‘Ndrangheta, scacco alle cosche vibonesi, coinvolti 158 soggetti, 75 provvedimenti restrittivi e sequestrati beni per oltre 169 milioni di euro. I nomi In corso di esecuzione in Italia e in Svizzera nei confronti di importanti esponenti della criminalità organizzata. VIDEO
Operazione “Imponimento”
Alle prime ore di oggi 21 luglio 2020, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro e il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza di Roma, diretti e coordinati dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione al Fermo di Indiziato di delitti emesso dalla Procura della Repubblica nei confronti di 74 indagati per i delitti di associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione finalizzata alla produzione, al traffico di sostanze stupefacenti e altri numerosi delitti, e hanno dato esecuzione, altresì, a numerose perquisizioni.
L’attività, in una indagine che coinvolge complessivamente 158 soggetti, interviene in concomitanza con una analoga attività svolta in Svizzera, con l’esecuzione di arresti e perquisizioni da parte dell’Autorità Elvetica, la cui collaborazione è stata preziosissima.
Si tratta di una azione che vede impegnate le Autorità Giudiziarie e Forze di Polizia dei due Paesi, nel quadro di un’organica ricostruzione di molteplici attività delittuose poste in essere, sul territorio nazionale e all’estero, da diversi esponenti dell’organizzazione criminale che fa capo alla cosca Anello-Fruci, radicata in Filadelfia e comuni limitrofi, operante nel territorio che collega Lamezia Terme alla provincia di Vibo Valentia, che controlla ‘ndranghetisticamentei comuni ricadenti in tale area, e che presenta le sue proiezioni in Europa.
A carico degli indagati destinatari del fermo, sono stati ipotizzati, a vario titolo, gravi delitti, fra i quali, associazione mafiosa, associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, turbative d’asta, corruzione,fittizia intestazione di beni, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, detenzione e traffico di armi, danneggiamenti, traffico di moneta falsa, traffico di influenze illecite, truffe ai danni dell’I.N.A.I.L., reati ambientali, tutte le condotte contestate con l’aggravante della modalità e/o finalità mafiosa.
L’esecuzione odierna scaturisce da una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore della Repubblica Dott. Nicola Gratteri, dal Procuratore Aggiunto Dott. Vincenzo Capomolla e dal Sost. Procuratore Dott. Antonio De Bernardo, e dalla Procura della Confederazione Elvetica, e ha visto impegnati oltre 720 finanzieri del Comando Provinciale di Catanzaro e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma, con il supporto degli altri Comandi Provinciali della Guardia di Finanza della Calabria e del Servizio Aeronavale del Corpo, oltre ad appartenenti alla Polizia Federale Svizzera.
L’indagine, impegnativa e prolungata nel tempo,è stata svolta nell’ambito di una Squadra Investigativa Comune (Joint Investigation Team) costituita a L’Aia (NL), presso Eurojusttra Magistratura e Forze di Polizia di Italia e Svizzera, cui hanno aderito, per l’Italia, la Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro eil Servizio Centrale d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza di Roma; per la Svizzera,la Procura della Confederazione Elvetica – Divisione Protezione dello Stato, Terrorismo, Organizzazioni criminali diBerna e la Polizia FederaleSvizzera.
Vi è stata una costante e proficua collaborazione tra gli organismi dei due paesi con lo scambio dei risultati investigativi, particolarmente incisivi, anche di natura tecnica.
La costituzione della S.I.C. (J.I.T.)si è rivelato uno strumento di cooperazione internazionaleimportantissimo nella gestione delle indagini e nella condivisione del patrimonio informativo e probatorio, acquisito nel corso delle attività svolte nei diversi Paesi, e sotto questo profilo l’attività di coordinamento internazionale svolta dal Desk Italiano presso Eurojust è stata preziosissima.
È stato, inoltre, eseguito il sequestrato preventivo d’urgenza disposto dal P.M. di beni immobili, aziende, società, beni mobili registrati, rapporti bancari, riconducibili ai principali indagati, per un valore stimato in oltre 169 milioni di euro.
