‘Ndrangheta, il boss detto “il supremo”, Pasquale Condello non incontra familiari dal 2021, “teme di essere ucciso” Lo ha svelato alla moglie per poi eclissarsi
Il boss 72enne Pasquale Condello, detto “il Supremo”, catturato nel 2008 dai Carabinieri del Ros sotto la direzione del magistrato Giuseppe Pignatone, si è “auto-seppellito” in carcere, interrompendo ogni comunicazione con i familiari dal febbraio 2021. Lo ha appreso Klaus Davi, che riferisce di un colloquio con alcuni familiari del boss che si sono confidati con il giornalista italo-svizzero. Da febbraio 2021 Condello, che si trova nel carcere di Novara, rifiuta ogni incontro con i figli, la moglie e gli storici legali. Un black out totale che impensierisce la famiglia, come ha appurato Davi. Le ultime parole consegnate alla moglie Maria Morabito, riferisce Davi, sono “temo di essere assassinato”, poi da allora più nulla. L’anno scorso, fino a febbraio, lui contattava i familiari raggiungendoli telefonicamente nel carcere di Reggio Calabria, dato che era impossibile incontrarlo di persona a seguito delle rigide misure restrittive. Ma, come detto, l’ultima chiamata risale appunto a febbraio 2021. Non solo: a quanto apprende Davi, Condello ha rifiutato di incontrare i figli che si sono recati più volte nel carcere di Novara, allorquando le norme sul Covid lo hanno reso possibile, cosa assolutamente insolita. I familiari altresì segnalano come Pasquale fosse “dimagrito tantissimo, ma poi si è ripreso. Non vuole incontrare i medici, non vuole incontrare il legale, ha rifiutato di incontrare persino i figli. Siamo seriamente preoccupati”. Esattamente da 15 mesi non ne sanno più nulla. Una lunga biografia di Condello è uscita per mano di Giuseppe Lumia e Andrea Galli, nel libro “Il Supremo”, edito da Piemme, in cui i due autori narrano in maniera avvincente l’ascesa di Condello, partita con il contrabbando di sigarette negli anni ’70 in Calabria, procedendo verso il narcotraffico internazionale, in un perfetto quadro storico che copre 30 anni di Repubblica italiana segnati da delitti e ingiustizie agghiaccianti.