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Nel Messinese resta l’allarme, ma la situazione migliora

Nel Messinese resta l’allarme, ma la situazione migliora

| Il 24, Nov 2011

Tre i morti trovati sotto il fango, si cerca ancora un corpo

Nel Messinese resta l’allarme, ma la situazione migliora

Tre i morti trovati sotto il fango, si cerca ancora un corpo

 

 

(ANSA) MESSINA – E’ trascorsa senza problemi la notte a Saponara, il paese sulla fascia tirrenica del Messinese dove martedì sera una frana causata dal maltempo ha travolto e ucciso tre persone: un bambino di dieci anni, Luca Vinci, un operaio delle acciaierie di Milazzo, Luigi Valla, 55 anni, e il figlio Beppe, 28 anni, laureando in Medicina. Nelle zone colpite dall’alluvione si è registrata solo una leggera pioggia, che non ha provocato grossi disagi, anche se permane lo stato di allerta di “moderata criticità” diffuso dalla Protezione Civile regionale. Prosegue intanto il lavoro di monitoraggio svolto dall’unità di crisi istituita presso la Prefettura di Messina, dove ieri pomeriggio si è svolto un vertice con la partecipazione del Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, di quello dell’ambiente Corrado Clini e del capo Dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli. A Saponara si continua a scavare per liberare le case e la strade dal fango nel piccolo borgo di Scarcelli, la frazione del Comune dove si è staccato il costone roccioso che ha provocato la frana. Il sindaco, Nicola Venuto, ieri ha firmato anche un ordine di evacuazione per 12 famiglie che abitano in edifici ritenuti a rischio dalle squadre dei vigili del fuoco.

I vigili del fuoco di Messina hanno comunicato che ancora non è stato possibile recuperare il corpo di Luigi Valla, l’operaio di 55 anni che due sere fa è rimasto travolto dal fango insieme al figlio, nella casa di Saponara dove viveva. Il corpo del figlio, Giuseppe Valla, 28 anni, laureando in medicina, è stato trovato ieri pomeriggio. Continuano dunque in mezzo a fango e detriti le ricerche di vigili del fuoco, carabinieri e uomini della Protezione civile.

“Il dissesto idrogeologico è una priorità assoluta, e quello che sto cercando di fare di corsa è di ridefinire il fabbisogno per l’ambiente in modo che sia legato a obiettivi di spesa precisi limitando i margini di discrezionalità delle amministrazioni locali”. Così il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, risponde, nel corso della trasmissione Radio Anch’io, a una domanda sui dati diffusi dalla CGGIA di Mestre secondo cui solo l’1 per cento dei 41 miliardi stanziati per la protezione dell’ambiente vengono spesi per contrastare il dissesto idrogeologico. “Buona parte delle risorse destinate alla protezione dell’ambiente – ha spiegato – sono state destinate a opere che in realtà sono di risistemazione di arredi urbani piuttosto che di infrastrutture. Le autonomie locali individuano le loro priorità con altri obiettivi”.

Un boato, come un terremoto, e il fango che travolge le case di via Roma. Così una serata di pioggia torrenziale trasforma Saponara, paese ‘presepe’ della collina Peloritana, in un inferno. Un costone roccioso staccatosi dalla montagna ‘inghiotte’ una palazzina del piccolo borgo di Scarcelli uccidendo tre persone: un bambino di 10 anni, Luca Vinci, un laureando in medicina, Beppe Valla, di 28, e suo padre Luigi, di 55, operaio delle acciaierie a Milazzo, sindacalista della Fiom. Sono i componenti di due nuclei familiari che abitano nello stesso edificio.

Quando il fiume di fango investe la palazzina il piccolo Luca è con la mamma, Piera, 28 anni, incinta, e il compagno della donna, Gianluca. Sono loro a estrarlo dalla melma che lo sommerge, ma è troppo tardi: il bimbo è già morto. In casa Valla, al piano superiore, al momento della tragedia ci sono tre persone: madre, padre e il figlio Beppe; l’altro figlio, un ragazzo di 25 anni, si trova fortunatamente a Villafranca Tirrena. La donna si aggrappa disperatamente all’inferriata di un balcone e viene salvata da alcuni vicini. Per padre e figlio, scesi al piano terra per rendersi conto di quanto sta accadendo, non c’é niente da fare. Il corpo del ragazzo viene estratto dal fango nel primo pomeriggio di oggi, per il padre si scava ancora. Per entrambi dovranno intervenire i carabinieri del Ris con il compito di ricomporre le salme smembrate dal peso del fango.

