Migranti, Prefetto Di Bari visita tendopoli San Ferdinando Il Coordinamento Lavoratori Agricoli Usb sottolinea le criticità della situazione
Nella giornata di ieri abbiamo avuto modo di incontrare fortuitamente il Prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, il commissario per l’emergenza migranti nella Piana di Gioia Tauro, Andrea Polichetti, e il dirigente del Commissariato di polizia di Gioia Tauro, Diego Trotta, in visita alla nuova tendopoli di San Ferdinando.
È stata l’occasione per ribadire loro le diverse criticità che già più volte, come lavoratori agricoli USB, abbiamo segnalato alle varie istituzioni e che oggi, con l’irrigidimento delle condizioni climatiche e l’aumento della presenza bracciantile, si sono ulteriormente aggravate.
Il segno tangibile dell’ennesimo fallimento del modello tendopoli lo danno i numeri in maniera impietosa: in un’area dove ormai la popolazione migrante supera abbondantemente le 2 mila unità, nella nuova tendopoli soltanto 280 sono i lavoratori che attualmente vi abitano a fronte dei 500 posti disponibili, e alle tende vuote vengono preferite le baracche di plastica e cartone tornate a riempire il vecchio insediamento, ritenute più calde e accoglienti.
D’altronde ha poco senso accettare di vivere in una struttura del genere se questa non offre servizi, se le tende sono fredde, senza acqua calda e senza stufe, se il wifi non funziona da due mesi, se i fornelli elettrici sono ormai praticamente tutti guasti tanto da costringere tanti degli attuali ospiti a spostarsi nella baraccopoli per poter cucinare. 624 mila euro investiti per non risolvere praticamente nulla, mentre il numero di arrivi per la stagione agrumicola continua a crescere. La concreta alternativa a un modello fallimentare come quello della tendopoli consiste nell’inserimento abitativo diffuso. È questo uno dei principali obiettivi perseguiti da noi lavoratori agricoli USB e per il quale abbiamo richiesto l’avvio di un “Tavolo permanente”, poi istituito dalla Prefettura. Questo Tavolo deve riprendere a incontrarsi al più presto per affrontare questa situazione, il cui perdurare ci costringerà a nuove iniziative e mobilitazioni per rivendicare il diritto a condizioni di vita dignitose.