Le indagini condotte dagli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/G.I.C.O. di Catanzaro e dallo S.C.I.C.O. di Roma, prodromiche all’emanazione del provvedimento di sequestro, hanno consentito di ricostruire in capo agli indagati un notevole complesso patrimoniale ubicato perlopiù in Calabria, costituito da 124 terreni, 116 fabbricati, 26 società, 19 ditte individuali, 84 automezzi, 2 moto e diversi rapporti bancari e finanziari, detenuto sia direttamente che attraverso prestanome, il cui valore è risultato sproporzionato rispetto alle capacità economico-reddituali dei rispettivi titolari.A tal riguardo, è stato particolarmente utile anche lo sviluppo delle segnalazioni per operazioni sospette, analizzate dagli investigatori delle Fiamme gialle, riguardanti diversi indagati, alcuni dei quali tra i più stretti collaboratori del capo cosca.
Tra i beni sequestrati anche tre noti villaggi turistici, tra i più grandi della Calabria, ubicati nelle zone di Parghelia (VV), Pizzo Calabro (VV) e Curinga (CZ), per i quali si è ipotizzata la messa a disposizione della cosca ANELLO-FRUCI al fine di consentire alla stessa il conseguimento del proprio programma criminoso.
Le indagini, che hanno beneficiato, oltre che dei riscontri di numerosissime attività di intercettazione telefonica ed ambientale, di puntuali dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia (sono state utilizzate le dichiarazioni di ben 29 collaboratori di giustizia), hanno consentito di delineare i profili della cosca quale organismo in grado di muoversi agevolmente entro, ma anche ben oltre, il proprio territorio di competenza e dotato di un esteso patrimonio materiale ed umano che gliha permesso di essere presente sui contesti più diversificati, così come di interloquire con le altre cosche, sia territorialmente prossime che più distanti.
Si tratta di una organizzazione criminale, al vertice della quale si pone ANELLO Rocco, non attinto dall’odierno provvedimento di fermo in quanto già detenuto in carcere, così come altri sodali.
L’operatività del sodalizio, in passato,con a capo lo stesso Rocco ANELLO affiancato dal fratello Tommaso ANELLO,da Giuseppe FRUCI e da Vincenzino FRUCI,è stata giudiziariamente accertata con la sentenza n. 63 del 22 marzo 2004, del Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Catanzaro, confermata in Appello (c.d. operazione “Prima”).
Negli anni successivi, sebbene i suoi esponenti siano stati attinti da vari provvedimenti giudiziaria, la consorteria criminale non si è disgregata, ma ha conservato il suo nucleo centrale ben saldo.
Le indagini, delegate alla Guardia di Finanza (l’operazione è convenzionalmente denominata “Imponimento”),hanno consentito di delineare un contesto nel quale l’associazione, nel suo complesso, si avvale della forza d’intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, allo scopo dicommettere delitti,acquisire direttamente e indirettamente la gestione e/o controllo di attività economiche, in particolare nel settore turistico/immobiliare, deformando le logiche imprenditoriali che normalmente regolano i traffici commerciali di un’economia sana, condizionando i diversi settori della vita economica e sociale, e affermando il controllo egemonico sul territorio anche mediante reciproci accordi tra cosche operanti in articolazioni territoriali diverse.
L’estensione del raggio d’azione su cui la cosca era in grado di esercitare il suo controllo, e la diversificazione dei settori, prevedeva, necessariamente, un altrettanto estesa rete di informazione e “tutela” curata da un notevole numero di personaggi posti a vedetta dei luoghi più importanti (abitazione del boss e dei suoi familiari, luoghi di incontro, vie di transito su Filadelfia), utilizzati quali tramite per l’effettuazione di comunicazioni telefoniche o, ancora, quali informatori della cosca.Di tale ultima categoria facevano parte, tra gli altri, un appartenente alla Guardia di Finanza fermatocon l’accusa di rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, anchecon l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di procurarsi un indebito profitto patrimoniale, oltre che con l’aggravante della modalità e finalità mafiosa.
