‘Ndrangheta: operazione polizia contro cosca Tegano, 26 fermi
redazione | Il 05, Apr 2011
Ricostruiti nuovi assetti e organizzazione di vertice a Reggio. Tra gli arrestati il direttore della Muliservizi spa Rechichi
‘Ndrangheta: operazione polizia contro cosca Tegano, 26 fermi
Ricostruiti nuovi assetti e organizzazione di vertice a Reggio.Tra gli arrestati il direttore della Multiservizi spa Rechichi
E’ stato questo l’epilogo di una mala giornata per le cosche i cui uominni più importanti sono stati buttati giù dal letto dagli uomini della squadra mobile di Reggio e dallo Sco di Roma in esecuzione della richiesta di fermo della procura antimafia di Reggio.
I fermi ordinati sono 26 ma ne sono stati eseguiti 21 perché in cinque non sono stati trovati. Il blitz è scattato all’alba diretto da Renato Cortese, il capo della mobile e dagli uomini dello Sco. Al centro dell’attacco i Tigano e i Labate. La Dda e la polizia, con le dichiarazioni di Pignatone, Cortese e Silipo spiegano che a loro avviso sono stati azzerati i vertici delle due cosche.
Un ruolo importante sarebbe arrivato dai pentiti che hanno ridisegnato pazientemente la mappa del potere mafioso dopo le macerie e le centinaia di morti ammazzati della guerra di ‘ndrangheta. Hanno collaborato Roberto Moio, nipote di Giovanni Tegano, che viene ascritto al vertice degli Arcoti, zona nord della città, arrestato nell’aprile del 2010 dopo una lunghissima latitanza; Antonino Lo Giudice e Consolato Villani, emergente e affiliato dei Lo Giudice.
Tra i fermati ce n’è uno col botto: Giuseppe Rocco Giovanni Rechichi, personaggio inviata della ‘Reggio bene’. E’ imprenditore e direttore operativo della Multiservizi Spa, azienda a maggioranza pubblica con soci privati costituita dal Comune di Reggio per la gestione dei servizi di manutenzione ordinaria e straordinaria, igiene, pulizia, sicurezza e delle altre attività ausiliarie dei beni demaniali e del patrimonio immobiliare del Comune e di altri soggetti sia pubblici che privati. Rechichi è socio privato della Multiservizi e gli inquirenti lo accusano di essere un uomo dei Tegano. Gli investigatori hanno avvertito che il Comune di Reggio non è coinvolto nell’indagine. Ma si apre comunque una pagina inquietante perché se le accuse dovessero risultare fondate si scoprirà che il Comune era in società su un servizio di straordinaria importanza con quella che gli stessi investigatori considerano il più potente clan mafioso della città.
Giuseppe Pignatone, Procuratore di Reggio, ha detto che: ”Con le indagini di queste settimane siamo riusciti a verificare gravi indizi di colpevolezza a carico dei fermati per il reato di associazione mafiosa. Abbiamo anche ascoltato le intercettazioni ambientali e telefoniche che confermano, almeno finora, che a nessun mafioso e’ dato conoscere il livello di comando che lo sovrasta gerarchicamente”.
Per il capo della squadra mobile, Renato Cortese: ”E’ stata un’operazione che denota l’alta professionalità della polizia di Stato e dello Sco. I fermati sono personaggi di assoluto rilievo nel panorama mafioso cittadino che sono spesso protagonisti in tutte le indagini di polizia giudiziaria degli ultimi anni”.
redazione@approdonews.it