‘Ndrangheta, 24 arresti a Lamezia Terme. C’è anche Pino Galati L'operazione denominata "Quinta Bolgia" ha portato anche al sequestro di beni per 10 mln di euro. Il commento della politica - ECCO I NOMI
I FINANZIERI DEL NUCLEO DI POLIZIA ECONOMICO-FINANZIARIA DI CATANZARO, COORDINATI DAL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA, DOTT. NICOLA GRATTERI, DAL PROCURATORE AGGIUNTO, DOTT. VINCENZO CAPOMOLLA, E DAI SOSTITUTI PROCURATORI, DOTT. ELIO ROMANO E DOTT. VITO VALERIO, HANNO DATO ESECUZIONE, CON IL SUPPORTO DEL SERVIZIO CENTRALE INVESTIGAZIONE CRIMINALITÀ ORGANIZZATA (S.C.I.C.O.) DI ROMA, A 24 ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE (12 IN CARCERE E 12 AGLI ARRESTI DOMICILIARI) E A UN PROVVEDIMENTO DI SEQUESTRO DI BENI PER UN VALORE DI OLTRE DIECI MILIONI DI EURO, EMESSI DAL G.I.P. DEL TRIBUNALE DI CATANZARO SU RICHIESTA DI QUESTA PROCURA DISTRETTUALE. L’ATTIVITÀ, CHE INTERESSA SIA GLI AMBITI DI CRIMINALITÀ ORGANIZZATA CHE QUELLI DI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, RAPPRESENTA IL CULMINE DI DUE DIVERSE INDAGINI STRETTAMENTE COLLEGATE TRA ESSE CONDOTTE DALLE ARTICOLAZIONI SPECIALIZZATE DEL NUCLEO DI POLIZIA ECONOMICO-FINANZIARIA DELLA GUARDIA DI FINANZA DI CATANZARO, CON IL FONDAMENTALE CONTRIBUTO DELLO S.C.I.C.O. DI ROMA.
IL PRIMO FILONE D’INDAGINE, CONDOTTO DAL G.I.C.O. DEL NUCLEO P.E.F. DI CATANZARO, RIGUARDA L’INDIVIDUAZIONE, RICOSTRUZIONE E DISARTICOLAZIONE DI DUE SOTTOGRUPPI DI ‘NDRANGHETA OPERANTI NEL TERRITORIO DI LAMEZIA TERME (CZ) E RICONDUCIBILI ALLA COSCA CONFEDERATA DEGLI “IANNAZZO-CANNIZZARO-DAPONTE”. TALI CONTESTI MALAVITOSI SONO STATI INDIVIDUATI IN RELAZIONE A DUE GRUPPI IMPRENDITORIALI ‘NDRANGHETISTICI CHE OPERAVANO ANCHE AVVALENDOSI DEL POTERE INTIMIDATORIO PROMANANTE DALLA NOTORIA APPARTENENZA ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DEI LORO COMPARTECIPI, DI FATTO REALIZZANDO NEL CORSO DEGLI ANNI UN ASSOLUTO MONOPOLIO, NEL REDDITIZIO SETTORE DELLE AUTOAMBULANZE SOSTITUTIVE DEL SERVIZIO PUBBLICO, DELLE ONORANZE FUNEBRI, DELLA FORNITURA DI MATERIALE SANITARIO, DEL TRASPORTO SANGUE E ALTRO ANCORA. IL PRIMO DI ESSI, DENOMINATO “GRUPPO PUTRINO”, È RIUSCITO SIN DAL 2009 AD ACQUISIRE UNA POSIZIONE DI DOMINIO NELLO SPECIFICO MERCATO, AGGIUDICANDOSI LA GARA DI APPALTO RELATIVA ALLA GESTIONE DEL SERVIZIO SOSTITUTIVO DELLE AMBULANZE DEL “118” BANDITA DALL’ASP DI CATANZARO. DAL 2010 E SINO AL 2017, IL CITATO GRUPPO IMPRENDITORIALE ‘NDRANGHETISTICO HA CONTINUATO A OPERARE IN ASSENZA DI UNA GARA FORMALE, A SEGUITO DI