Nesci (FdI), speriamo ancora per poco Falcomatà come primo cittadino L'esito del voto di domenica ha messo la città nelle condizioni di scegliere con consapevolezza netta la propria guida amministrativa a cui affidare un processo di normalizzazione; per cui, il futuro di Reggio è nelle mani dei reggini
Finita la corsa ad ostacoli per la campagna elettorale, ora Giuseppe Falcomatà pensa di avviarsi al traguardo raccontando frottole condite di pregiudizio e prospettando uno scenario Falcomatà contro un fantomatico nemico straniero. Si ritorna così all’interpretazione farsesca del – speriamo ancora per poco – primo cittadino, che quanto a teatro incarna la quintessenza della commedia dell’arte. L’esito del voto di domenica ha messo la città nelle condizioni di scegliere con consapevolezza netta la propria guida amministrativa a cui affidare un processo di normalizzazione; per cui, il futuro di Reggio è nelle mani dei reggini.
Da fine “parolaio”, però, Falcomatà tenta in queste ore di opporre una narrazione stereotipata, in modo da far scendere il sipario su Minicuci, il quale ha dimostrato in poche battute, che è in grado di marcare stretto l’attuale sindaco senza dover scendere a compromessi, ma mettendo sul piatto argomenti seri e di intervento immediato per le emergenze cittadine. Minicuci, in poco più di un mese di campagna elettorale ha sviluppato una visione politica – Falcomatà non ci è riuscito in sei anni.
Nino Minicuci appare l’uomo giusto al momento giusto; prova ne è che i cittadini lo hanno votato non solo per il suo altissimo profilo, ma anche sull’ esame di fatti messi in moto dalle sue capacità manageriali. La testimonianza genovese, evidentemente ha convinto quei molti che cercano un riscatto senza necessariamente suonare campane ideologiche, ma lasciandosi guidare dai frutti raccolti nei suoi anni di amministrazione.
Invece, ora Falcomatà grida allo scippo e ci riporta indietro nei meandri di una cantilena stravecchia, senza ricordare la storia recente.
La drammatica situazione della città di Reggio Calabria è il risultato di un sindaco che, fino ad oggi, ha tenuto tutti sotto scacco con l’incapacità, l’incompetenza, la negligenza, voltando la faccia dall’altra parte rispetto agli infiniti problemi che assediano i reggini. Piuttosto che trasformare i suoi conterranei in “allocchi” pronti ad abboccare e ad ingurgitare ancora parole vuote, perché Falcomatà non argomenta sul suo indisciplinato mandato? Il peggiore degli amministratori che abbia mai avuto il PD, ora sciorina la favola del “o Sud o morte”, come dire che un’altra alternativa per il territorio non c’è se non votare Falcomatà. Eppure è sotto gli occhi di tutti il terrificante disastro creato dalla sua giunta: un pugno di pericolosi affossatori della città. Una ‘Reggio’ senza manutenzione stradale, una ‘Reggio’ senz’acqua per i quartieri, una ‘Reggio’ senza progetti innovativi, una ‘Reggio’ senza aeroporto e senza un porto turistico degnamente funzionante, una Città Metropolitana allo sbando!
Se Reggio oggi è nel novero delle Città Metropolitane, la migliore condizione in cui può collocarsi una città del Sud, il merito è certamente del centrodestra e anche del movimento leghista, il quale a suo tempo, ebbe intuito lungimirante votando a favore dell’istituzione. Reggio Calabria ha bisogno di uomini in gamba, i quali prescindendo dalle loro convinzioni politiche, sanno erigersi a vessilli di giustizia assoluta e lì dove c’è un bisogno, lì dove c’è un diritto violato, una urgenza del territorio, lì dove è necessaria la capacità di prendere in mano la situazione, e non si tirano indietro. Mai Minicuci ha messo da parte l’amore per la sua terra e si è sempre esposto a difesa dei suoi conterranei; allo stesso tempo ha messo a disposizione la sua esperienza di tutti, così come sanno fare amministratori eccellenti non interessati a perdere tempo in chiacchiere. Ecco, Reggio Calabria non ha più tempo. E’ suonata l’ora di un riscatto serio e potente per la rinascita della nostra città, la cui lunga storia di soprusi e sofferenze è arrivata al capolinea. Abbiamo bisogno di un uomo in grado di risollevare le sorti di un difficile territorio. Quest’uomo è Nino Minicuci, e non arriva alla ribalta politica senza mai aver lavorato (come Falcomatà) ma è un professionista di successo, lo dice la storia!