‘Ndrangheta stragista. Omicidio dei carabinieri Fava e Garofalo, annullate con rinvio le condanne all’ergastolo di Filippone e Graviano Questa la conclusione della Sesta sezione della Corte di Cassazione presieduta da Pierluigi Di Stefano, il processo ‘Ndrangheta stragista nei confronti del boss di Brancaccio Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, ritenuto della cosca Piromalli di Gioia Tauro, difesi dagli avvocati Guido Contestabile e Salvatore Staiano
redazione | Il 17, Dic 2024
La sentenza per il duplice omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, uccisi in un agguato il 18 gennaio 1994 lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, a Scilla è stata annullata con rinvio dalla Sesta Cassazione presieduta da Pierluigi Di Stefano, così anche per gli attentati di fine 1993, ai danni di altre due pattuglie dell’Arma.
Si tratta del cosiddetto processo della ‘ndrangheta stragista nei confronti del boss di Brancaccio Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, ritenuto vicino alla potente cosca dei Piromalli di Gioia Tauro, entrambi condannati all’ergastolo nel 2023 dalla Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria.
La Suprema Corte ha rigettato il ricorso solo per un capo di imputazione contestato a Rocco Santo Filippone che era sotto processo anche per associazione mafiosa. La sua condanna, solo per questo reato a 18 anni di carcere, diventa così definitiva. Occorrerà leggere le motivazioni della Suprema Corte per capire il perché non ha retto l’impianto accusatorio del processo nato da un’inchiesta coordinata dal procuratore Giuseppe Lombardo sugli attentati ai carabinieri consumati in Calabria. Agguati che, secondo la Dda, rientrano nelle cosiddette “stragi continentali”, che hanno insanguinato l’Italia all’inizio degli anni Novanta, messe in atto da Cosa nostra ed alle quali avrebbero partecipato le cosche calabresi della ‘ndrangheta.
Occorrerà leggere le motivazioni della Suprema Corte per capire il perché non ha retto l’impianto accusatorio del processo ‘ndrangheta stragista, nato da un’inchiesta coordinata dal procuratore Giuseppe Lombardo sugli attentati ai carabinieri consumati in Calabria.
I difensori di Filippone, gli avvocati Contestabile e Staiano hanno affermato che “Non vi è compiacimento poiché questo esito era stato ampiamente previsto da noi difensori sin dal primo minuto”.