PLURIME, REITERATE OLTRE CHE ILLEGITTIME PROROGHE, IN ALCUNI CASI ADDIRITTURA TACITE, OTTENUTE IN CONSIDERAZIONE DEI PRIVILEGIATI RAPPORTI TRA I VERTICI DEL GRUPPO CRIMINALE E NUMEROSI APPARTENENTI DI LIVELLO APICALE DELL’ASP DI CATANZARO ALL’EPOCA IN SERVIZIO, TRA I QUALI IL DOTT. GIUSEPPE PERRI (GIÀ COMMISSARIO STRAORDINARIO E POI DIRETTORE GENERALE SINO ALL’AGOSTO 2018) E IL DOTT. GIUSEPPE PUGLIESE (GIÀ DIRETTORE AMMINISTRATIVO SINO ALL’OTTOBRE 2017), E ANCORA IN SERVIZIO QUALI IL DOTT. ELISEO CICCONE (GIÀ RESPONSABILE SUEM “118” ED ORA DESTINATO AD ALTRO INCARICO) NEI CUI CONFRONTI VENGONO CONTESTATI PLURIMI EPISODI DI ABUSO D’UFFICIO. ANALOGHE CONDOTTE, CON L’AGGRAVANTE DELLA FINALITÀ MAFIOSA, VENGONO CONTESTATE ANCHE A DUE ESPONENTI STORICI DELLA POLITICA LAMETINA, CHE HANNO RAPPRESENTATO L’ANELLO DI CONGIUNZIONE TRA IL CONTESTO ‘NDRANGHETISTICO E LA DIRIGENZA ASP COINVOLTA.
IL PRIMO, GIUSEPPE GALATI, GIÀ PIÙ VOLTE PARLAMENTARE E COMPONENTE, CON INCARICHI DI ASSOLUTO RILIEVO, DI TRE COMPAGINI DI GOVERNO DELLE PASSATE LEGISLATURE. IL SECONDO, LUIGI MURACA CL.68, EX CONSIGLIERE DEL COMUNE DI LAMEZIA TERME, SCIOLTO PER INFILTRAZIONI MAFIOSE NEL 2017. NELLO STESSO 2017 IL SOGGETTO IMPRENDITORIALE PUTRINO VENIVA COLPITO DA UN PROVVEDIMENTO INTERDITTIVO ANTIMAFIA EMESSO DALLA PREFETTURA DI CATANZARO CHE COMPROMETTEVA LA PROSECUZIONE DEL DELICATO SERVIZIO PUBBLICO AFFIDATOGLI. IN TALE MOMENTO STORICO SI INSERIVA IL SECONDO SOTTOGRUPPO DI ‘NDRANGHETA, DENOMINATO “GRUPPO ROCCA”, ANCH’ESSO OPERANTE NEGLI STESSI SETTORI ECONOMICI CHE, FORTE DELLA ILLECITA CONCORRENZA CON CUI ERA STATO CONQUISTATO IL MERCATO UNITAMENTE AL “GRUPPO PUTRINO” IN DANNO DI TUTTI GLI ALTRI OPERATORI ECONOMICI DEL SETTORE CHE ILLEGALMENTE ERANO STATI POSTI FUORI DAL LIBERO MERCATO, INIZIAVA AD OPERARE NEL DELICATO QUANTO IMPORTANTE SERVIZIO PUBBLICO QUALE CAPOFILA DI UNA ASSOCIAZIONE TEMPORANEA DI SCOPO. LE INDAGINI, CHE HANNO BENEFICIATO DI PUNTUALI RISCONTRI ANCHE DALLE DICHIARAZIONI DI NUMEROSI ED AFFIDABILI COLLABORATORI DI GIUSTIZIA, HANNO CONSENTITO DI TRATTEGGIARE UNA SITUAZIONE DI ASSOLUTO ALLARME SOCIALE PRESSO IL NOSOCOMIO DI LAMEZIA TERME OVE, SPECIE ALL’INTERNO DEL REPARTO DI PRONTO SOCCORSO, GLI ACCOLITI DEI DUE GRUPPI CRIMINALI HANNO IMPOSTO UN CONTROLLO TOTALE OCCUPANDO MANU MILITARI GLI SPAZI, INSTAURANDO UN REGIME DI SOTTOMISSIONE DEL PERSONALE MEDICO E PARAMEDICO OPERANTE. IN TAL SENSO, LE ATTIVITÀ INVESTIGATIVE SVOLTE DALLA GUARDIA DI FINANZA HANNO FATTO EMERGERE CHE I DIPENDENTI DEI DUE GRUPPI IMPRENDITORIALI