I rapporti della cosca ANELLO-FRUCI registrati con le altre consorterie dell’ampio distretto di Catanzaro – già emersi nel p.p. 2239/14 RGNR c.d. Rinascita, i cui esiti complessivi, con la leadership di Mancuso Luigi, trovano ulteriore conferma nei risultati del presente procedimento -riguardavano sostanzialmente tutte le maggiori cosche di ‘ndrangheta attinte dai provvedimenti giudiziari emessi negli ultimi anni nei procedimenti trattati da questa Direzione Distrettuale Antimafia (in particolare la MANCUSO di Limbadi, i BONAVOTA di Sant’Onofrio, i TRIPODI di Vibo Marina, i LO BIANCO di Vibo Valentia, gli ACCORINTI di Zungri, IOZZO-CHIEFARI di Chiaravalle Centrale, i BRUNO di Vallefiorita, esponenti della consorteria dei TRAPASSO di S. Leonardo di Cutro), oltre che le cosche della provincia di Reggio Calabria(i PESCE di Rosarno, gli ALVARO di Sinopoli), nonché operanti in Sicilia.
Si tratta di rapporti fatti di reciproci scambi e richieste per la risoluzione di problemi piuttosto che per la spartizione di affari e per il rifornimento di armi o droga.
Le indagini hanno documentato, peraltro, alcun specifici“summit mafiosi”, tra gli esponenti di vertice della cosca ANELLO ed esponenti tanto della cosca “MANCUSO” di Limbadi, quanto della cosca “TRIPODI” di Vibo Marina nonché della ‘ndrina “LO BIANCO-BARBA” di Vibo Valentia; si tratta di “summit” finalizzati a chiarire disguidi o incomprensioni riguardanti, tra gli altri, l’affidamento dei lavori nei settori di influenza dell’organizzazione criminale, quale lo sfruttamento delle risorse boschive, ovvero pretese dei gruppi criminali dei LO BIANCO e dei TRIPODI nei confronti di un imprenditore del settore turistico,FACCIOLO Antonio,ritenuto organico alla consorteria ANELLO.
Diversi i settori su cui la cosca esercitava il totale controllo e plurime le condotte delittuose ipotizzate:
– Settore turistico: attraverso una profonda infiltrazione all’interno di alcune delle più importanti realtà della fascia tirrenica del territorio di azione,rispetto alle quali, alcuni imprenditori del settore,i fratelli STILLITANI Emanuele e Francescantonio,ponendosi quali concorrenti esterni al sodalizio mafioso “ANELLO-FRUCI”, ne hanno rafforzato la sfera di influenza, rendendosi parte attiva in condotte estorsive e favorendo la gestione dei servizi e delle forniture dei villaggi in capo alla cosca stessa, traendone i relativi benefici sia in termini di protezione mafiosa che di tipo economico; forniture, guardiania e servizi connessi all’attività erano a gestione esclusiva della cosca;
– Sfruttamento del settore boschivo: gli interessi della cosca erano rivolti al remunerativo settore dei tagli boschivi nella zona a cavallo tra le pre-serre vibonesi e catanzaresi. In tale settore la cosca, attraverso l’imprenditoredi riferimento, MONTELEONE Nicola Antonio, organico alla consorteria e uomo di fiducia del capo cosca ANELLO Rocco, aveva creato un collaudato meccanismo collusivo di rotazione nell’aggiudicazione delle gare relative agli appalti boschivi, tra gli imprenditori di riferimento delle cosche dei territori limitrofi, IOZZO di Chiaravalle e BRUNO di Vallefiorita, per definire la spartizione dei boschi stessi. Tale meccanismo mafioso, posto in essere attraverso turbative d’asta e illecita concorrenza sleale, godeva dell’appoggio di amministratori e tecnici comunali: MONTELEONE era in grado di muoversi all’interno degli uffici comunali determinando tempistiche e fasi di gara a piacimento della cosca;
