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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 28 GENNAIO 2025

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Morsi: ‘Mia autorità non avrà restrizioni, più legami tra Egitto e Teheran’

Morsi: ‘Mia autorità non avrà restrizioni, più legami tra Egitto e Teheran’

| Il 25, Giu 2012

Obama si congratula con il neo eletto presidente egiziano

Morsi: ‘Mia autorità non avrà restrizioni, più legami tra Egitto e Teheran’

Obama si congratula con il neo eletto presidente egiziano

 

 

(ANSA) TEHERAN – Il neo eletto presidente egiziano Mohamad Morsi, esponente del movimento islamico dei Fratelli musulmani, ha detto in un’intervista all’agenzia iraniana Fars di voler estendere i legami con Teheran per creare un “equilibrio” strategico nella regione.

Nell’appellarsi ad un’estensione dei legami con l’Iran, sintetizza fuori di virgolette all’agenzia iraniana, Morsi ha detto che “Ciò creerà un bilanciamento delle pressioni nella regione e ciò è parte del mio programma”. L’intervista è stata concessa poche ore prima dell’annuncio della sua vittoria alle presidenziali e dopo oltre tre decenni di rapporti difficili (e senza complete relazioni diplomatiche) a causa della politica filo-occidentale condotta dal Cairo in maniera antitetica rispetto a quella di Teheran.

Mohamad Morsi contro la recente decisione del consiglio militare di ridurre i poteri del presidente: “Respingo la decisione del consiglio militare di restringere l’autorità del presidente. Non hanno il diritto di decidere su questo”, ha detto Morsi in un’intervista alla Fars.

Riferendosi alle misure prese dal Consiglio militare per annullare di fatto le elezioni parlamentari, sintetizza l’agenzia iraniana, Morsi ha detto “che in effetti puntavano a me perché i generali avevano capito che ero molto vicino alla presidenza. Volevano acquisire potere a loro vantaggio”. “Avevano nel mirino il candidato islamico”, ha insistito riferendosi a se stesso.

STAMPA ISRAELE, ‘IL BUIO CALA SULL’EGITTO’ – “Il buio cala sull’Egitto”: con questo titolo – con un sapore che richiama calamità bibliche – il diffuso tabloid Yediot Ahronot suggerisce ai suoi lettori il significato della elezione alla presidenza al Cairo del candidato dei Fratelli Musulmani Mohammed Morsi. Si tratta di “una vittoria pericolosa”, avverte il giornale, anche alla luce della biografia politica di Morsi che da giovane ha iniziato le proprie attività come “direttore del Comitato nazionale contro il sionismo”. Ieri l’ufficio del premier Benyamin Netanyahu ha espresso fiducia che la cooperazione con l’Egitto sia destinata a proseguire, “a vantaggio dei due popoli, e per la stabilità della Regione”. Ma su questo punto, avverte Yediot Ahronot, occorre restare scettici perché già la giunta militare ha di fatto cessato unilateralmente le forniture ad Israele di gas naturale e ha ulteriormente ridotto le relazioni bilaterali. Tuttavia Morsi, prevede il giornale, non abrogherà formalmente gli accordi di pace (“il cui spirito è morto da tempo”) perché essi garantiscono all’Egitto aiuti economici essenziali dall’Occidente. “La dipendenza dell’Egitto da quella assistenza – conclude il giornale – resta ora il nostro corpetto protettivo”

OBAMA SI CONGRATULA CON MORSI – Il presidente Usa Barack Obama ha telefonato al presidente eletto egiziano Mohamad Morsi “per congratularsi con lui per la sua vittoria alle elezioni presidenziali egiziane”. Obama, riferisce la casa Bianca, ha aggiunto che “gli Stati Uniti continueranno a sostenere la transizione dell’Egitto verso la democrazia”.