HANNO LA DISPONIBILITÀ DELLE CHIAVI DI ALCUNI REPARTI DELL’OSPEDALE, LA POSSIBILITÀ DI CONSULTARE I COMPUTER DELL’ASP ONDE RILEVARE DATI SENSIBILI IN MERITO A DEGENTI, L’INGRESSO PRESSO IL DEPOSITO FARMACI DEDICATO ALLE URGENZE DEL PRONTO SOCCORSO, SITUAZIONE QUESTA BEN NOTA ALLA DIRIGENZA DELL’AZIENDA SANITARIA. IN TALE FILONE SONO STATI SOTTOPOSTI A MISURA CAUTELARE 19 PERSONE NEI CUI CONFRONTI VENGONO CONTESTATE A VARIO TITOLO LE CONDOTTE DI ASSOCIAZIONE DI STAMPO MAFIOSO, DELITTI CONTRO LA P.A., L’INDUSTRIA ED IL COMMERCIO ANCHE IN FORMA AGGRAVATA. IN MATERIA DI CAUTELA REALE SI È PROCEDUTO CON IL SEQUESTRO PREVENTIVO AI SENSI DELLA NORMATIVA ANTIMAFIA E DELLA RESPONSABILITÀ “PARAPENALE” DELLE SOCIETÀ ED ENTI DELL’INTERO COMPLESSO AZIENDALE DELLE SEI SOCIETÀ/ENTI RICONDUCIBILI AI DUE SOTTOGRUPPI DI ‘NDRANGHETA PER UN VALORE COMPLESSIVO DI 10 MILIONI DI EURO.
TRA QUESTI SPICCANO LE SOCIETÀ OPERANTI TANTO NEL SERVIZIO SOSTITUTIVO DELLE AMBULANZE PUBBLICHE CHE DELLE ONORANZE FUNEBRI COMPRESO DUE “CASE FUNERARIE”. IL SECONDO FILONE DELL’INDAGINE, CONDOTTO DAL GRUPPO TUTELA SPESA PUBBLICA SEMPRE DEL NUCLEO P.E.F. DI CATANZARO, RIGUARDA CONDOTTE ILLECITE PERPETRATE NELL’AFFIDAMENTO E NELLA GESTIONE DEL “SERVIZIO AUTOMBULANZE OCCASIONALE E SU CHIAMATA” GESTITO DALL’AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI CATANZARO. TALE VICENDA SI COLLOCA TEMPORALMENTE IN CONCOMITANZA CON L’EMISSIONE DELL’INTERDITTIVA ANTIMAFIA DA PARTE DELLA PREFETTURA DI CATANZARO NEI CONFRONTI DEL “GRUPPO PUTRINO” E LA SUCCESSIVA ASSEGNAZIONE IN ESTREMA URGENZA DEL SERVIZIO AUTOAMBULANZE OCCASIONALE E SU CHIAMATA AL “GRUPPO ROCCA”. NEL NOVEMBRE 2017, INFATTI, A SEGUITO DEL PROVVEDIMENTO INTERDITTIVO EMESSO DALLA PREFETTURA DI CATANZARO NEI CONFRONTI DELLA “CROCE ROSA PUTRINO”, IL SERVIZIO DI AUTOAMBULANZE DELL’ASP DI CATANZARO ERA STATO AFFIDATO CON PROCEDURA DI “ESTREMA URGENZA” (OSSIA SENZA BANDO DI GARA) AD UN’ASSOCIAZIONE TEMPORANEA DI SCOPO (ATS), CON A CAPOFILA LA “CROCE BIANCA LAMEZIA”, ASSOCIAZIONE DI FATTO DEL “GRUPPO ROCCA” PER IL TRAMITE DI TOMMASO ANTONIO STRANGIS. LE INDAGINI HANNO FATTO EMERGERE UN’ALLARMANTE CARENZA TECNICA E ORGANIZZATIVA IN CAPO ALL’ATS, CHE AVEVA DATO ESECUZIONE AL SERVIZIO CON AMBULANZE NON ADEGUATE DA UN PUNTO DI VISTA MECCANICO (FRENI E LUCI NON FUNZIONANTI, CAMBIO DIFETTOSO, PROBLEMI ALLA FRIZIONE, REVISIONI NON EFFETTUATE) E NON PROVVISTE DI ADEGUATE DOTAZIONI ELETTROMEDICALI (NON MUNITE DI TERMOCULLA PER IL TRASPORTO DI NEONATI, OSSIGENO SCADUTO O NON PRESENTE).