All’inizio la tragedia sembra assumere dimensioni ancora più pesanti. Nella notte, mentre si scava ancora a mani nude, la Protezione civile regionale parla di quattro morti e altrettanti dispersi. Poi il bilancio, pur nella sua drammaticità, viene parzialmente ridimensionato. Due donne, di 28 e 50 anni, vengono salvate dai vigili del fuoco poco prima di essere completamente sommerse dal fango. La macchina dei soccorsi è immediata, anche se i collegamenti sono rallentati da frane e smottamenti che investono la strada statale ionica e alcune provinciali. Sul posto arrivano i vigili del fuoco, la brigata Aosta dell’esercito, la protezione civile, carabinieri e volontari. Ma la tragedia è già consumata. Si salvano le persone rimaste bloccate nelle case, soprattutto ai piani alti e sui balconi. “E’ stata un’esperienza terribile mi è sembrato di morire – racconta Enza, 45 anni – ho sentito un boato e ho pensato al terremoto. Poi ho visto due metri di fango coprire la mia casa. Sono fuggita dal balcone, passando sul tetto dell’edificio vicino”.

Così hanno fatto in tanti a Saponara per fronteggiare quello che il capo Protezione civile nazionale, Franco Gabrielli, definisce “un evento eccezionale”. Nulla a che vedere con Giampilieri, insomma. Anche perché, spiega il sindaco Nicola Venuto, “a memoria d’uomo non era mai accaduto niente del genere” e la zona “non era considerata a rischio”. Una valutazione condivisa anche dagli abitanti, soprattutto dai più anziani. Carmelo, 75 anni, agricoltore non si dà pace: “la zona è tenuta pulita, è coltivata, non è possibile…”.

La collina è franata, sottolinea lo stesso Gabrielli, per l’enorme quantità di pioggia caduta: 260 millilitri in 12 ore. E la Procura di Messina, che nei giorni scorsi aveva inviato 18 avvisi di conclusione indagine nei confronti di amministratori e tecnici indagati per l’alluvione di Giampilieri che costò la vita a 37 persone, apre un fascicolo a carico di ignoti con le stesse ipotesi di reato: disastro colposo e omicidio colposo.Ma non ci sarà un’altra Giampilieri sul piano degli interventi assicurano i ministri dell’Interno, Annamaria Cancellieri, e dell’Ambiente, Corrado Clini, a Messina per un vertice sull’emergenza maltempo. “La nostra presenza qui – spiega il responsabile del Viminale – è su delega del presidente Monti per assicurare la vicinanza del governo con la popolazione”. Clini auspica “l’aggiornamento della mappa sulla vulnerabilità idrogeologica.

E Gabrielli annuncia l’intenzione del premier di trovare una strada legale per sbloccare i 162 milioni per le alluvioni di Giampilieri e San Fratello. Il sindaco di Saponara, intanto, dispone l’evacuazione di 12 famiglie nella zona “a rischio”. Ma molte persone hanno già deciso di andare via da sole. “Non resto qui – afferma Maria, mentre con i bagagli si avvia verso la sua auto – ho visto la morte con gli occhi e stanotte voglio dormire tranquilla. Ho troppo paura, vado via…”. Non è l’unica, anche se c’é un’eccezione, Carmela, 75 anni che stende i panni mentre gli altri abitanti sono in fuga: “ma dove devo andare ho sempre vissuto qui e se devo morire meglio che accada a casa mia”, dice con un filo di rassegnazione. Con gli occhi guarda il cielo coperto di nuvoloni mentre da lontano arriva il suono sordo di violenti tuoni che minacciano pioggia. Sarà un’altra notte di paura a Saponara.

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