– Interessi in Svizzera, il legame di ANELLO Rocco con la Svizzera, sede di investimenti e traffici illeciti della cosca, è di lunga data. I principali referenti degli ANELLO-FRUCI in territorio elvetico, MASDEA Carmelo (uomo soprattutto vicino aANELLO Tommaso), GALATI Marco e MASDEA Fiore Francesco, ne curavano gli affari provvedendo al comparto armi e gestione attività economiche, riscuotendo soldi (le cosiddette “potature”) e trasportando, in contanti, ingenti somme di denaro verso Filadelfia;
– Movimento terra e fornitura di calcestruzzo: le imprese riconducibili a Rocco ANELLO esercitavano il monopolio per le opere di movimento terra sui cantieri del territorio di competenza per la costruzione di supermercati, edifici pubblici, strutture turistico-alberghiere; grazie al suo capillare controllo del territorio riusciva a intervenire su di essi anche prima dell’avvio dei lavori, definendo tempistiche e prezzi dei lavori e addirittura, in un caso, e godendo del favore del committente, organizzando la fase dello smaltimento dei materiali tossici di risulta, che venivano illecitamente sversati in aree naturalistiche protette, cagionando una significativa compromissione del suolo e del sottosuolo; ancora, la consorteria imponeva alla aziende operanti nel proprio territorio di rifornirsi presso l’impianto di calcestruzzo riconducibile ad un altro fedelissimo, PRESTANICOLA Daniele;
– Acquisizioni immobiliari: terreni, capannoni, immobili di pregio e interi compendi immobiliari, anche con il concorso di professionisti, e di figure dirigenziali all’interno dei comuni, diventavano di proprietà di Rocco ANELLO attraverso l’intestazione fittizia a terzi. Ciò permetteva alla cosca, unitamente ad episodi di autoriciclaggio registrati, di acquisire un patrimonio sempre crescente e al riparo da eventuali aggressioni da parte degli organi di legge;
– Truffe INAIL:il meccanismo collaudato predisposto e attuato dal sodale BELLISSIMO Nazzareno, con il concorso di un dipendente dell’INAIL, e in alcune occasioni anche con l’intervento di altri esponenti della cosca (MONTELEONE Nicola Antonio e ANELLO Francescantonio) si concretizzava mediante la commissione di una serie sistematica di delitti funzionali a conseguire l’indennizzo per supposti incidenti sul lavoro dei quali veniva creata l’apparenza, anche tramite false assunzioni, o comunque per ottenere il riconoscimento di indennità in misura superiore a quella spettante. Connesso a ciò anche la consumazione di delitti di estorsioni nei confronti dei percettori che non volevano consegnare loro la parte di denaro pattuita;
– Riciclaggio automezzi: la cosca si dedicava con altrettanta spregiudicatezza al riciclaggio di automezzi rubati o anche solo parti di essi. Con un’attenzione quasi spasmodica al “mercato” e alla disponibilità dei mezzi di volta in volta di interesse, gli accoliti si mostravano in grado di operare anche personalmente, dal punto di vista meccanico, sugli automezzi, manomettendo all’occorrenza i telai in modo da renderli irrintracciabili.
Un vero e proprio arsenale quello rinvenuto e sequestrato per conto del sodalizio ANELLO-FRUCI: fucili, carabine, kalashnikov, pistole di diversi calibri e munizionamento. Le indagini condotte hanno fatto emergere come il traffico di armi venisse svolto anche oltre confine, in Svizzera.
L’attività di indagine ha, altresì, evidenziato la operatività di una specifica organizzazione riconducibile agli esponenti di vertice della cosca, dedita alla produzione e al traffico di sostanze stupefacenti.
Nel corso delle indagini sono stati sequestrati ingenti quantitativi di sostanza stupefacente: quattro piantagioni di marijuana per un totale di circa 6000 piante, 65 kg circa della medesima sostanza già essiccata e pronta per essere immessa sul mercato; è emersa, altresì, l’opera di l’approvvigionamento di eroina nella provincia di Foggia.
