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Molochio, condannato l’ex assessore Rosario Franco

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Il Tribunale monocratico di Palmi ha affermato la responsabilità penale di Rosario Franco, 54 anni, già assessore comunale di Molochio negli anni 1995 – 2005, per il reato di diffamazione commesso nel mese di ottobre del 2010 attraverso la pubblicazione sul blog, denominato “Molochio
a testa alta”, di uno scritto intitolato “Ecco come sprecano i nostri soldi…
altro che carta igienica”. Secondo l’accusa il contenuto della pubblicazione,
riferendosi a spese incombenti sul Comune di Molochio in conseguenza di pretestuosi
contenziosi processuali, faceva intendere che l’Ente, rappresentato dal sindaco
Beniamino Alessio, aveva conferito incarichi ad uno studio legale di Gioia Tauro
nel cui ambito collaborava un diretto parente del sindaco, identificabile nell’Avv.
Salvatore Strangi, circostanze non rispondenti al vero. La vicenda ha avuto origine
dalla presentazione di circostanziati atti di denuncia querela da parte delle persone
offese nei confronti di Rosario Franco, autore dello scritto ritenuto diffamatorio,
e gestore del blog attraverso il quale era stato diffuso in rete. La difesa del Franco,
rappresentata dall’Avv. Rocco Iorianni, ha sostenuto che le espressioni verbali
utilizzate nel blog non costituivano reato, essendo manifestazione del diritto di
critica.Di contrario avviso le parti civili, rappresentate dagli Avvocati Domenico
Alvaro (per l’avv. Salvatore Strangi), Giuseppe Alvaro (per il Comune di Molochio)
e Giovanni Greco (per il titolare dello studio legale gioiese), i quali hanno invece
evidenziato che lo scritto pubblicato on line era penalmente rilevante sia perché
riportava fatti non veri, sia in quanto consisteva in espressioni verbali ingiustamente
offensive e denigratorie nei confronti delle persone offese e dell’immagine del
Comune di Molochio. All’esito della discussione del processo il Tribunale ha accolto
le richieste formulate dal Pubblico Ministero e sostenute dalle parti civili, condannando
l’imputato alla pena, condizionalmente sospesa, di seicento euro di multa ed al
risarcimento dei danni patrimoniali e morali subiti dalle costituite parti civili,
oltre che al pagamento delle spese processuali.