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Meglio top model L'editorialista Emanuele Pecheux discute le ultime uscite televisive della showgirl Francesca Barra

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Lo scorso 2 luglio il critico televisivo del Corsera Aldo Grasso, nella sua rubrica su CorriereTv Tele-visioni, aveva sottolineato, giudicando negativamente programma e conduzione, come la trasmissione “In Onda”, diffusa ogni sera su La7, subito dopo il Tg di Mentana, avrebbe dovuto chiamarsi “Gianluigi Paragone Show” in ragione del debordante, invasivo e provocatorio atteggiamento adottato nel corso di tutte le puntate, come d’abitudine, dall’ex direttore del quotidiano La Padania e conduttore del talk show.

Grasso si domandava pure quale fossero il senso e l’utilità della presenza in studio della co-conduttrice Francesca Barra (foto), una carneade di cui non si ricordano imprese professionali memorabili, costretta a fare da spalla (quasi) silente alle frequenti intemerate (talvolta anche volgari) imbastite ad arte dall’amichetto di Matteo Salvini.
La giovane, deve essersi risentita molto della critica, perché nei venti giorni successivi ha cercato di risalire la china, sbagliando tuttavia clamorosamente tempi e modi e dando ragione non solo a Grasso ma anche a quanti (pare non siano pochi) che, data la sua indubbia avvenenza e fotogenia, ritengono che farebbe meglio a dedicarsi ad altra professione, magari la top model, dove non è obbligatorio l’uso della parola.
Barra aveva, in verità, già tentato di segnalare la sua impalpabile presenza nei giorni precedenti, ottenendo il solo bel risultato di fare imbufalire Vittorio Feltri (è pur vero che con costui ci vuole poco: è sufficiente contraddirlo), interrompendolo mentre stava tenendo una concione in collegamento da Milano.
Ieri sera 23 luglio, Barra si è ripetuta, dando sulla voce, con un’osservazione inappropriata e provocatoria, al presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta facendolo letteralmente “sclerare”.
Lo si può capire: il poveretto ha già i suoi bei problemi a coniugare i congiuntivi e i condizionali e a pronunciare correttamente la consonante D (“quanto” invece di “quando”) al punto che avanti di questo passo, nella sua prossima vita, rischia di fare concorrenza al bravissimo attore Angelo Russo che nella fiction Montalbano veste i panni dell’agente Catarella.
Aver interrotto Crocetta in siffatto modo ha significato averlo voluto esporre al pubblico ludibrio catodico, impedendogli di articolare un’ autodifesa almeno credibile, oltre che comprensibile.
Può darsi che, visto il successo di quella che è divenuta l’ ennesima gag di Crocetta, assurto ormai a protagonista delle esilaranti clip che girano in rete, Barra abbia pensato di guadagnarsi anche lei il suo quarto d’ora di popolarità, uscendo dal cono d’ombra in cui l’ha relegata Paragone, ma francamente di codesto modo di concepire i programmi, che dovrebbero offrire informazione allo spettatore, specie su argomenti tanto delicati e complessi, non se ne può veramente più.
Barra, e con lei, altri conduttori più celebri, sono anche scorretti specialmente con gli ospiti esterni e collegati con lo studio. A nessuno sfugge c’è una scansione temporale tra chi parla in studio e chi è collegato, il quale riceve l’audio in cuffia dopo non meno di 2″ ed è dunque forte l’impressione che si adotti la tecnica dell’interruzione per evitare che l’ospite collegato riesca ad articolare concetti e proposizioni in modo comprensibile per lo spettatore.
Tecnica che riesce perfettamente con personalità particolarmente emotive come Crocetta, peraltro già provato da una vicenda terribile, che vanno letteralmente in bambola.
Non è questo il modo di offrire informazione al pubblico. Non è né professionale né utile.
Le telerisse hanno stancato un sempre maggiore numero di spettatori che, per informarsi e formarsi un’opinione, ricorrono ormai alle emittenti televisive all news, dove i dibattiti, anche se aspri, restano nel perimetro del civile confronto, oppure sul web.
C’è da dubitare che, viste le loro performances, Paragone e Barra possano trovare spazio a Rainews24 o Skytg24.
Anzi forse entrambi, terminata a fine luglio la non memorabile conduzione di In Onda, potrebbero prendersi un lungo periodo di riposo sabbatico.
L’editore de La7 Urbano Cairo, prima di destinarli a qualche nuovo programma, potrebbe rifletterci anche in considerazione del fatto che non risulta che i due siano campioni di audience.

Emanuele Pecheux