Le recenti emerge, infine, hanno consentito di rilevare che tre indagati destinatari del fermo avevano ottenuto misure di sostegno del reddito, nella forma del “Reddito di Cittadinanza” (RdC), la misura di contrasto alla povertà, finalizzata al reinserimento nel mondo del lavoro e all’inclusione sociale, della quale uno risultava aver beneficiato quale diretto richiedente e, negli altri due casi, ne avevano beneficiato quali componenti di un nucleo familiare.
Si è, altresì, rilevato che due imprese, riconducibili ad altrettanti indagati destinatari del fermo, hanno avuto accesso al “Fondo centrale di garanzia PMI”, misura di sostegno statale per l’accesso agevolato al credito, rivolto sia alle piccole e medie imprese che alle persone fisiche, la cui attività imprenditoriale era stata danneggiata dall’emergenza COVID-19; una di tali imprese è anche oggetto di provvedimento di sequestro d’urgenza.
Tra gli indagati risulta anche l’ex assessore regionale Francescantonio Stillitani, ex sindaco di Pizzo
Gli indagati dell’operazione “Imponimento”
Antonio Anania, 39 anni di Curinga (Cz)
Bruno Simone Anania, 29 anni di Curinga (Cz)
Giuseppa Anania, 54 anni di Curinga (Cz)
Cristina Anello, 30 anni di Filadelfia (Vv)
Francescantonio Anello, 31 anni di Filadelfia (Vv)
Giovanni Anello, 31 anni di Filadelfia (Vv)
Giuseppe Anello, 36 anni di Filadelfia (Vv)
Roberto Anello, 33 anni di Filadelfia (Vv)
Rocco Anello, 59 anni di Filadelfia (Vv)
Rocco Anello, 29 anni di Filadelfia (Vv)
Tommaso Anello, 56 anni di Filadelfia (Vv)
Giovanni Angotti, 51 anni collaboratore di giustizia
Francesco Apostoliti, 76 anni di Filadelfia (Vv)
Antonio Bruno Arone, 57 anni di Monterosso (Vv)
Antonio Attisani, 25 anni di Filadelfia (Vv)
Antonio Attisani, 49 anni di Francavilla Angitola (Vv)
Luciano Babbino, 41 anni di Vallefiorita (Cz)
Vincenzo Barba, 68 anni di Vibo Valentia
Giuseppe Barbieri, 47 anni di Sant’Onofrio (VV)
Angela Bartucca, 50 anni di Filadelfia (VV)
Maria Teresa Battaglia, 37 anni di Maierato (VV)
Nazzareno Bellissimo, 38 anni di Monterosso Calabro (VV)
Luca Belsito, 30 anni di Pizzo (VV)
Giuseppe Bertucci, 45 anni di Gerocarne (Vv)
Raffaele Mariano Bertucci, 56 anni di Spadola (VV)
Giovanni Bevilacqua, 58 anni di Gioia Tauro (RC)
Domenico Bonavota, 41 anni di Sant’Ononfrio (VV)
Domenico Bretti, 50 anni di Filadelfia (VV)
Vito Bretti, 23 anni di Polia (VV)
Domenico Calabria, 51 anni di Rombiolo (VV)
Francesco Caridà, 52 anni di Pizzo (VV)
Antonio Caruso, 43 anni di Filadelfia (VV)
Giovanni Caruso, 41 anni di Filadelfia (VV)
Mario Caruso, 55 anni di Filadelfia (VV)
Filippo Catania, 59 anni di Vibo Valentia
Simone Catanzaro, 38 anni di Curigna (Cz)
Antonio Cerra, 31 anni di Lamezia Terme