NON MENO PREOCCUPANTE È QUANTO EMERSO IN MERITO ALLA CIRCOSTANZA DELL’IMPIEGO DI PERSONALE NON QUALIFICATO E NON PROVVISTO DELLE ADEGUATE ABILITAZIONI PROFESSIONALI. GRAZIE AD ACCORDI CORRUTTIVI CONCLUSI CON I TRE DIRIGENTI DELL’ASP CATANZARESE (ELISEO CICCONE, GIUSEPPE LUCA PAGNOTTA E FRANCESCO SERAPIDE), L’ASSOCIAZIONE AVEVA OTTENUTO LE CERTIFICAZIONI DI QUALITÀ RICHIESTE PER L’AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO AUTOAMBULANZE SULLA BASE DI UNA SEMPLICE VERIFICA DOCUMENTALE, SENZA LE NECESSARIE OPERAZIONI DI RISCONTRO FISICO DELLO STATO DEI MEZZI, DELLE DOTAZIONI E DELLE STRUTTURE AZIENDALI. ALLO STESSO MODO, L’ATS “CROCE BIANCA” ERA POI RIUSCITA A OTTENERE NON SOLO LA CONCESSIONE INIZIALE, MA ANCHE LA PROROGA DEL SERVIZIO, ENTRAMBE UFFICIALMENTE CONCESSE PER RAGIONI DI “ESTREMA URGENZA”, IN ATTESA CHE L’ASP DI CATANZARO PERFEZIONASSE UN ACCORDO QUADRO PER L’APPALTO DEL SERVIZIO AMBULANZE. IN QUESTO CONTESTO, SONO STATI TRATTI IN ARRESTO STRANGIS TOMMASO ANTONIO E COLOMBO ITALO, QUEST’ULTIMO AMMINISTRATORE DI FATTO DELL’ATS, E CICCONE ELISEO, PAGNOTTA GIUSEPPE LUCA E SERAPIDE FRANCESCO, DIRIGENTE E FUNZIONARI DELL’ASP DI CATANZARO. A LORO CARICO, TUTTI SOTTOPOSTI AGLI ARRESTI DOMICILIARI, SONO ASCRITTI A VARIO TITOLO EPISODI DI CORRUZIONE, INDUZIONE INDEBITA A DARE O PROMETTERE UTILITÀ, FALSO, RIVELAZIONE DI SEGRETO D’UFFICIO E FRODE NELLE PUBBLICHE FORNITURE. DUE SOGGETTI, TOMMASO ANTONIO STRANGIS ED ELISEO CICCONE, SONO STATI RAGGIUNTI DA ENTRAMBE LE ORDINANZE, AVVALORANDO QUANTO EMERSO DALLE INDAGINI, DIRETTE DA QUESTO UFFICIO E SVOLTE DALLA GUARDIA DI FINANZA, CIRCA LA STRETTA CONNESSIONE TRA FENOMENI TIPICI DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E L’INFILTRAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. LA COMPLESSIVA ED ARTICOLATA ESECUZIONE, CONDOTTA GRAZIE ALL’AUSILIO DETERMINANTE ANCHE DEI GRUPPI TERRITORIALI DI CATANZARO E LAMEZIA TERME E DEL NUCLEO DI POLIZIA ECONOMICO-FINANZIARIA DI UDINE, HA VISTO L’IMPIEGO DI CIRCA 200 FINANZIERI, L’EFFETTUAZIONE DI NUMEROSE PERQUISIZIONI E IL SEQUESTRO DI SEI SOCIETÀ.
