Meic, preoccupazione per la scuola
redazione | Il 11, Nov 2010
“Paese senza futuro se non si valorizza l’istituzione che forma i cittadini”
Meic, preoccupazione per la scuola
“Paese senza futuro se non si valorizza l’istituzione che forma i cittadini”
Il M.E.I.C. (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale), da sempre attento in generale alla qualità della vita democratica, e in particolare alla crescita civile e sociale dellindividuo in un percorso dinterazione tra vangelo e cultura, dopo unattenta analisi dei problemi che la scuola italiana sta vivendo, in seguito alle politiche di tagli alla spesa pubblica di settore da parte del Governo e riconoscendo il ruolo strategico che la scuola svolge per le nuove generazioni, quale luogo essenziale per la formazione culturale, professionale e sociale, attraverso il Gruppo Locale Luigi Marafioti presente nella Diocesi di Oppido-Palmi esprime profondo disagio e preoccupazione. Considerato che la scuola pubblica italiana, da molto tempo, soffre di particolari e gravi criticità e fra le tante, per brevità indichiamo: la messa a norma dei circa quarantaduemila edifici e degli arredi, in molti casi per la vetustà non in linea con gli standard europei sul decoro, la sicurezza, la tecnologia e le norme antisismiche, lo scollamento fra percorso scolastico formativo e mondo del lavoro, la fuga dei cervelli in determinate aree economiche del Paese e ultimamente, come nuova tendenza, di sbocco lavorativo allestero, il numero basso dei cittadini laureati, solo 11,6% tra i maschi fra i 25-64 anni, la metà della media degli stati europei che è del 23,2% ma con punte positive del 29.9% in Gran Bretagna, 28% in Spagna ecc. (Dati Eurostat), un corpo insegnante mal pagato, con età media oltre i cinquantanni e in gran parte frustato per i continui spostamenti di sede e per leccessivo numero di alunni per classe, il 95% della spesa di settore è assorbita solo dagli stipendi del personale senza possibilità di investimenti, la scarsa preparazione degli alunni nelle materie scientifiche. Preso atto di tutto ciò, le scelte del Governo, dettate da esigenze finanziarie di deficit pubblico, di tagliare al bilancio della scuola quasi otto miliardi di euro in quattro anni e 120 mila posti di lavoro tra i soli docenti abilitati e altre migliaia tra il personale tecnico-amministrativo, a cui va la nostra solidarietà, crea di fatto le condizioni per un licenziamento di massa con conseguenze tragiche sul piano sociale e per il ricambio generazionale del corpo insegnante. La decisione inoltre di chiudere scuole con pochi alunni, spesso in zone montane, vedi ad esempio il caso calabrese di Cirella di Platì, ove a trentanove alunni di scuola media è negato il diritto allo studio, salvo percorrere venti chilometri di strada, spesso disagiata, per raggiungere la scuola media più vicina, porta a una penalizzazione per le famiglie e un abbandono di quei territori. E facile intuire quindi che le minore risorse, porteranno a una diminuzione della qualità dellofferta formativa, senza però risolvere le criticità esistenti già elencate. Riteniamo, infine, che un Paese non può avere futuro se non si valorizza e si rispetti listituzione che forma i cittadini in altre parole la scuola.
Gruppo M.E.I.C. Luigi Marafioti