Monsignor Nunnari ha partecipato stamane ai lavori della Commissione contro la ‘ndrangheta
redazione | Il 25, Set 2012
“Meno conferenze e più coerenza” il suo monito
Monsignor Nunnari ha partecipato stamane ai lavori della Commissione contro la ‘ndrangheta
“Meno conferenze e più coerenza” il suo monito
″Grazie per l’invito, che ho accolto da vescovo ma anche da figlio di questa terra. Sono venuto qui con lo stesso spirito, di riflessione e di confronto, che l’8 settembre scorso, nel giorno che Cosenza festeggia la Madonna del Pilerio, mi ha mosso a scrivere l’appello ‘agli uomini della mafia’″.
Partecipando ai lavori della Commissione consiliare contro la ‘ndrangheta in Calabria presieduta da Salvatore Magarò, Monsignor Salvatore Nunnari – arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano – svela alcuni retroscena della sua “riflessione pastorale” dell’8 agosto che per molti è stata uno schiaffo alle cosche ma anche un salutare pugno nello stomaco agli uomini dei Palazzi ed alla stessa società civile.
Racconta di quella volta che un commerciante amareggiato gli disse “anche voi della Chiesa adesso avete il vostro racket” mostrandogli un blocchetto di raccolta-fondi per la festa patronale di una frazione del Reggino. “In cambio – riferisce il presule – il comitato dei festeggiamenti di cui facevano parte molti esponenti della ‘Ndrangheta avevano preteso cinque milioni di lire: allora la nostra risposta fu la sospensione della festa e la chiusura della chiesa”. “Ecco perché – aggiunge – nel mio appello ho voluto dire basta con la strumentalizzazione della devozione alla Madonna e ai Santi a cui solo cuori purificati e semplici possono accostarsi. Ecco perché ai mafiosi ho ricordato che se Cristo è la vita e la verità, il loro agire li mette dalla parte della morte e della menzogna”.
L’eccezionale “audizione” di monsignor Salvatore Nunnari a Palazzo Campanella registra anche un annuncio senza precedenti: “Già nelle prossime settimane – anticipa l’arcivescovo – mi recherò nelle carceri calabresi, comincerò a Cosenza e poi a Paola e a Reggio, per portare il mio appello ai detenuti.” “Qualcuno mi ha sconsigliato – ammette – ma io voglio dir loro guardandoli negli occhi che sono anche loro uomini e che quindi il male non può essere l’assoluto nella loro vita; voglio esortarli ad aprire il loro cuore al messaggio eterno del Vangelo che è annuncio di liberazione e di salvezza e non ha nulla a che fare con le false devozioni.”
“In Calabria c’è bisogno di ‘segni forti’ – aggiunge, scandendo le parole – meno conferenze sulla legalità e più comportamenti coerenti. Occorre un’autentica rivoluzione culturale, la politica va rinnovata: dalla Regione, dalle Province, dai Comuni, devono arrivare messaggi forti, ‘segni’ credibili”. Nunnari lancia un invito che fa eco al grido del Beato Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi in Sicilia : “Convertitevi ! Un giorno verrà il giudizio di Dio”. E ricorda che il Papa allora rese omaggio ai genitori del giudice Rosario Livatino, il magistrato vittima della mafia per il quale è in corso la causa di beatificazione: “Una figura eccezionale – dice il presule – che ammonì tutti affermando che cristiani non vuol dire essere credenti ma credibili”.
Salvatore Magarò, il presidente della Commissione consiliare contro la ‘ndrangheta che ha invitato l’Arcivescovo in “audizione”, ha ringraziato Nunnari per “le sue parole forti, per il monito vigoroso e la condanna del peccato e del male che s’incarna nelle cosche” ma anche “per l’invito pressante alla conversione, al pentimento”.
Ed alle parole di apprezzamento del Presidente hanno fatto eco gli interventi dei consiglieri Giovanni Nucera (Pdl), Salvatore Pacenza (Pdl), Mario Maiolo (Pd), Alfonso Dattolo (Udc), Pasquale Tripodi (Gruppo Misto), Giuseppe Giordano (Idv) e Bruno Censore (Pd).
“Cristo ci ha invitati non ad essere il miele ma il sale – ha detto tra l’altro, infine, Monsignor Nunnari accomiatandosi – ed il sale, come sapete, serve a ben poco se resta in una ciotola, fosse pure d’argento: serve davvero soltanto quando si scioglie, quando è attivo”.