“Negato il diritto alla salute” Assotutela si scaglia contro i tagli della sanità del Lazio
Al pronto soccorso del San Camillo sono 120
le persone in attesa di essere visitate. Per i codici verdi si prevede
addirittura una sosta di tre giorni. Medici e infermieri sono esasperati.
In tanti, finito il turno, sono costretti a restare inchiodati al paziente
a cui si stanno dedicando, in regime di volontariato perché nessuno
retribuisce le ore di necessario trattenimento in servizio. SantAndrea
stesso quadro, qui addirittura i pazienti con sofferenza bronco-polmonare
sono ricoverati in reparti diversi per disperazione. Lancia lallarme il
presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che insiste: Potremmo citarli
tutti, i pronti soccorsi romani, che vivono i riflessi negativi del
selvaggio taglio di ulteriori 237 posti letto, per agevolare altri comuni e
province del Lazio che, nella redistribuzione legata alla riorganizzazione
della rete sanitaria sono stati premiati rispetto alla Capitale, non si sa
in nome di cosa. O meglio, crediamo di saperlo. Nella guerra tra poveri
innescata dai decreti del commissario ad acta per la sanità Nicola
Zingaretti, viene il sospetto che, piuttosto che basarsi su una oculata
programmazione si sia privilegiato il concetto del campanile, o meglio, del
collegio elettorale. Non vorremmo che fosse sufficiente un comunicato di
fuoco di qualche consigliere che ha il suo orticello qua e là nella Regione
Lazio, per far scattare la molla del letto-premio a dispetto di Roma. Siamo
vicini pertanto, a quei direttori generali delle grandi aziende romane che
si barcamenano ogni giorno per garantire i livelli minimi di assistenza,
quotidianamente negati dal pull regionale che gestisce la sanità pubblica,
conclude Maritato.