Nesci (M5S): “Pino Masciari non può morire di Equitalia”
redazione | Il 22, Ott 2013
La deputata calabrese M5S continua: «La presenza odierna di Masciari alla Camera, ospite del Movimento per iniziativa del collega Sebastiano Barbanti, testimonia il nostro senso della memoria e della legalità. Vogliamo difendere chi lotta per un’Italia migliore, per un Sud libero da criminalità evidenti o nascoste»
Nesci (M5S): “Pino Masciari non può morire di Equitalia”
La deputata calabrese M5S continua: «La presenza odierna di Masciari alla Camera, ospite del Movimento per iniziativa del collega Sebastiano Barbanti, testimonia il nostro senso della memoria e della legalità. Vogliamo difendere chi lotta per un’Italia migliore, per un Sud libero da criminalità evidenti o nascoste»
«Pino Masciari ha scritto un pezzo molto importante della storia dell’antimafia e della Calabria che non accetta la legge della ‘ndrangheta. Ora, però, non può morire di Equitalia». Questa la denuncia di Dalila Nesci, deputata calabrese M5S, che aggiunge: «La presenza odierna di Masciari alla Camera, ospite del Movimento per iniziativa del collega Sebastiano Barbanti, testimonia il nostro senso della memoria e della legalità. Vogliamo difendere chi lotta per un’Italia migliore, per un Sud libero da criminalità evidenti o nascoste».
Spiega la parlamentare Cinque Stelle: «A Masciari stanno arrivando cartelle di Equitalia, eppure il testimone di giustizia è uscito dal programma di protezione firmando un accordo con lo Stato, per vivere serenamente con la propria famiglia. Masciari ha già dato alla Repubblica, adesso intervenga il governo, perché siamo al colmo, che all’estero ci rende ridicoli».
Conclude Nesci: «Occorre tutelare quanti aiutano la giustizia a scardinare le organizzazioni criminali. Dobbiamo sostenere anche i pentiti attendibili, oltre ai testimoni come Masciari, Ignazio Cutrò e Pietro Di Costa. Penso, per esempio, alle storie di Francesco Oliverio e Luigi Bonaventura, i quali hanno voltato le spalle al loro passato, con tutte le conseguenze di questa scelta. Perciò, essi hanno il diritto di vivere in sicurezza e vera dignità».