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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 16 DICEMBRE 2024

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‘Ndrangheta in Lombardia, chieste altre 11 condanne contro la cosca “Molè-Piromalli”. Nomi Chieste condanne complessive per 182 anni dai pubblici ministeri nell'inchiesta denominata "Cavalli di razza". La pena più alta chiesta è di 24 anni e la confisca di beni per quattro milioni

‘Ndrangheta in Lombardia, chieste altre 11 condanne contro la cosca “Molè-Piromalli”. Nomi Chieste condanne complessive per 182 anni dai pubblici ministeri nell'inchiesta denominata "Cavalli di razza".  La pena più alta chiesta è di 24 anni e la confisca di beni per quattro milioni

Altre undici condanne a pene fino a 24 anni di carcere. Le hanno chieste oggi (Ieri NdR), i pm di Milano Pasquale Addesso e Sara Ombra, davanti al Tribunale di Como, nel filone con rito ordinario del processo scaturito dal maxi blitz “Cavalli di razza” conto la ‘ndrangheta nel Comasco. Procedimento che nel rito abbreviato ha già portato a 34 condanne per un totale di oltre 200 anni di reclusione, con la pena più alta, 11 anni e 8 mesi, per lo storico boss della ‘ndrangheta in Lombardia Bartolomeo Iaconis. Oggi i pm hanno chiesto 24 anni di reclusione per Antonio Carlino, con una istanza di confisca da oltre 4 milioni di euro, 22 anni per Massimiliano Ficarra, commercialista e presunta “mente economica” della cosca di Fino Mornasco (Como), 18 anni per Andrea Stillitano e 22 anni per Alessandro Tagliente, solo per citare alcune delle richieste. La sentenza è prevista per fine aprile. A seguito delle indagini della Squadra mobile di Milano e della Gdf di Como i presunti capi e affiliati al clan erano stati fermati il ​​16 novembre 2021 nella tranche lombarda di una maxi inchiesta, coordinata anche dalle Dda di Reggio Calabria e Firenze. Un’indagine che aveva inflitto un duro colpo alla cosca della ‘ndrangheta dei Molè-Piromalli con oltre cento misure cautelari eseguite in tutta Italia. Dagli atti era emerso anche che Attilio Salerni (condannato in abbreviato a 8 anni) e il fratello Antonio (8 anni e 4 mesi) sarebbero stati gli esecutori materiali “di violenze e minacce nei confronti dei dirigenti” della Spumador Spa, azienda di bevande gassate finita nella morsa dei clan e per la quale era stata disposta l’amministrazione giudiziaria per infiltrazioni mafiose, poi revocata. (Ansa)