A seguito del decesso del giornalista Rai, Pino Anfuso, avvenuta il 28 maggio scorso
in circostanze poco chiare, ho presentato alla Ministro della Salute un’interrogazione
parlamentare. Ho chiesto quali iniziative la Ministro intenda assumere per fare luce
sulla grave vicenda che ha visto il decesso del giornalista, pur nel pieno rispetto
dell’autonomia della Magistratura a cui sono affidate le indagini. Penso sia doveroso
individuare responsabilità ed eventuali negligenze, sia per restituire giustizia
alla vittima ed alla famiglia, sia per scongiurare altri casi di “malasanità”.
La tutela della vita umana e la salute sono principi costituzionali ed è compito
della politica vigilare sul loro rispetto.
Colgo, pertanto, l’occasione per manifestare alla famiglia del giornalista Anfuso
la mia vicinanza.On. Luigi Lacquaniti
Partito Democratico
ECCO L’INTERROGAZIONE:
Al Ministro della Salute. — Per sapere – premesso che:la notte del 28 Maggio 2015, moriva in circostanze anomale il giornalista Giuseppe Anfuso (detto Pino), nato a Messina il 31 luglio 1961, iscritto all’Ordine dei giornalisti della Calabria dal 14 ottobre 1993, telecineoperatore della testata giornalistica “Rai” della Calabria;
al giornalista noto anche fuori della Calabria, erano riconosciute dai calabresi professionalità e correttezza;
dal venerdì precedente al decesso, il giornalista era ricoverato nel Reparto di terapia intensiva degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria a causa di un’embolia;
nei primi giorni di maggio, trovandosi a Genova per partecipare ad un matrimonio, a causa di una caduta aveva riportato la frattura composta del piatto tibiale. Era servito, quindi, il trasporto all’Ospedale San Martino di Genova dove alcuni medici, dopo aver ricomposto la frattura, avevano applicato un tutore e prescritto, in via indicativa, un anticoagulante adatto a scongiurare il rischio embolia;
il giorno dopo Anfuso si è recato in farmacia e lì, non avendo il dosaggio indicato nella prescizione, gli veniva somministrato lo stesso medicinale con dosaggio inferiore. Lo stesso dosaggio, 5 giorni dopo, gli veniva confermato dal medico dell’Ospedale San Martino di Genova che lo aveva ricevuto per il controllo;
qualche settimana dopo l’incidente a Genova, rientrato a Reggio Calabria per riprendere servizio, Anfuso ha accusato un malore ed è stato immediatamente trasportato agli Ospedali Riuniti dall’ambulanza del 118. E’ stato, quindi, ricoverato nel reparto di terapia intensiva nel quale, fino al momento del decesso, è rimasto perfettamente cosciente;
per il decesso del giornalista la Procura di Reggio Calabria ha emesso venti avvisi di garanzia per omicido colposo, tra medici ed infermieri, 5 in servizio nell’Ospedale San Martino di Genova e 15 in quello di Reggio Calabria;se e quali iniziative si intendano assumere, nel pieno rispetto dell’autonoma attività degli organi inquirenti, al fine di chiarire la grave vicenda che ha procurato il decesso di un cittadino, individuando le eventuali gravi negligenze da parte di operatori sanitari, anche per scongiurare il rischio che si possano ripetere analoghi episodi che potrebbero andare a implementare il triste fenomeno della “malasanità”.