Narrativa, premiata la taurianovese Martina Sicari Riconoscimento per la giovane scrittrice al “Premio Rotary Club Muratori” di Modena
di Carmelo Nicotera
“La scrittura è la pittura della voce”: recitava così l’intellettuale francese Voltaire, uno degli esponenti principali del movimento culturale dell’Illuminismo. Il riferimento al filosofo d’oltralpe è utile per introdurre il lavoro della taurianovese Martina Sicari, la quale, nei mesi scorsi, ha dato alla “luce” la sua prima fatica letteraria, riuscendo a mescolare su un foglio bianco una tavolozza variegata di idee, riflessioni, creatività per la stesura di un racconto incentrato sulla scottante, e tristemente attuale, tematica del bullismo.
La storia della ventunenne, infatti, fa parte dei dieci testi premiati dalla giuria del concorso letterario “Premio Rotary Club Muratori”, svoltosi lo scorso 9 giugno nella città di Modena, dedicato a giovani scrittori in erba under 25, il cui intento è quello di dare spazio alla creatività scritta e al lavoro culturale di “penne” esordienti, o ancora poco note, nel panorama editoriale italiano. Vincitrice della manifestazione è stata l’autrice Sara Guglielmino, di Carpi, con il romanzo “L’esercizio”. I dieci racconti selezionati dalla commissione giudicante sono stati raccolti nel libro “L’esercizio e altri racconti”, opera nella quale lo scritto di Martina Sicari assume un ruolo rilevante nel tentativo di sensibilizzazione sulla piaga sociale del bullismo nella società contemporanea.
La violenza del “bullo”, del prepotente di turno, mira ad intaccare la stabilità fisica e psichica di soggetti che fanno parte delle fasce più deboli del contesto di vita quotidiana. La prevaricazione, il sopruso, la sopraffazione sono atteggiamenti finalizzati esclusivamente all’emarginazione sociale della vittima. La violenza conduce sempre in un vicolo cieco, nel buio della devianza. L’aspetto più torbido nell’era tecnologica è la spettacolarizzazione della brutalità, l’ostentazione dell’odio, la messa in scena di una forma perversa di ripugnanza.
Confinato in un angolo, escluso dal vivere civile, bollato come un reietto: è questo il marchio che il branco ha affibbiato ad Andrea, protagonista del romanzo “Dimmi cos’è la libertà” della taurianovese Martina Sicari. Le nefandezze dei bulli ostacolano il normale percorso di crescita del giovane. Andrea non si sente tutelato dalle Istituzioni, dalla scuola, dalla famiglia. L’unica via d’uscita risiede in un concetto nobile, troppe volte accantonato dalla logica individualista: la cooperazione. Grazie all’aiuto di altri ragazzi, alla collaborazione di un mondo che sembrava avergli voltato le spalle, Andrea riesce ad uscire dalla zona d’ombra in cui era piombato e a far rischiarire la luce porgendo la mano al bullo, accompagnandolo verso un futuro fatto di integrazione, rispetto, accettazione. La giuria del premio ha messo in evidenza la profondità del racconto di Martina: «La storia è ben congegnata e scorrevole. I personaggi sono come la storia: realistici e convincenti. Il racconto riesce a infondere poeticità all’epilogo con un gesto d’amicizia che corona degnamente un piacevole scritto».
– Martina Sicari parla ad Approdonews del prestigioso riconoscimento
È una grande soddisfazione aver ricevuto questo premio. L’emozione della cerimonia modenese, aver contribuito a portare alla ribalta una tematica così difficile, sono sensazioni che difficilmente potrò dimenticare. Il cuore mi batteva a mille all’ora. Spero di aver dato anche una soddisfazione a Taurianova, la mia città.
– Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Spero che questo racconto sia solo il primo di una lunga serie. Guardo con particolare interesse anche al mondo dell’editoria e del giornalismo. Il mio sogno futuro è quello di potermi realizzare nel mondo della comunicazione.