Montesquieu e i suoi nemici Riflessione del giurista blogger Giovanni Cardona sulla violazione del principio di separazione dei poteri
Tutti noi uomini che per il diritto e di diritto viviamo, siamo partiti da concetti ben definiti e chiari: la tripartizione di Montesquieu, non riuscirà mai, ritengo, ad uscirci dalla testa, e dal cuore.
Il potere legislativo, il potere esecutivo, il potere giudiziario.
E va anche ricordato che ormai é opinione di tutti che ai Politici e ai Magistrati, non sono dati diritti e poteri, ma soltanto doveri e funzioni.
I diritti sono soltanto dei cittadini.
L’unico punto che aveva ed ha, apparentemente, possibilità di minore schematizzazione, era la possibilità, anzi il dovere, di interpretare la legge.
Naturalmente interpretare per capire la vera ratio della legge, non per altri motivi, con il limite dello ”in claris non fìt interpretatio”.
La teoria della interpretazione evolutiva, che alcuni anni or sono ha turbato i nostri sonni, é fortunatamente superata ed accantonata.
Quindi noi uomini cresciuti con le idee (almeno in questa materia) chiare, stiamo vivendo un’epoca che non può non portarci ad uno stato confusionale, nel senso che stiamo vivendo oggi fuori dalla logica e dalla fondatezza e conseguentemente nel limbo dalla validità empirica.
Montesquieu si rivolterebbe nella tomba.
Mi vedo ripassare davanti agli occhi (come in un film dell’orrore) i titoli dei giornali, su argomenti che molti conoscono e che, quindi, mi limito a sintetizzare: “se il Decreto passa, me ne vado”, ” la proposta di legge è invisa dalla magistratura”, “il Presidente della Repubblica forzando la Costituzione…”, e da ultimo, l’ipotesi, anzi il programma di rivoltare costituzionalmente l’Italia come un calzino.
Ce n’é da far tremare le vene e i polsi anche a uomini di età matura, che, per il lavoro che fanno, ne hanno viste, come si dice, di tutti i colori.
E mentre a noi tremano le vene e i polsi, tutti costoro seguitano a parlare (anzi ad esternare), concedono interviste, partecipano a convegni, sorridono ai flash dei fotografi ed alle telecamere.
La verità é che non c’é assolutamente nulla da ridere.
La verità é che dovremmo risvegliarci, TUTTI, da questo brutto sogno, e ripartire non da zero, ma da prima dell’inizio del brutto sogno.
Ripartire da quando il Legislatore faceva il Legislatore, il Magistrato faceva il Magistrato, e l’uomo di governo governava.
Dovremmo ripartire, appunto da Montesquieu.
I pessimisti riterranno che ciò é impossibile, i cauti ottimisti come me, sono convinti che la cosa sia possibile, sempre che ci si metta la buona volontà necessaria e sempre che ognuno si assuma le sue responsabilità e decida in base ai criteri oggettivi che debbono ispirare le proprie decisioni, e non in base al consenso o alla popolarità che da tali decisioni possano scaturire.
Con questo sistema potremo, forse, risalire la china.
La saggezza popolare ritiene che per risalire, appunto, bisogna essere scesi tanto in basso che più in basso non si può.
Ed è quello che, a mio avviso, è successo.
Giuseppe Mazzini riteneva che: “gli uomini buoni fanno buone le istituzioni cattive e che gli uomini cattivi fanno cattive le istituzioni buone”.