Neonato morto a Cosenza, Procura apre inchiesta Indagati due ginecologi e l'ostetrica, disposta l'autopsia
COSENZA – La procura di Cosenza ha aperto un’inchiesta sul caso di un bimbo morto, ieri pomeriggio, all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. Tre sono le persone iscritte nel registro degli indagati, si tratta di due ginecologi e un’ostetrica.
La loro iscrizione sarebbe un atto dovuto, dal momento che sul corpo del piccolo è stata disposta l’autopsia ed è, quindi, necessario procedere con la nomina di eventuali consulenti di parte.
Il dramma si è consumato ieri pomeriggio in sala parto, dove qualcosa non è andato nel verso giusto proprio nei momenti finali del parto stesso. Fonti investigative riferiscono che la testa del neonato sarebbe staccata dal resto del corpo.
Nesci (M5S): “Non bastano le ispezioni, il governo potenzi gli ospedali”
«Nascere in Calabria è diventato un rischio, il che è inaccettabile. Occorre un intervento del governo, che non può limitarsi alle ispezioni ministeriali». Lo denuncia la parlamentare M5s Dalila Nesci, che oggi ha presentato un’interrogazione rivolta al presidente del Consiglio e ai ministri della Salute e dell’Economia sull’ennesimo caso di neonato morto, stavolta presso l’ospedale di Cosenza. «È necessario – continua la deputata – che tutte le istituzioni preposte, politiche e giudiziarie, facciano luce sul tragico accaduto. Gli ispettori del ministero della Salute accertino al più presto i fatti. Occorre, però, che il governo risolva le gravi insufficienze di personale e strutturali, che ci hanno riportato indietro nel tempo, privando pazienti e sanitari di tranquillità e sicurezza».
«Non è la prima volta – afferma ancora la parlamentare – che premo sull’emergenza delle nascite in Calabria. Appena venti giorni fa ho presentato un’altra interrogazione su un episodio simile e ancora da chiarire, avvenuto all’ospedale di Vibo Valentia».
Nesci conclude: «Gli effetti del piano di rientro in Calabria sono devastanti, con la conseguenza surreale che nascere qui espone, paradossalmente e di fatto, alla morte. Il Movimento 5 stelle proseguirà la battaglia a tutela dei cittadini e del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione, che prevede garanzie ben diverse dai riduttivi e incostituzionali livelli essenziali di assistenza».