Nasce nuova autorità di sistema portuale dello Stretto Separazione con i porti dei mari Mediterraneo e Ionio. Le reazioni della politica
Arriva la nuova Autorità di sistema portuale dello Stretto e saltano le novità in materia di concessioni autostradali. Il relatore al decreto fiscale, Emiliano Fenu (M5S), ha infatti ritirato ieri in serata un suo emendamento che prevedeva che i concessionari continuassero a investire nella sicurezza delle infrastruttura anche a concessione scaduta, mentre è stata approvata un’altra proposta del relatore sui porti. Si prevede, in questo caso, la separazione dell’autorità dello Stretto dall’autorità portuale dei mari Tirreno Mediterraneo e Ionio che coinvolge quindi ora i porti di Gioia Tauro, Crotone, Corigliano Calabro, Taureana di Palmi e Vibo Valentia. Reggio Calabria e Villa San Giovanni passano invece sotto la nuova autorità, che comprende anche Messina e Milazzo Trimestieri.
Riccardo Occhipinti, delegato dell’Udc per la Città Metropolitana di Reggio Calabria
«La preannunciata decisione del governo nazionale di procedere alla separazione dell’Autorità di gestione dei porti di Reggio e Villa San Giovanni che andrebbero con Messina, da quella competente per lo scalo di Gioia Tauro lascia perplessi e dimostra come Cinque Stelle e Lega non abbiano nessuna idea di sviluppo per il Mezzogiorno e per la Calabria». Il delegato dell’Udc per la Città Metropolitana di Reggio Calabria Riccardo Occhipinti chiede che venga fermata l’ipotesi attualmente in discussione a Roma per salvaguardare lo sviluppo armonioso e organico della rete portuale della Provincia. «Creare due Autorità diverse – spiega il delegato dell’Udc- vuol dire aumentare burocrazie e moltiplicare le pratiche organizzative con gli evidenti disagi per chi deve usufruire dei porti e che, invece, vorrebbe semplicità e facilità di accesso. Ma separare scali portuali che hanno evidentemente un destino comune e aspirano a diventare complementari per funzioni e servizi offerti, vuol dire affidare a diverse governance lo sviluppo con i rischi evidenti di creare incomprensioni o, ancora peggio, attività concorrenziali». «Bisogna invece accelerare sulla realizzazione della Zes che deve entrare a pieno regime – conclude Occhipinti – e fare in modo che gli effetti positivi ricadano sull’intero comprensorio. Così come occorrerebbe diversificare l’attività del porto di Gioia considerate le difficoltà che vive il transhipment. Queste le emergenze sulle quali dovrebbe concentrarsi il Governo invece di ipotizzare provvedimenti privi di senso e controproducenti per il territorio. Provvedimenti approntati, evidentemente, senza un confronto con le classi dirigenti locali, con i rappresentanti delle imprese e dei lavoratori».