo emergere i profili ideologici, dai contenuti che esso proponeva per la città. Invece ci siamo trovati nuovamente di fronte ai soliti appetiti familistici, alleanze tenute insieme da spartizioni di cariche, ambizioni personali e cambiali da pagare. Lo stesso grido d’allarme, il partito democratico lo espresse con riferimento ai vili attentati, furti, saccheggi nelle abitazioni, centinaia di macchine bruciate, violenze e attentati a privati cittadini e artigiani. La micro e macro criminalità indisturbata, ha messo sotto pressione la civile Taurianova, azioni violente, devastanti, che mettono tuttora in apprensione la popolazione. Di fronte a fatti inquietanti che sono rimasti impuniti, abbiamo sollevato il rischio sfiducia tra la gente, i cittadini impauriti e insicuri chiedono maggiore tutela e sicurezza da parte delle forze dell’ordine. Lo abbiamo denunciato con forza, e pur apprezzando il sacrificio e la professionalità delle forze dell’ordine, le difficoltà in cui operano nel compiere il loro dovere, è auspicabile chiarezza, solerzia investigativa per consegnare alla giustizia I criminali che hanno messo a soqquadro la città. A oggi, niente di tutto questo è accaduto, non vogliamo minimamente pensare che si sciolgono i consigli comunali, la democrazia di un paese è sospesa anche per effetto di questi fatti, e rimangono impuniti e liberi di circolare gli autori della distruzione della città. Rivolgendoci al Sindaco Romeo, lo abbiamo invitato a uscire dall’accerchiamento silenzioso, chiedendo di fornire all’attività investigativa eventuali fatti, o sospetti di sua conoscenza che avrebbero potuto condizionare la vita della città e dell’amministrazione comunale. La risposta è stata deludente, frutto di sottovalutazioni e leggerezze che denotano responsabilità politiche pesanti. Non era mai successo che, a fronte di una Taurianova trasformata in guerriglia urbana, l’Istituzione non chiamasse i propri cittadini alla mobilitazione attraverso un dibattito pubblico a suo tempo richiesto da tutte le forze politiche. Per queste ragioni, Invitiamo quanti hanno perso la memoria, a rileggere ciò che abbiamo detto con chiarezza e coraggio, servirebbe a capire che allora avevamo ragione, e a comprendere meglio quello che sta succedendo oggi.
Auspichiamo che la commissione d’accesso faccia presto le verifiche dovute, chiediamo verità, giustizia sociale e trasparenza. La cittadinanza ha il diritto di sapere; è stata la sola a pagare un duro prezzo di democrazia. Il rispetto delle regole
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democratiche, di cittadinanza, vivibilità ambientale, e Istituzionale di una comunità non si tutela solo con lo scioglimento, se non s’individuano, e perseguono penalmente le responsabilità individuali e collettive. Purtroppo su questo fronte la cittadinanza è delusa.
All’Amministrazione Romeo, chiediamo un esame di coscienza politica e civica, non può bastare la serenità dichiarata, non chiediamo dimissioni, diciamo solo di riflettere. Se nella sua coscienza di primo cittadino, si appalesasse un solo piccolo dubbio di un atto, comportamento diretto/indiretto, tale da aver favorito volontariamente/o per debolezza l’impermeabilità del palazzo comunale dalle forze criminali, se questo dubbio esiste, ne tragga le conseguenze per il bene della città e collabori con gli inquirenti, diversamente continui ad amministrare.
Il congresso nella cultura progressista e cattolica è un momento importante di Democrazia partecipata. Un Partito che non si incammina nel percorso democratico, rischia di franare in un abisso senza regole; la stessa democrazia rappresentativa ne risente, causando un corto circuito tra identità e rappresentanza.
