‘Ndrangheta e mafia tra Italia e Usa, otto arresti. Il superbroker Pannunzi coinvolto in un’estorsione Arrestati anche esponenti del clan Gambino: da New York vessavano un imprenditore lucano. Indagini collegate all'inchiesta di Reggio Calabria sulle proiezioni criminali oltre oceano
Un blitz tra Italia e Usa ha colpito un intreccio tra Cosa Nostra e ‘ndrangheta finalizzato a un’estorsione. L’operazione è stata messa a segno dallo Sco (Servizio Centrale Operativo) della Polizia di Stato con arresti scattati a Milano, Matera, Trapani e New York. I provvedimenti di custodia cautelare in carcere sono stati emessi dal gip di Potenza su richiesta della Procura distrettuale antimafia nei confronti di 8 persone ritenute responsabili di associazione per delinquere transnazionale.
Le indagini, avviate a Matera oltre un anno fa, si sono sviluppate a margine dell’inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria denominata “New Bridge”, operazione che consentì, nel febbraio scorso, l’arresto di 26 persone e di disarticolare un sodalizio mafioso, tra Calabria e Stati Uniti, dedito al traffico internazionale di stupefacenti.
Le investigazioni hanno permesso di scoprire le proiezioni internazionali di Cosa nostra e della ‘ndrangheta in America, nonché le attuali dinamiche in seno alle storiche famiglie mafiose di New York.
Tutto è nato da un’estorsione a un noto imprenditore materano, Lorenzo Marsilio, titolare della Sudelettra, per un vecchio debito di oltre trent’anni fa lievitato oltre misura. Da New York la famiglia Gambino, attraverso i suoi referenti nella mafia siciliana, lo aveva preso di mira. I pm della Dda di Potenza sono intervenuti dopo la denuncia dell’imprenditore, che ha trovato puntuale riscontro nelle informazioni raccolte da una fonte confidenziale dell’Fbi infiltrata all’interno della famiglia criminale più potente di Brooklyn.
Durante le indagini sono emersi contatti anche con un noto narcotrafficante della ‘ndrangheta calabrese, Roberto Pannunzi, che avrebbe avuto un ruolo nell’intermediazione del prestito originario all’imprenditore in difficoltà economiche. Un presito “evidentemente troppo oneroso per Grillo – scrive il gip Luigi Spina – nell’ordinanza di misure cautelari – che infatti secondo il racconto di Marsilio si rivolgeva a Pannunzi per avere 120 milioni, effetivamente elargiti”.
“Bebe”” Pannunzi, già definito il boss dei due mondi o il re del traffico, è stato arrestato a luglio dell’anno scorso a Bogotà, è considerato il più potente “broker”al mondo di cocaina.
Agli arresti è finito anche il “gancio” tra l’imprenditore e gli “amici americani”, Giovanni Grillo, detto Johnny e considerato il personaggio chiave dell’inchiesta, bloccato all’aeroporto di Malpensa mentre stava imbarcandosi con un biglietto di sola andata per gli Usa, residente a Ferrandina e lontano parente di Marsilio, che si stava imbarcando proprio per gli Stati Uniti.
Ma a New York è finito in carcere anche Francesco Palmeri, detto “Ciccio l’americano”, ufficialmente gioielliere ma di fatto considerato ai vertici della famiglia Gambino, che in più occasioni si sarebbe recato a Matera per chiedere conto di quel vecchio debito a Marsilio. In precedenza era fallito un primo tentativo di recuperare i soldi da parte di Grillo, accompagnato per l’occasione da Salvatore Farina (anche lui arrestato), siciliano di Castellammare del Golfo, figlio del boss di Cosa Nostra Ambrogio Farina, che ieri è stato fermato a Palermo nel carcere dell’Ucciardone dove era andato per una visita a un familiare.
Marsilio avrebbe ricevuto anche una serie di cartoline e messaggi in cui gli veniva chiesta la somma di un milione di euro per “saldare” la situazione, firmati solamente “gli amici di Brooklyn”.
I provvedimenti sono stati emessi dal Gip di Potenza su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. L’accusa per tutti è associazione a delinquere finalizzata all’estorsione con l’aggravante del metodo mafioso e della transnazionalità.
Oltre a Palmieri, Grillo, Farina un’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata spiccata anche anche per il gruppo dei beneventani Carlo Brillante, Raffaele Valente, Daniele Cavoto, Michele Amabile, già coinvolti nell’inchiesta New Bridge.
Gli arrestati sono “Personaggi di indubbio rilievo criminale” ha affermato il direttore della prima divisione del servizio centrale operativo della polizia, Andrea Grassi, sottolineando che l’operazione di oggi «dimostra le proiezioni di mafia e ‘ndrangheta in America e le attuali dinamiche all’interno delle storiche famiglie mafiose di New York”.