PARLAMENTARI M5S
«L’operazione “Quinta bolgia” conferma che in Calabria politica, burocrazia e criminalità organizzata sono spesso unite da legami e rapporti di affari e convenienza. L’inchiesta, coordinata dalla Dda di Catanzaro, conferma anche la diffusa subalternità dei dirigenti pubblici a forze criminali ed evidenzia il livello di pericoloso inquinamento del Servizio sanitario regionale, su cui il Movimento 5stelle dà battaglia, senza sosta, da 5 anni a questa parte». Lo affermano, in una nota, i parlamentari M5s Giuseppe d’Ippolito, Paolo Parentela, Bianca Laura Granato, Francesco Sapia e Dalila Nesci. «Stando alle indagini – sottolinea D’Ippolito – l’ospedale di Lamezia Terme era nella piena disponibilità della ‘ndrangheta e la figura di raccordo con la pubblica amministrazione dell’Asp di Catanzaro era l’ex parlamentare Giuseppe Galati, che con le sue responsabilità politiche ha a lungo condizionato la vita pubblica di Lamezia Terme, il cui territorio e la cui comunità sono in ginocchio per causa di un sistema di potere che da oppositori abbiamo denunciato in grande solitudine, indicando la consapevolezza della coscienza civile e la sanzione elettorale come le sole strade possibili per il riscatto dei lametini». «La magistratura – proseguono i cinque parlamentari pentastellati – sta facendo il suo dovere, ma la vicenda dell’operazione “Quinta bolgia” rivela insieme l’assenza e la compiacenza della vecchia classe politica. Serviranno tempo, coraggio e fatica per smantellare gli apparati di corruzione che hanno prodotto danni incalcolabili alla sanità pubblica, gestendola come cosa propria». «Siamo certi – concludono i parlamentari 5stelle – che il governo in carica saprà compiere a breve scelte decisive. La sanità calabrese necessita di cure immediate e di un controllo politico-istituzionale a tappeto, alla luce dell’estrema gravità della situazione, comprovata dall’inchiesta “Quinta bolgia”».
PAOLA TURTORO (AZIONE IDENTITARIA CALABRIA)
L’inefficienza della sanità pubblica, soprattutto da quando è passata sotto il controllo della Regione, è il vergognoso risultato del sistema di collusione tra politica e mafia che oggi, con l’operazione Quinta Bolgia, è stato smascherato e che ha portato alla luce il marciume favorito da politici consenzienti.
Questa è la conferma del fallimento di tutto il sistema sanitario regionale che è oramai diventata una “cambiale elettorale” con la quale saldare i debiti contratti col richiedere i voti in certi ambienti, un tipo di debito che non conosce prescrizione e che mette in chiaro la malafede della maggior parte di quei personaggi “protagonisti” da anni della vita politica calabrese. Un sistema di complicità, un meccanismo talmente perverso che ha coinvolto dirigenti sanitari avidi di denaro nonostante la loro situazione economica e lavorativa solida e, quindi, ingiustificabile ed inaccettabile da debellare totalmente.
