Mense: cibi alla massima qualità, no al massimo ribasso La Coldiretti Calabria mette in discussione gli appalti "non all'altezza". Apertura anche da parte del presidente ANAC Raffaele Cantone
Cibo sano, genuino, con prodotti del territorio. Così dovrebbe essere l’alimentazione proposta dalle mense, non solo scolastiche, al fine di tutelare i consumatori. Da tempo la Coldiretti Calabria è fortemente impegnata su questo fronte, e le cronache in questi giorni ci consegnano, nella nostra Regione, proteste di genitori sulla qualità del cibo nelle mense scolastiche che “non è all’altezza”. “La Calabria, ricorda Pietro Molinaro, è stata la seconda Regione a dotarsi di una Legge Regionale (n. 29/2008) che contempla Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli a chilometri zero, prevedendo specifici compiti anche per i gestori di mense pubbliche. A dare man forte alla qualità del cibo in questi giorni è intervenuto nel corso di un convegno della Coldiretti il Presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone che si è detto si favorevole al risparmio dei costi “ma – ha affermato – contemperarlo con la qualità non sarebbe un errore. Serve a sapere da dove arriva un prodotto”. Un chiaro invito – commenta Molinaro – alla rivisitazione delle gare di appalto nelle mense. “E’ un importante passo avanti il risparmio non deve essere l’unico fine da perseguire – continua – per questo ribadiamo che ad esempio nella ristorazione scolastica occorre puntare a gare dove non sia previsto il massimo ribasso, che comporta sicuramente l’utilizzo di prodotti di scarsa qualità. Meglio optare per le offerte economicamente più vantaggiose”. “Per la fornitura di cibi alle mense in Calabria, grazie ad una forte sensibilizzazione si cominciano a riscontrare occasioni e sensibilità favorevoli al fine di garantire la massima trasparenza e qualità. Per quanto riguarda le gare d’appalto, infine, si è comunque in ritardo l’applicazione degli “appalti verdi”, previsti per le mense di scuole e ospedali gestite dalla pubblica amministrazione. Sono entrati nella normativa nazionale da oltre quattro anni. Questi appalti prevedono solo frutta e verdura di stagione, almeno il 20 per cento di prodotti Igp o Dop, il 15 per cento di carne biologica ed il 20 per cento di pesce proveniente da acquacoltura bio. Un meccanismo di punteggio e premialità che Coldiretti richiede da tempo per offrire prodotti tipici che tengano anche conto di un giusto rapporto qualità-prezzo”.