Nel colloquio telefonico, aggiunge la Casa Bianca, Obama ha espresso il suo “interesse a lavorare insieme al presidente eletto Morsi, sulla base del rispetto reciproco, per far progredire i molti interessi comuni di Egitto e Stati Uniti”. “Il presidente eletto Morsi – aggiunge la nota della Casa Bianca – ha espresso apprezzamento per la telefonata e ha dato il benvenuto al sostegno americano per la transizione in Egitto”. “I due leader – conclude il comunicato – hanno affermato il loro impegno per far progredire la partnership Usa-Egitto e hanno concordato di rimanere in stretto contatto nelle settimane e mesi a venire”. La Casa Bianca rende inoltre noto che la Casa Bianca ha telefonato anche all’altro candidato presidente al ballottaggio, Ahmed Shafiq, per lodare il modo in cui ha condotto la sua campagna elettorale. “Il presidente – si legge nella nota – ha incoraggiato il generale Shafiq a continuare a svolgere un ruolo nella politica egiziana, sostenendo il processo democratico e lavorando per l’unità del popolo egiziano”.

 

Dopo trent’anni di regime di Hosni Mubarak, il suo successore, il primo democraticamente eletto nella storia d’Egitto, è un Fratello musulmano: Mohamed Morsi. Che nel suo primo discorso alla nazione in tv in serata ha promesso che “la rivoluzione continua”, lanciando un appello all’unità e promettendo che rispetterà i trattati internazionali, tra cui l’accordo di pace con Israele. Ci sono vari aspetti che rendono storiche queste elezioni presidenziali i cui risultati sono stati annunciati oggi dopo un’attesa snervante di una settimana, durante la quale il candidato dei Fratelli Musulmani e il suo rivale, l’ultimo premier sotto Hosni Mubarak, Ahmad Shafiq, hanno entrambi cantato vittoria.

Ma a vincere alla fine è stato Morsi, il candidato che era stato soprannominato ‘la ruota di scorta’ perché arrivato in corsa solo dopo l’esclusione di quello preferito dalla Fratellanza, Khairat el Shater. Ingegnere con un dottorato della Southern California University, il primo presidente non militare nella storia del paese è anche stato spesso nelle prigioni di Mubarak, quando la Confraternita era un movimento illegale in Egitto. L’ultima volta, Morsi è finito in prigione nel ‘venerdi’ della rabbia’, il primo della rivoluzione di gennaio 2011. “Sarò il presidente di tutti gli egiziani”, ha detto ancora Morsi, il nuovo presidente del più popoloso paese arabo, considerato strategico per la sua vicinanza con Israele col quale ha firmato gli accordi di pace di Camp David e perché attraversato dal Canale di Suez.

La sua vittoria è storica non solo per l’Egitto, ma per tutto il Medio Oriente. Il candidato dei Fratelli musulmani ha vinto col 51,73% dei voti pari a 13.230.131 voti contro i 12.347.038 del suo avversario e cioé il 48,27% dei voti. Uno scarto di quasi novecentomila voti. Subito dopo l’annuncio sono cominciate a fioccare congratulazioni ed auguri. Fra le più significative, quella del capo del Consiglio militare Hussein Tantawi, seguita in serata da una dichiarazione sulla pagina Facebook, nella quale la giunta auspica che Morsi sappia assumersi la responsabilità del popolo “in rivolta” e sollecita una riconciliazione nazionale. Auguri anche dalla Chiesa copta che notoriamente aveva, anche se non esplicitamente, indirizzato i fedeli verso Shafiq. La vittoria di Morsi chiude la fase di confusione e incertezza dell’ultima settimana, ma non apre quella della fine delle rivendicazioni della piazza.

Malgrado voci insistenti degli ultimi giorni, secondo le quali l’annuncio della sua vittoria sarebbe stato il frutto di un accordo con i militari in cambio dell’accettazione delle modifiche costituzionali e lo scioglimento del Parlamento, in serata uno dei massimi esponenti del partito della Fratellanza, Mohamed el Beltagui, ha detto che i Fratelli musulmani la piazza non la sgombrano. Proseguirà il sit in, ha affermato davanti alle migliaia di supporter di Morsi in festa a Tahrir, fino a che le modifiche costituzionali, che attribuiscono nuovi importanti poteri ai militari, non saranno ritirate. Un altro esponente dei Fratelli musulmani ha detto che Morsi giurerà davanti al Parlamento, sciolto dalla corte costituzionale. La tensione palpabile si stempera, ma il braccio di ferro fra Fratelli e militari, a giudicare dalle prime prese di posizione, non sembra attenuarsi