Proprio due mesi fa (nel settembre 2018) fu impedito un nostro presidio informativo all’interno del cortile dell’Ospedale “Riuniti” di Reggio Calabria da parte del dirigente del nosocomio che voleva impedire che denunciassimo le irregolarità sanitarie e lo stesso dirigente si è dimesso dopo un mese per anomalie gestionali nelle sue funzioni. Purtroppo quello che è emerso a Lamezia Terme non è circoscritto solo alla città della piana ma è una realtà che abbraccia tutti gli ospedali calabresi e, pertanto, chiediamo che questo tipo di indagini venga esteso su tutto il territorio affinchè si ponga fine al repellente mercimonio di pazienti e defunti. Chiediamo dunque al Governo Nazionale di legiferare in maniera incisiva sui servizi di onoranze funebri, vero ricettacolo di loschi affari, e di avviare seri controlli sugli appalti riguardo al servizio delle ambulanze che troppo spesso viene affidato ad associazioni incompetenti ma legate in qualche modo alle famiglie mafiose della zona.
ASSOCIAZIONE “GRAZIELLA RIGA”
L’operazione portata a termine oggi dalla Procura della Repubblica – Dda di Catanzaro insieme alla Guardia di Finanza è un altro colpo pesantissimo inflitto dallo Stato alle cosche sul nostro territorio, che va nella direzione di spezzare i rapporti deviati tra politica, imprenditoria, pubblica amministrazione e ‘ndrangheta. Ai magistrati e alle Forze dell’Ordine va il nostro plauso e l’incoraggiamento a proseguire nell’azione di bonifica portata avanti in questi anni, che ha decapitato cosche storiche del nostro territorio. Certamente sulle posizioni dei singoli coinvolti nell’operazione, ribadiamo fiducia nella magistratura e auguriamo a tutti di poter dimostrare la loro estraneità ai fatti. Ma lo spaccato che emerge è inquietante. Vieni fuori uno scenario di corruzione spudorata che, in nome degli interessi, mette le mani sui diritti fondamentali delle persone, a cominciare dal diritto alla salute. Una vera e propria occupazione militare, come l’hanno definita i magistrati, sulla pelle dei cittadini. Mentre tantissimi cittadini lametini e calabresi vivono ogni giorno drammi legati ai disservizi della sanità nella nostra città e nella nostra regione, l’ospedale lametino era teatro dei peggiori affari e dei peggiori intrecci tra una politica e una pubblica amministrazione malate e la ‘ndrangheta. Valuti il prefetto, qualora sussistano le condizioni, un eventuale invio della commissione di accesso all’Asp di Catanzaro per un’azione radicale di bonifica da qualsiasi infiltrazione della criminalità organizzata.
Ci sono fatti che emergono dalle indagini di fronte ai quali non possiamo voltarci dall’altra parte! Ad essere coinvolto, oltre a un ex parlamentare del centrodestra, anche un ex consigliere comunale organico alla disciolta amministrazione Mascaro. Vogliamo ancora nasconderci dietro fantomatiche tesi complottiste? Le forze politiche e le diverse realtà della società civile lametina abbiano il coraggio di interrogarsi, di affrontare la realtà di questa città, senza nascondere la polvere sotto il tappeto. Le forze sane della città devono isolare mafia e “zona grigia”, tagliare in maniera netta qualsiasi rapporto con chi, come emerge chiaramente dall’ultima operazione, non si fa alcuno scrupolo a mettere le mani sulla salute e sulla vita stessa delle persone. Questa ennesima operazione contro le cosche lametine sia accompagnata da un risveglio civile e morale di tutta nostra comunità.
MIMMO GIANTURCO
“L’operazione ‘Quinta Bolgia’ conferma una realtà preoccupante. Da garantista attendo l’esito del processo convinto che i giudizi spettino alla magistratura, ma è giunto il momento che i cittadini lametini pretendano dai partiti una reale discontinuità e vero cambiamento. Spero di sbagliarmi, ma ho la netta sensazione che l’inchiesta ci condurrà dritti dritti verso la proroga di questo sciagurato e inconcludente commissariamento cittadino al quale bisogna opporsi fortemente”. A dichiararlo è l’ex consigliere comunale di Lamezia Terme e dirigente provinciale di Fratelli d’Italia Mimmo Gianturco.