Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MARTEDì 26 NOVEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Pedà: “il ministro Delrio ritiri le concessioni a Mct” Duro attacco del sindaco di Gioia Tauro: Medcenter deve andare via. "Nazionalizzare il porto"

Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

di Domenico Latino

GIOIA TAURO – Durissimo attacco del sindaco Giuseppe Pedà al terminalista che da anni gestisce in regime di monopolio le attività di transhipment di uno degli scali più importanti del Mediterraneo: lo stallo dei volumi e degli investimenti che sembra ridimensionare inesorabilmente la struttura è ormai sotto gli occhi di tutti e la misura va colmandosi, lo aveva già anticipato nei giorni scorsi, ma una simile presa di posizione, così diretta e radicale, è destinata a fare molto rumore.

Parafrasando una celebre reclame degli anni ’90, potremmo riassumere dicendo: “no container, no porto”. Allo stesso modo, il primo cittadino invita MCT ad accomodarsi gentilmente all’uscio lasciando spazio a nuovi e più interessanti operatori. Anzi, fa di più: ribadisce la richiesta già rivolta al ministro Delrio affinché revochi la concessione governativa all’azienda e avvii contestualmente le procedure volte alla temporanea “nazionalizzazione” di un’infrastruttura dalle potenzialità enormi sollecitando il presidente della Regione, Oliverio a sostenere la proposta di allontanamento coatto.

L’ex presidente di Ferrovie della Calabria esorta inoltre i vertici della casa madre Contship a rendere pubbliche in maniera precisa e puntuale le motivazioni che hanno portato ad azzerare repentinamente la governance della controllata lasciando intravedere scenari poco tranquillizzanti.

“La società civile non ha diritto di sapere cosa è accaduto di tale importanza da comportare una decisione così estrema? – si domanda Pedà, aggiungendo: “non è più possibile mettere tutto sotto il tappeto nascondendosi dietro lo slogan della “libertà di decisione” in capo ad un’azienda privata.

Come tale ha si il diritto di determinarsi ma il privato deve imparare a conciliare il suo legittimo desiderio di profitto con l’interesse generale perché la concessione è pubblica e può essere sempre ritirata. Il futuro della Calabria passa da Gioia Tauro, una questione troppo seria per essere gestita nelle segrete stanze: MCT impari a confrontarsi in modo limpido con i legittimi rappresentanti della città che la ospita, se pensa di poter continuare a rapportarsi con l’animo del colonizzatore non ha capito nulla”.

La fascia tricolore gioiese è un fiume in piena e non disdegna di riservare qualche stoccata anche ai sindacati che, nei giorni addietro, avevano riacceso in modo unitario la spia d’allarme per il porto, ricordando la loro sostanziale indifferenza alle analoghe istanze avanzate tempo addietro dall’assessore delegato, Francesco Toscano: “allora rimasero silenti – sottolinea – forse colti di sorpresa dalla chiarezza con la quale una nuova Amministrazione, in maniera limpida e forte, trovava finalmente il coraggio di affrontare i nodi veri.

Oggi, dopo aver amaramente constatato il reiterato menefreghismo di MCT, sorda rispetto al destino di centinaia di lavoratori e rispettive famiglie, hanno aggiustato il tiro. Denunciano la mancanza di un piano di sviluppo strategico chiedendo aiuto alla Regione, apparsa finora più sensibile alle richieste dei “padroni” che non a quelle dei lavoratori.

Magari questa volta avranno più fortuna”. Pedà chiede quindi la convocazione immediata del comitato portuale per discutere in profondità delle tante criticità evidenziate: “in ogni caso, – precisa – il tema del mancato utilizzo della banchina non può essere più eluso. Il gestore lamentava l’impossibilità di investire in mancanza di una fiscalità di vantaggio. Ora che sono stati previsti i provvedimenti su accise e tasse di ancoraggio, quale nuovo alibi troveranno?

Si è detto chiaramente che non sono previsti investimenti perché non aumenta il numero complessivo dei traffici (numero tra l’altro influenzato proprio dalle politiche di società che, come Contship, vantano una posizione di predominio sul piano globale, potendo di fatto discrezionalmente scegliere quali realtà privilegiare e quali invece penalizzare).

Di fronte ad una posizione tanto irresponsabile quanto netta cosa vuole fare la politica? Proseguire con il solito balletto infarcito di frasi fatte e facile retorica? Rimaniamo persuasi del fatto che un vero rilancio del porto sarà possibile solo all’indomani dell’uscita di scena di MCT che eccelle solo nella capacità di aumentare i cassintegrati. Non è funzionale agli interessi del territorio – conclude – e, quindi, farebbe bene a prendere il largo liberando le potenzialità di uno scalo ora tenuto in ostaggio”.