Naccari: “Facciamo chiarezza su Calabria.it!”
redazione | Il 30, Ago 2013
Ecco l’analisi della situazione
Naccari: “Facciamo chiarezza su Calabria.it!”
Ecco l’analisi della situazione
Riceviamo e pubblichiamo:
E’ necessario fare chiarezza sul caso Calabria.it. Voglio ricordare che, ab origine,
Sviluppo italia Calabria contava circa 140 dipendenti e un fatturato, dovuto ai
fondi a favore dell’auto impiego messi a disposizione dal MISE. Dall’insediamento
del Dott. Arcuri alla guida di Sviluppo Italia, si avvia un processo di centralizzazione
che porta alla chiusura delle società regionali del gruppo. E qui entra in scena
in pompa magna il Governatore, che annuncia l’intervento della Regione per rilevare
la società regionale tramite Fincalabra trasformandola poi in Calabria IT. ” Sul
volto dei lavoratori, per lungo tempo abbandonati, vedo finalmente serenità” disse
in quell’occasione il Governatore. Ma questa era come lo yogurt: a breve scadenza.
I dipendenti di Sviluppo Italia Calabria sono stati salvati dalla Regione a patto
di accettare una corposa riduzione dello stipendio. Nel contempo è stata istituita
la figura del Direttore Generale, affidandone il compito all’unico Dirigente in organico,
il Dott. Aloise, che però a gennaio 2013 è andato a ricoprire l’incarico di Direttore
Amministrativo dell’ASP di Cosenza. Nel dicembre del 2012, si iniziano a registrare
i primi ritardi nel pagamento degli stipendi, fino a portare al mancato pagamento,
ad oggi, delle mensilità di luglio e agosto. In realtà non esisteva alcun piano
industriale a supporto dell’intervento della Regione, che nel frattempo approva
la LR 24/2013 di riordino delle partecipazioni , che all’art. 11 c. 4 così dispone:
Fincalabra deve provvedere alla messa in liquidazione della società «Calabria impresa
e territori s.r.l.». L’operazione di liquidazione dovrà, comunque, concludersi entro
il 31 dicembre 2013, garantendo la salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti
con contratto a tempo indeterminato della società attraverso il trasferimento alla
società Fincalabra S.p.A., sulla base di specifico piano industriale che deve garantire
l’equilibrio economico-finanziario della società. La semplice lettura della norma
dice chiaramente quale era la volontà del Consiglio Regionale mentre l’Assessore
Arena, nel suo inquietante intervento sul Quotidiano, dichiara di voler “far cadere
un sistema clientelare e di assistenzialismo di cui Calabria IT è uno dei frutti”
e dice che il nuovo piano industriale prevede l’assorbimento solo di parte dei dipendenti,
mentre un’altra parte sarà destinataria di ammortizzatori sociali. E’ evidente che
questa opzione va oltre il mandato dato dal Consiglio a Fincalabra di tutelare gli
attuali livelli occupazionali, e non potendo essere adempiuto da essa, è giusto che
della questione si interessi il Consiglio nelle sue articolazioni istituzionali.
Ma le volontà del Consiglio e il giusto controllo della Regione su una società in
house non sembrano avere alcun peso per Fincalabra. In tutto questo mi domando come
farà Fincalabra ad adempiere al mandato ricevuto garantendo l’equilibrio economico
finanziario della sua gestione, visto che dal 2011 non pubblica sul sito ( ai sensi
della legge n.244/2007) gli incarichi di consulenza e tanto meno il proprio bilancio
o i compensi dei sui amministratori ed il loro CV. Non ha approvato i modelli organizzativi
previsti dal DLGS 231/01 per la prevenzione dei reati contro la PA e nessuna società
di revisione controlla il suo bilancio. Non è possibile conoscere con certezza
il suo organico, non esistono dirigenti e men che meno il Direttore Generale. Mi
chiedo come possa una finanziaria regionale con queste caratteristiche qualificarsi
come attore dello sviluppo locale, gestire già oggi centinaia di milioni di euro
di fondi pubblici e candidarsi a gestirne altrettanti. Arena, quando parla di carrozzoni,
forse si riferisce a una simile finanziaria regionale. Invece la vicenda di Calabria
IT può e deve consentire una profonda riforma di Fincalabra, limitandone l’assoluta
autonomia dalla proprietà, con il controllo analogo richiesto dalla legge, riformando
i rapporti con la Regione che se, come auspichiamo, riconosce in Fincalabra il motore
dello sviluppo regionale, deve intervenire a sostegno dei costi fissi. Inoltre bisogna
strutturare in maniera adeguata il personale e l’assetto organizzativo societario.
In quest’ottica siamo certi che si troverà spazio per tutti gli occupati di Calabria
IT. Se così non dovesse operarsi, qualcuno dovrà spiegare chi ha sbagliato: forse
Scopelliti ad imbarcarsi in una operazione fallimentare oppure Fincalabra ed Arena
a gestire così male il mandato che il Consiglio aveva loro affidato.
Demetrio Naccari Carlizzi