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TAURIANOVA (RC), VENERDì 27 DICEMBRE 2024

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Napolitano: ‘Serve nuovo cemento unitario’. Cerimonia alla Camera, solo 5 leghisti

Napolitano: ‘Serve nuovo cemento unitario’. Cerimonia alla Camera, solo 5 leghisti

| Il 17, Mar 2011

Festa per i 150 anni, qualche contestazione per Berlusconi a Roma

Napolitano: ‘Serve nuovo cemento unitario’. Cerimonia alla Camera, solo 5 leghisti

Festa per i 150 anni, qualche contestazione per Berlusconi a Roma

 

 

 

ROMA – L’Unità d’Italia compie 150 anni, il Paese celebra da Nord a Sud. La notte del Tricolore ha segnato l’avvio delle varie cerimonie e manifestazioni, con spettacoli, musei aperti, fuochi d’artificio. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con le più alte cariche dello Stato, ha reso omaggio all’Altare della Patria, poi si è recato al Pantheon e al Gianicolo dove il premier è stato salutato con fischi e cori diprotesta. Infine nella Basilica di Santa Maria degli Angeli è stata celebrata la messa dal card. Bagnasco. ‘Né retorica né nostalgia nel dire grazie a Dio per l’Italia, ma consapevolezza che la Patria che ci ha generato è una preziosa eredità e insieme una esigente responsabilità’, ha detto il cardinale nell’omelia. Messaggi d’auguri al capo dello stato anche da Obama e da Tokyo.Poi Napolitano ha tenuto un discorso alla Camera: ‘Ce la faremo con nuovo cemento unitario’, ‘no cieche partigianerie ma senso del limite e responsabilita”, ha detto il presidente ringraziando ‘chi celebra’ con noi e ha aggiunto: ‘Federalismo rafforzi unita’ dello Stato’. Il leader della Lega a Montecitorio con i ministri, un sottosegretario e solo un deputato dice: ‘Napolitano e’ una garanzià.NAPOLITANO, GRAZIE A CHI CELEBRA CON NOI – Giorgio Napolitano ha aperto il suo discorso a Montecitorio con un ringraziamento corale “ai tanti che hanno raccolto l’appello a festeggiare e celebrare i 150 anni dell’Italia unita, esprimendo soddisfazione perché ciò esprime che è stato condiviso lo spirito della ricorrenza”.Il presidente della Repubblica nel suo intervento parla della “memoria e della riflessione” come elementi “preziosi” per suscitare innanzitutto “orgoglio e fiducia”. Preziosi per “suscitare le risposte collettive di cui c’é più bisogno”, dalla coscienza critica dei problemi irrisolti alle nuove sfide da affrontare.”Oggi dell’unificazione celebriamo l’anniversario vedendo l’attenzione pubblica rivolta a verificare le condizioni alle quali un’evoluzione in senso federalistico – e non solo nel campo finanziario – potrà garantire maggiore autonomia e responsabilità alle istituzioni regionali e locali, rinnovando e rafforzando le basi dell’unità nazionale. E’ tale rafforzamento, non il suo contrario, l’autentico fine da perseguire”. “Non ha nulla di riduttivo legare patriottismo e Costituzione. Una Carta che rappresenta tuttora la valida base del nostro vivere comune, offrendo, insieme con un ordinamento riformabile attraverso sforzi condivisi, un corpo di principi e valori in cui tutti possono riconoscersi”, ha detto Napolitano.Nella Costituzione, come venne indicato nella relazione Ruini “‘l’innovazione più profonda” consisteva nel poggiare l’ordinamento dello Stato su basi di autonomia, secondo il principio fondamentale dell’articolo 5 che legò l’unità e l’indivisibilità della Repubblica al riconoscimento e alla promozione delle autonomie locali, riferite, nella seconda parte della Carta, a Regioni, Province e Comuni”. Afferma il capo dello Stato.”Reggeremo alle prove che ci attendono, come abbiamo fatto in momenti cruciali del passato, perché disponiamo anche oggi di grandi riserve di risorse morali e umane. Ma ci riusciremo ad una condizione: che operi nuovamente un forte cemento nazionale unitario, non eroso e dissolto da cieche partigianerie, da perdite diffuse del senso del limite e della responsabilità”.  “Non so – aggiunge Napolitano – quando e come ciò accadrà, confido che accada. Convinciamoci tutti, nel profondo, che questa è ormai la condizione della salvezza comune, del progresso comune”.”Non è certo mia intenzione passare qui in rassegna l’insieme delle prove che ci attendono. Vorrei solo condividessimo la convinzione che esse costituiscono delle autentiche sfide, quanto mai impegnative e per molti aspetti assai dure, tali da richiedere grande spirito di sacrificio e slancio innovativo, in una rinnovata e realistica visione dell’interesse generale”, ha detto il presidente della Repubblica. “Nessun impaccio è giustificabile – afferma Napolitano – nessun impaccio può trattenerci dal manifestare, lo dobbiamo anche a quanti con la bandiera tricolore operano e rischiano la vita nelle missioni internazionali, la nostra fierezza nazionale, il nostro attaccamento alla patria italiana, per tutto quel che di nobile e citale la nostra nazione ha espresso nel corso della sua lunga storia”. E, aggiunge il Capo dello Stato, “potremo tanto meglio manifestare la nostra fierezza nazionale, quanto più ciascuno di noi saprà mostrare umiltà nell’assolvere i propri doveri pubblici, nel servire ad ogni livello lo Stato ed i cittadini”.Il rapporto con la Chiesa è “uno dei punti di forza su cui possiamo far leva per il consolidamento della coesione e dell’unità nazionale”. Lo dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo discorso a Montecitorio per i 150 anni dell’unità. Napolitano ricorda che l’Italia ha sempre voluto garantire “la laicità dello Stato e la libertà religiosa e insieme il graduale superamento di ogni separazione e contrapposizione tra laici e cattolici nella vita sociale e nella vita pubblica”. Si tratta di “un fine e un traguardo perseguiti e pienamente garantiti dalla costituzione repubblicana e proiettatasi sempre di più in un rapporto altamente costruttivo e in una collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del paese, anche attraverso il riconoscimento del ruolo sociale e pubblico della Chiesa cattolica”.TUTTI APPLAUDONO NAPOLITANO A FINE DISCORSO – Tutta l’aula di Montecitorio ha lungamente applaudito il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al termine del suo discorso per i 150 anni di Italia unita. Anche i ministri leghisti, così come tutti gli altri membri del governo, si sono girati per tributare onori al capo dello Stato. Umberto Bossi ha lungamente battuto con la mano sul banco, poi “ha dato il cinque” goliardicamente al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta.BOSSI, NAPOLITANO? HA FATTO UN BUON DISCORSO – “Napolitano è una garanzia”:  ha detto il leader della Lega, Umberto Bossi, lasciando Montecitorio dopo la cerimonia per i 150 anni di unità nazionale.”Un buon discorso, un discorso bello”. Quanto all’assenza dei parlamentari leghisti dalla cerimonia, Bossi ha detto: “C’eravamo quasi tutti. E comunque chiedete ai capigruppo”. LEGA: OGGI FESTEGGIAMO ADDIO AI PARASSITI – “150 anni di centralismo, che GUASTI!”: è il titolo a due pagine che, nel giorno della Festa dell’Unità nazionale, la ‘Padania’ dedica ad uno speciale sugli sprechi d’Italia. “Festeggiamo l’addio ai parassiti uniti nel federalismo”, campeggia un altro titolo, sotto quattro cartine geografiche che evidenziano rispettivamente il “parassitismo”, gli “sprechi nella sanità”, spiegano “chi dà e chi riceve” e l'”evasione fiscale”: grafici tutti che evidenziano come nel Sud la situazione sia peggio rispetto al Nord rispetto a questi temi. “Facciamo festa. Festa grande. Perché ci siamo lasciati alle spalle il centralismo. Oggi si chiude una pagina e oggi se ne inizia un’altra”, si legge nel pezzo portante. BAGNASCO,NON RETORICA MA PREZIOSA EREDITA’ – “Né retorica né nostalgia” nel dire “grazie a Dio” per l’Italia, “ma consapevolezza che la Patria che ci ha generato è una preziosa eredità e insieme una esigente responsabilità”. Li ha espressi il cardinale Angelo Bagnasco nell’omelia della messa in Santa Maria degli Angeli voluta dalla Chiesa italiana per commemorare i 150 anni dell’unità del Paese, e alla quale partecipano le più alte cariche dello Stato. A ROMA PIU’ DI 100 MILA PERSONE PER EVENTI – Un’affluenza “eccezionale” quella per la notte tricolore. “Agli eventi hanno partecipato circa 100 mila persone”. A fare le prime stime di partecipanti è stato l’assessore capitolino alla Cultura Dino Gasperini che ha snocciolato i dati per le varie location. Sono stati 20 mila i visitatori ai musei, 18 mila i presenti a piazza Venezia, 5 mila al Quirinale, 9 mila alla stazione Termini, 5 mila in Campidoglio, 20 mila ai Fori Imperiali, rispettivamente 8 mila a Castel Sant’Angelo e in via del Corso con la Galleria Alberto Sordi. “Un successo straordinario – ha detto Gasperini – nonostante le difficoltà causate dal tempo e lo spostamento al coperto di alcuni eventi”.