Purtroppo è quello che si è verificato in Calabria dopo le elezioni regionali! La sospensione della democrazia interna. Non voglio qui ricordare il periodo buio del PD calabrese, ma soffermarmi sulle ragioni profonde della fase congressuale appena iniziata, e ragionare sull’insostituibile ruolo del territorio quale motore ideale, organizzativo del nuovo PD. Il punto di snodo politico e organizzativo per avviare un processo nuovo, sta tutto nel rendere i circoli de PD luoghi di partecipazione ed elaborazione di idee. Il merito della nostra elaborazione è strettamente legato alla capacità di rendere esigibile alla gente, ciò che proponiamo nell’agire politico quotidiano. La strada è obbligata per cogliere il segno dei tempi che sono più complessi rispetto il passato; la via maestra da intraprendere è quella di costruire un ponte con i cittadini, solo così possiamo auspicare la crescita della nostra rappresentanza e rappresentatività.
Uno degli obiettivi è la costruzione di una nuova e radicata rappresentanza, si tratta di un percorso ambizioso, lungo ma necessario, e si potrà realizzare solo se siamo capaci di interpretare ciò che ruota intorno alla società, stare dentro i problemi, consapevoli del fatto di trovarci di fronte ad un mutamento della struttura sociale. Non vi è dubbio che il disagio sociale sia in fermento, la crisi economica in
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atto ha modificato il modello sociale, il mercato del lavoro espelle giornalmente lavoratori per crisi, le aziende chiudono i cancelli per mancanza di commesse e liquidità, la cassa integrazione è la sola fonte di reddito minimo per i lavoratori espulsi dal ciclo produttivo. Un malessere che rischia di aumentare la sfiducia nelle rappresentanze politiche, a favore di pericolosi populismi che aggravano il momento difficile in cui viviamo. La politica è al bivio da un passaggio storico delicato. Le strutture dei partiti non possono perpetuarsi in antichi vizi, così facendo generano antipolitica e scollamento generazionale con le nuove realtà sociali, i quali continuano a pagare un prezzo alto e un arretramento preoccupante nella sfera dei diritti, a cominciare dalla questione lavoro. Io penso, che siamo entrati anche per effetto della crisi globale, in un rimescolamento della nostra rappresentanza. Il progetto politico dei progressisti democratici per essere una speranza per il futuro, va aggiornato alle nuove forme di disagio generazionale che sono entrate nello scenario collettivo. Il modello organizzativo del partito va rimodulato, e dopo la disfatta della destra populista, e il fallimento dell’economia di mercato senza regole, che ha alimentato povertà e disuguaglianze, abbiamo la necessità di aggiornare il profilo ideale del partito perché siamo passati dal proletariato al precariato, oggi non soffre più la classe lavoratrice, ma con essa la classe media.
La politica vera, non può prescindere da una lettura critica di ciò che si è determinato se vuole cambiare se stessa, e non precipitare in derive populiste, per farlo deve ricostruire politiche e struttura sociale. Il territorio dove il disagio è forte sui temi del lavoro, welfare locale, legalità e rafforzamento del senso civico, è lo specchio del PD per ripartire. Per queste ragioni è ineludibile edificare una nuova proposta politica-organizzativa di rilancio, con il coraggio di andare oltre i mestieranti della politica.
Per queste ragioni, il PD in Calabria non può più sottrarsi alla sfida per rappresentare un futuro ideale possibile; idee e militanza hanno bisogno di un progetto che parti dal basso, e il ruolo dei circoli in questa fase è fondamentale. Non è più il tempo della sola sovrastruttura di partito, e l’assenza della struttura di base; il territorio è il polmone del partito. Questa è la cornice in cui ci troviamo a operare per scommettere nel futuro del PD.
