Nesci (M5S) scrive al prefetto sulla grave crisi occupazionale nel Vibonese
Mar 03, 2015 - redazione
Preg.mo Prefetto di Vibo Valentia, Dott. Giovanni Bruno,
non potrò partecipare, purtroppo, ai due incontri che Ella ha convocato per discutere delle vicende riassunte in oggetto. Un contemporaneo, fitto calendario di lavori d’aula e commissione mi impedisce di dare il mio modesto contributo ai lavori previsti in Prefettura.
Le chiedo la cortesia istituzionale di voler leggere ai presenti questa mia nota, di modo che sia divulgata e chiara la mia posizione di parlamentare sulle questioni in esame, che spero trovino presto ulteriori sviluppi di confronto, anche e soprattutto – come ho già suggerito pubblicamente – presso la Presidenza della Regione Calabria.
Incidentalmente, riporto che non ho ancora ricevuto il richiesto protocollo di legalità per la costruzione del nuovo ospedale di Vibo Valentia; il cui testo mi avrebbe permesso, benché non chiamata alla firma, di apprezzare gli sforzi svolti, in proposito, in questa fase preliminare all’esecuzione delle opere.
Come Le sarà noto, ho chiesto al nuovo Presidente della Regione, On. Mario Oliverio, un tavolo con l’intera rappresentanza parlamentare calabrese, per conoscere gli atti – e la collocazione delle strutture sanitarie in via di costruzione entro il corrente Piano di rientro, anche alla luce del Patto della salute appena approvato – dei quattro nuovi ospedali in programma, che costeranno circa 400 milioni di euro. Ancora, insieme ai corregionali dei gruppi di Camera e Senato, ho investito il Presidente della Repubblica, Prof. On. Sergio Mattarella, perché decida su un ricorso in merito all’iter dell’ospedale nuovo della Piana di Gioia Tauro, dove purtroppo si riscontrano obiettive e gravi incongruenze e anomalie procedurali.
Per quanto concerne, invece, le vicende dei lavoratori di Gam Oil e Infocontact, ritengo che sia opportuno spostare da subito la discussione presso la Presidenza della Regione Calabria; con spirito unitario e al di fuori di intenti elettoralistici, che in passato hanno nuociuto tanto allo sviluppo e alla coesione del territorio.
Contrariamente a talune proposte divulgate dalla stampa, ritengo che sia difficile e remota la possibilità di impiegare i dipendenti di Gam – verso la quale vi è, peraltro, una sentenza netta di fallimento – per la realizzazione dell’ospedale nuovo di Vibo Valentia. Non me ne voglia nessuno: credo che la progressiva crisi finanziaria, in larga parte dovuta al sistema di emissione della cartamoneta e alla relativa speculazione delle grandi banche, ci imponga ben altre e più attente riflessioni politiche sul futuro dei lavoratori del Vibonese, rispetto a proposte estemporanee, anche dettate da buoni intenzioni di tenuta dell’ordine.
Al Governo in carica dobbiamo porre la questione vibonese nei suoi termini veri, cioè come questione di una morente ed esangue periferia del Sud; forse l’ultima d’Europa per libertà e per garanzie di – e nel – lavoro. Dobbiamo prendere spunto dall’aggregazione dei tanti lavoratori del Vibonese coesi sotto una sola tenda, stretti attorno all’angoscia umana dei dipendenti della Provincia.
È dunque fondamentale affrontare in prospettiva d’insieme i problemi di tutti i dipendenti pubblici e privati del Vibonese rimasti senza stipendio e ormai con poche luci. Perciò, bisogna trasferirsi al più presto – con animo di collaborazione e con la volontà di una battaglia civile e solidale – presso la Presidenza della Regione Calabria, al fine di stimolare soluzioni possibili dei tecnici e concorrere a una fattiva interlocuzione del Governatore regionale con il Governo centrale. L’iniziativa sia unitaria; intanto chiedendo ai dirigenti apicali della Regione deputati allo sviluppo economico di individuare sbocchi concreti, anche con l’impiego di fondi europei, finora colpevolmente sprecati.
Al di là delle parti e delle aspirazioni politiche, occorre ragionare e agire tutti per rappresentare al Governo nazionale l’effettiva e insostenibile situazione economica e sociale del Vibonese, oggi con maggiore urgenza di ieri. Questo ci permetterebbe di avere una cabina di regia a Catanzaro e poi una a Roma, perché il Governo, che pure aveva definito la Calabria come priorità nazionale, ci deve rapidamente risposte che rianimino sino in fondo questo nostro, prezioso territorio.
In attesa di un Suo riscontro, ringraziandoLa porgo i migliori saluti.
Dalila Nesci (Deputato, M5S)