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TAURIANOVA (RC), VENERDì 13 DICEMBRE 2024

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Monsignor Staglianò intervistato da Calabria on web. Elogio della lentezza

Monsignor Staglianò intervistato da Calabria on web. Elogio della lentezza

| Il 18, Ott 2012

Vescovo di Noto: “Il Meridione da problema può diventare soluzione”

Monsignor Staglianò intervistato da Calabria on web. Elogio della lentezza 

Vescovo di Noto: “Il Meridione da problema può diventare soluzione”

 

 

“Il Meridione d’Italia può contribuire a riscrivere un’altra grammatica della povertà e della ricchezza”. In questa congiuntura assai critica per l’Occidente, monsignor Antonio Staglianò, vescovo di Noto, ma per circa dieci anni prete a “Le Castella” di Isola Capo Rizzuto, teologo di vaglia (è stato consulente per il progetto culturale della Conferenza episcopale italiana) e autore di numerose pubblicazioni, propone un’originale chiave di lettura per cui il Sud, “soprattutto in questa fase”, da problema può addirittura diventare soluzione. Nel suo intervento, pubblicato da “Calabria on web” (www.calabriaonweb.it) il magazine del Consiglio regionale della Calabria, il vescovo siciliano suggerisce di guardare al Sud da una diversa angolatura “convertita rispetto agli schemi intellettuali dominanti”, che consenta di “interrogare il Sud d’Italia sul proprio deposito valoriale, etico-religioso”.

Denso di spunti di riflessione e di argomenti di dibattito, l’articolo sviluppa il tema dell’elogio della lentezza, tratto caratteristico della profondità di pensiero di cui il Sud è custode. Perché – scrive – “la velocità distrae dall’umano, l’accelerazione nevrotizza, rende insensibili, impedisce di accorgersi dei veri problemi della vita, consuma il superficiale, rendendo tutto ingranaggio per continuare la corsa, senza soste, senza freni, sempre in avanti”. Fino alla crisi odierna dai contorni foschi e dai tratti per più versi ineffabili. “La visione della realtà costruita dai processi di modernizzazione – scrive ancora monsignor Staglianò – è quella di un ‘mondo in fuga’ che ridisegna e cambia prepotentemente la vita di ogni giorno e le mentalità delle persone: alla fine però essa realizza, paradossalmente una ‘fuga dal mondo’, un modo di evadere dalla realtà vera, dalla crudezza e dalla serietà dell’impatto con la vita quotidiana, non più capace di nominare le ‘cose dell’umano esistere'”. Rispetto a tutto ciò, invece “Il pensiero meridiano ha un’altra concezione del progresso e dello sviluppo: coglie la velocità come un regresso e un impedimento e orienta a un ‘pensare a piedi’, più idoneo a prestare attenzione, maggiormente disponibile ad accorgersi dell’altro, della natura, della bellezza, sicuramente aperto a riflettere sulle ragioni di tutti, sviluppando dinamiche di ascolto, di reciprocità e di riconoscimento dei valori degli altri”.

Secondo questa prospettiva, dunque, “Il Meridione d’Italia può aiutare l’orientamento della globalizzazione verso realizzazioni adeguate all’essere di ogni uomo, perché appariranno come mete più solidali, più comunitarie, più giuste e più pacificanti”.