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Il Circolo Walter Schepis di Tauriano con tutti i limiti, gli errori, la discontinuità, è un partito vivo, una realtà politica nello scenario cittadino. La sezione ha dovuto sopportare momenti difficili, che sono stati superati con spirito unitario del coordinamento, che ringrazio pubblicamente per la pazienza e la resistenza di aver creduto nel partito. Anche per noi, oggi finisce una fase, e inizia una legittima aspirazione di crescita con l’obiettivo dichiarato di candidarci alla guida della città. La guida della città non è uno slogan; è un impegno di lavoro che inizierà da domani mattina, nella consapevolezza che bisogna cambiare rotta iniziando da noi stessi, interrogandoci rigidamente su come meglio attrezzare il partito dal versante politico e organizzativo, sapendo che la militanza politica nel partito democratico è fatica quotidiana, di conseguenza un pezzettino della nostra vita famigliare la dobbiamo dedicare alla causa del partito. Dico questo, perché l’esperienza ci insegna che la maturazione politica si costruisce nella militanza, nel dibattito e confronto interno.
Ci vogliamo assumere pubblicamente la responsabilità, il futuro della città ci appartiene, e i cittadini chiedono anche a Noi il rilancio della città. La comunità di Taurianova è preoccupata, insicura, e vive il dramma della sopravvivenza quotidiana per la situazione di insostenibilità economica che si è abbattuta su di loro a causa della crisi. A Taurianova crescono a dismisura le aree di povertà, la cinghia economica è sempre più stretta, e le risorse non sono sufficienti per l’acquisto di generi alimentari, e l’acquisto dei libri scolastici. Il momento è delicato, un cambio di rotta di chi governa/o governerà il Comune è inevitabile, pur comprendendo che le casse comunali sono vuote, e la stretta sui trasferimenti alle autonomie locali da parte del governo ha ridotto sensibilmente le risorse pubbliche. E’ vero, si impone un’oculata gestione del bilancio per garantire i servizi essenziali alla cittadinanza, ma nello stesso tempo l’azione amministrativa non può abdicare alla prospettiva di rilancio economico, sociale e culturale della città, e affrontare concretamente tre-quattro questioni portanti dell’economia cittadina.
Ci siamo permessi di sollevare più volte urgenti scelte politiche a favore delle famiglie, e delle fasce deboli attraverso meccanismi virtuosi di razionalizzazione delle spese e dei contributi a pioggia, sarebbe interessante e trasparente conoscere se sono stati elargiti contributi che potevano essere destinati a un fondo di solidarietà di scopo. E’ proprio necessario appesantire le casse comunali con la modifica dello statuto per la nomina del quinto assessore? Noi crediamo di no.
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Non è nelle nostre caratteristiche porre questioni strumentali, evidenziamo solo il fatto che un’amministrazione comunale si giudica sia nel merito dei problemi da affrontare, che nel metodo delle scelte, alcune politicamente inopportune che destano sconcerto tra i cittadini, e non aiutano l’affidabilità della politica anzi, sembrerebbe che alcune scelte nascono da ragioni non certo nobile. La missione politica di un’amministrazione popolare votata dai cittadini, ha il compito di analizzare dal punto di vista socio-economico la realtà, le ricadute sociali e produttive, e programmare nel breve e lungo periodo gli interventi attraverso scelte prioritarie, coraggiose per il bene comune. La misura di abbassare l’addizionale ICI, presumiamo sia stata popolare, il condizionale è d’obbligo perché non conosciamo i dati e le ricadute economiche a vantaggio dei cittadini; le entrate per classificazione dell’immobile, prima e seconda casa, per uso abitativo, commerciale, e professionale, le entrate che rimangono al territorio. Una scelta giusta, un segnale efficace potrebbe essere la momentanea revoca della delibera della commissione straordinaria, che stabilisce il pagamento del servizio scuolabus per gli alunni delle scuole elementari e medie, sarebbe apprezzata dalle famiglie come un atto di considerazione al disagio economico.
