Morte del fondatore del Rhegium Julii Giuseppe Casile, il ricordo di Corrado Calabrò La creatura di Giuseppe Casile è, invero, tutt’oggi ben viva e attiva, a ulteriore dimostrazione della sua validità e della sua perdurante capacità di attrazione
Ecco, caro Pino.
Saluti cari
Corrado
Con la fondazione del Rhegium Julii, quasi cinquant’anni fa, Giuseppe Casile raccolse intorno a sé un gruppo di giovani mossi da un interesse culturale che era in antitesi con le effimere e dispersive tendenze di quel periodo.
Sua ispiratrice fu la professoressa Trisolini, un’insegnante che riusciva a infondere nei suoi studenti l’amore per la poesia e per la letteratura e l’attitudine a intenderle con attenzione critica e con sensibilità profonda.
E’ stata un’iniziativa felice come poche, quella di Giuseppe Casile.
Negli anni, nei decenni, il Rhegium Julii si è dimostrato un polo culturale di valenza nazionale e di richiamo anche internazionale.
La qualità degli autori premiati ne ha fatto un premio sempre più ambito; con l’estensione alla Città dello Stretto, poeti premi Nobel sono venuti a Reggio per l’incontro col cenacolo culturale di cui Giuseppe Casile era l’instancabile animatore. Incontri aperti poi alla città con i Caffè letterari.
Il riconoscimento del Rhegium Julii, da parte del Ministero dei beni culturali, come uno dei dieci circoli di lettura più attivi in Italia, e il ricevimento della sua Giuria al Quirinale da parte dei Presidenti della Repubblica, sono alcuni dei segni della considerazione cui il premio è assurto.
La creatura di Giuseppe Casile è, invero, tutt’oggi ben viva e attiva, a ulteriore dimostrazione della sua validità e della sua perdurante capacità di attrazione, avendo trovato in Giuseppe Bova un prosecutore e un rigeneratore di alto livello e di appassionata dedizione.
Corrado Calabrò