Vito Chiefari, 47 anni di Torre Ruggiero (Cz)
Damiano Ciancio, 49 anni di Dasà (VV)
Domenico Ciconte, 52 anni di Sorianello (VV)
Patricia Ciliberto, 44 anni di Maida (Cz)
Francesco Conidi, 30 anni di Polia (VV)
Salvatore Contartese, 43 anni di Limbadi (VV)
Bruno Cotrese, 65 anni di Capistrano (VV)
Francesco Cortese, 48 anni di Monterosso Calabria (VV)
Francesco Cosmano, 33 anni di Filadelfia (VV)
Giuseppe Costantino, 36 anni di San Pietro a Maida (Cz)
Alfredo Cracolici, 34 anni di Pizzo (VV)
Domenico Cracolici, 38 anni di Maierato (VV)
Francesco Crigna, 50 anni di Parghelia (VV)
Vincenzo Cutrullà, 59 anni di Pizzo (VV)
Salvatore Danieli, 36 anni collaboratore di giustizia
Antonio Dastoli, 46 anni di Filadelfia (VV)
Giuseppe De Luca, 50 anni di Ionadi (VV)
Vincenzo De Nisi, 35 anni di Curinga (Cz)
Antonio Defina, 70 anni di Sant’Onofrio (VV)
Giovanni Damiano Deodato, 66 anni di Cenadi (Cz)
Antonio Dieni, 46 anni di Catanzaro
Andrea Dominelli, 32 anni di Chiaravalle Centrale (Cz)
Gennaro D’Urso, 67 anni di Sant’Angelo a Fasanella (Sa)
Giovanni Fabiano, 52 anni di Petrizzi (Cz)
Antonio Facciolo, 61 anni di Vibo Valentia
Giuseppe Fortuna, 43 anni di Filogaso (VV)
Giuseppe Fortuna, 57 anni di Vibo Valentia
Nazzareno Franzè, 68 anni di Cessaniti (VV)
Domenico Fraone, 49 anni di Parghelia (VV)
Giuseppe Fruci, 51 anni di Curinga (Cz)
Vincenzino Fruci, 44 anni di Curinga (Cz)
Angelo Galati, 35 anni di Filadelfia (VV)
Antonio Luciano Galati, 24 anni di Oftringen (Svizzera)
Giuseppe Galati, 47 anni di Filadelfia (VV)
Marco Galati, 54 anni residente in Svizzera
Mario Galati, 61 anni di Polia (VV)
Tommaso Galati, 71 anni di Filadelfia (VV)
Domenico Gallello, 51 anni di Maida (CZ)
Giovanni Giardino, 48 anni di Maida (CZ)
Salvatore Giorgio, 46 anni di Chiaravalle Centrale (CZ)
Gaetano Gori, 35 anni di Cardinale (CZ)
Claudio Gregorace, 30 anni di Filadelfia (VV)
Teodoro Grizzaffi, 51 anni residente di Maida (Cz)
Massimo Gugliotta, 41 anni di Curinga (CZ)
Ariosto Guzzo, 38 anni di Maida (CZ)
Francesco Iannazzo, 40 anni di Lamezia
Domenico Iannazzo, 41 anni di Lamezia Terme
Romeo Ielapi, 48 anni di Filadelfia (Vv)
Giuseppe Iozzo, 38 anni di Monterosso Calabro (VV)
Mario Iozzo, 61 anni di Chiaravalle Centrale (CZ)
Domenico Lo Bianco, 58 anni di Vibo Valentia
Paolino Lo Bianco, 57 anni di Vibo Valentia
Francesco Mallace, 43 anni di Vibo Valentia
Domenico Paolo Malta, 31 anni di Maierato (VV)
Teodoro Mancari, 26 anni di Filadelfia (VV)
Carmelo Masdea, 53 anni residente in Svizzera
Fiore Francesco Masdea, 60 anni residente in Svizzera
Giovanni Mastrandrea, 36 anni di Filadelfia (VV)
Antonio Mazzotta, 23 anni di Curinga (CZ)
Pasquale Mazzotta, 50 anni di Francavilla Angitola (VV)