Piccoli segnali che vanno accompagnati da scelte radicali e durature, come nel caso della gestione dei rifiuti e la raccolta differenziata iniziata da qualche mese a macchia di leopardo. Pur apprezzando che la lampadina del progetto città pulita si è accesa a intermittenza, non possiamo sottacere nell’evidenziare che è iniziata male, perché si è ostinatamente scelto di non percorrere la fase preparatoria, coinvolgendo i cittadini, le associazioni, il mondo del volontariato. Le scommesse culturali e di civiltà, si vincono se si educano i propri cittadini al senso civico, ai vantaggi igienico-sanitari, economici di avere una città pulita. Infatti, differenziare i rifiuti significa generare ricadute positive nel lungo periodo, sotto forma di compensazione e riduzione dei tributi. Non aver voluto fare questo passaggio indispensabile con i cittadini, è stato un errore gravissimo, che denota una certa ritrosia di costruire un ponte con la cittadinanza.
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E’ mancato un ponte con la cittadinanza sulla questione dell’Ospedale, in particolare sulla sua conversione nella casa della salute, la sottrazione di importanti servizi essenziali dal versante sociale ed economico, è mancata la coesione sociale e politica, e la guida indispensabile dell’Amministrazione Comunale che ha volutamente rinchiudersi in un labirinto senza uscite, restia a qualsiasi ipotesi di discussione pubblica. Io penso che sul tema della sanità possiamo ripristinare un minimo di orgoglio cittadino. Chi governa la città, non può prescindere dal costruire un rapporto sinergico di confronto permanente con le realtà sociali, produttive, e il mondo dell’associazionismo, realtà che sono potenzialmente una ricchezza, un valore aggiunto per il paese, non solo perché caratterizzano l’immagine di un efficace modello di città aperta, ma potrebbero rappresentare un piccolo volano di sviluppo territoriale. Il partito democratico aprirà un serio dibattito cittadino sul tema delle politiche attive per l’economia locale; ipotizziamo in tal senso in via sperimentale la costituzione di uno sportello informativo di indirizzo e ricerca delle opportunità, ragioniamo insieme con le forze produttive, ascoltiamoli cosa propongono per migliorare l’economia locale, rendendo loro strumenti, supporti tecnici alle procedure istruttorie delle pratiche che molto spesso sono tortuose e senza fine.
Mi domando:
Il piano strutturale comunale è decisivo quale strumento di pianificazione urbanistica generale?
Credo proprio di si!
È decisivo per tracciare le scelte strategiche di assetto e sviluppo, e per tutelare l’integrità fisica, ambientale e culturale. Sarebbe utile conoscere i motivi dei ritardi, su questo punto abbiamo più volte denunciato una preoccupazione sul pericolo d’ingerenze e interessi illegittimi, che si potrebbero annidare nella redazione di questo importante strumento. Bisogna accelerare i tempi perché tanti sono i punti di debolezza del territorio comunale: il dissesto idrogeologico, il centro storico abbandonato, le attività artigianali non valorizzate, quelle agricole senza servizi, e ancor di più le speculazioni urbanistiche che potranno esserci nel momento in cui si avvierà il processo di pianificazione.
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Il Partito democratico sarà vigile, rigido nella denuncia per assicurare un efficace ed efficiente sistema di programmazione e pianificazione territoriale, la semplificazione dei procedimenti amministrativi, la trasparenza dei processi decisionali a cominciare dalla partecipazione dei cittadini, delle forze produttive e sociali alla formazione delle scelte che incidono sulla qualità dello sviluppo, e sull’uso delle risorse ambientali. La partecipazione democratica è il punto cardine del processo, di conseguenza è utile creare veri e propri laboratori di partecipazione per la discussione dello sviluppo locale. Secondo noi, le linee guida di questo processo da avviare nel nostro territorio, devono seguire le direttrici dello sviluppo sostenibile, integrità fisica e culturale, qualità della vita, sviluppo produttivo. Gli interventi del piano strutturale hanno un senso, se sono inquadrati in una logica di Città aperta, funzionale all’intero territorio con interventi infrastrutturali per modelli produttivi a vocazione locale, ampliando gli spazi di convivenza sociale e ambientale, rafforzando le strutture sportive multidisciplinari, interventi che proiettano la città nel futuro. Non vi è dubbio che il modello Città aperta si misura nella partecipazione.
I momenti cruciali di programmazione sociale, il bilancio comunale, le iniziative culturali misurano il grado di coesione sociale della nostra città; la cultura, la legalità, la sicurezza, lo sviluppo del territorio sono temi che dovrebbero unire, e non dividere, fanno crescere il senso civico e diminuiscono il degrado verso un solo interesse, la comunità di Taurianova.
Il degrado si combatte con la rinascita culturale e civica della città, sono aspetti che rientrano tra gli investimenti delle infrastrutture immateriali di crescita sociale, sono ineludibile per rafforzare una società libera che guarda al futuro. Su questo terreno “chi non ha colpe scagli la prima pietra”. La storia recente della nostra città presenta un dato preoccupante di arretramento culturale e morale perseguito dal Berlusconismo, che ha determinato una catastrofe incalcolabile nelle nuove generazioni non solo nel restringimento degli spazi culturali e formativi, ma soprattutto è prevalsa l’idea di una società-spettacolo, artatamente costruita senza valori. Sono state smantellate le radici e la memoria socio-culturale della città: personaggi illustri della cultura, della Chiesa, della medicina, delle professioni. La storia e le tradizioni sono state rimosse da un’involuzione culturale, che pesa come un macigno nella crescita culturale e civica della nostra Taurianova.
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Il recupero sociale e culturale passa attraverso un impegno e un coinvolgimento forte delle associazioni presenti nella nostra città, incoraggiandoli e non contrastandoli. E’ necessario costruire un’idea di comunità, pari opportunità nello sviluppo territoriale, elevare il senso di cittadinanza e non utilizzare i territori per soli fini elettorali. Io credo, che la comunità di Taurianova viva con distacco e rassegnazione tutto ciò che ruota intorno alla politica e alle Istituzioni. Mi permetto pero di evidenziare, e non si può far finta di non sapere, che il disastro economico, sociale, culturale, ambientale, è opera del populismo, l’autoreferenzialità del gruppo dirigente della compagine del centro destra che ha amministrato Taurianova nell’ultimo decennio. Lo sfascio istituzionale non è frutto esclusivamente delle elezioni del maggio scorso, la fotografia implacabile delle difficoltà di bilancio sono figlie dello sperpero e cattiva gestione della destra populista, il fallimento, l’inerzia delle amministrazioni Romeo che continua a non reggere la scommessa del Governo della Città.
Nessuno di noi, può prevedere quale sarà lo scenario dell’assetto istituzionale della città tra qualche mese; Tuttavia il nostro percorso non subirà modifiche alla strada che vogliamo percorrere. Il Partito democratico di Taurianova sarà impegnato a confrontarsi, condividere, e costruire una nuova idea programmatica per il futuro della città con lo spirito di una missione responsabile. In questo lungo processo non rincorreremo nessuno, o farci condizionare dalle vecchie alchimie politiche, da inutili strategie che lasciano il tempo che trovano. Il nostro metodo è il confronto aperto, e la rigorosa pazienza di arrivare a definire un alto profilo programmatico, ideale e sociale per Governare la città, ripartendo dall’etica politica, dalla trasparenza e legalità, valori che come dimostrano i fatti, rappresentano ancora oggi le prerogative essenziali per Taurianova. Concetti che nella traduzione lessicale significano: non ci faremo condizionare dalle forze criminali, dagli affarismi familistici, da gruppi di potere che interpretano solo interessi illegittimi.
Per essere sufficientemente chiaro: non proponiamo nessun progetto di salute pubblica, ogni fase politica è diversa dall’esperienza passata, quello che vogliamo caratterizzare è un alto profilo politico aperto al contributo delle persone che vogliono sacrificarsi per la città, consapevoli del fatto che deve essere la politica con la P maiuscola a mostrare la propria faccia e assumersi la responsabilità.
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