Vincenzo Mazzotta, 41 anni di Monterosso Calabro (Vv)
Gianni Melina, 47 anni di Cenadi (Cz)
Giuseppe Mercuri, 44 anni di Limbadi (Vv)
Francesco Michienzi, 40 anni collaboratore di giustizia
Giacomo Michienzi, 47 anni di Francavilla Angitola (Vv)
Maurizio Michienzi, 49 anni di Filadelfia (Vv)
Stefano Montauro, 27 anni di Curinga (Cz)
Cosimo Monteleone, 66 anni di Polia (Vv)
Monteleone Nicola Antonio, 40 anni di Polia (Vv)
Serafino Nero, 65 anni di Decollatura (Cz)
Francesco Notarisi, 50 anni di Maida (Cz)
Giuseppe Panzarella, 39 anni Curinga (Cz)
Alfredo Papa, 62 anni di Lucefa (Fg)
Francesco Pellegrino, 52 di Filadelfia (Vv)
Francesco Perugino, 60 anni di Maida (Cz)
Massimo Pezzoli, 54 anni di Bologna
Salvatore Pilieci, 38 anni di Capistrano (Vv)
Domenico Salvatore Polito, 54 anni di Tropea (Vv)
Rocco Polito, 45 anni di Curinga (Cz)
Franco Pontieri, 47 anni di Nocera Terinese (Cz)
Daniele Prestanicola, 38 anni di Maierato (Vv)
Domenico Prestanicola, 42 anni di Pizzo (Vv)
Rocco Prestanicola, 63 anni di Maierato (Vv)
Rosario Pugliese, 54 anni di Vibo Valentia
Vincenzo Renda, 49 anni di Vibo Valentia
Domenico Rigillo, 48 anni di San Vito sullo ionio (Cz)
Michelino Rizzo, 37 anni di Filogaso (Vv)
Giuseppe Rondinelli, 71 anni di Filadelfia (VV)
Pasquale Rondinelli, 40 anni di Filadelfia (VV)
Vincenzo Rondinelli, 42 anni di Filadelfia (VV)
Giuseppe Ruccella, 39 anni di Filogaso (VV)
Filippo Ruggiero, 63 anni di San Gregorio d’Ippona (VV)
Domenico Ruscio, 36 anni di Filadelfia (VV)
Gaetano Ruscio, 36 anni di Filadelfia (VV)
Natale Ruscio, 37 anni di Rende (CS)
Domenico Ruttigliano, 32 anni di Curinga (CZ)
Fabio Schicchi, 51 anni di Lamezia Terme
Pasquale Scordo, 77 anni di Tropea (VV)
Francesco Serratore, 51 anni di Curinga (CZ)
Mario Serratore, 45 anni di Filadelfia (VV)
Angelo Sgrò, 45 anni di San Pietro Maida (CZ)
Aldo Sgromo, 38 anni di Curinga (CZ)
Salvatore Sisca, 36 anni di Filadelfia (VV)
Emanuele Stillitani, 65 anni di Pizzo (VV)
Francescantonio Stillitani, 67 anni di Pizzo (VV)
Gino Stranges, 51 anni di Conflenti (CZ)
Maria Alfonsina Stuppia, 55 anni di Roma
Andrea Simone Suriano, 43 anni di Vibo Valentia
Antonio Talarico, 65 anni di Lamezia Terme,
Francescantonio Tedesco, 52 anni di Ionadi (VV)
Alessandro Teti, 50 anni di Cenadi (CZ)
Giuseppe Tonietti, 50 anni di Pizzo (VV)
Antonio Mario Tripodi, 56 anni di Vibo Valentia
Domenico Tripodi, 53 anni di Vibo Valentia
Sante Tripodi, 47 anni di Vibo Valentia
Francesco Antonello Trovato, 34 anni di Curinga (Cz)
Pietro Verdelli, 46 anni di Figline Vegliaturo (Cs)
Oreste Vona, 45 anni di Petilia Policastro (Kr)
Michele Zangari, 44 anni di Cinquefrondi (Rc)
Salvatore Zungri, 56 anni di Rizziconi (Rc)