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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 NOVEMBRE 2024

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“Nessun vincolo su terreni inquinati” Commenta così la vicenda Legnochimica Domenico Miceli (M5s)

“Nessun vincolo su terreni inquinati” Commenta così la vicenda Legnochimica Domenico Miceli (M5s)
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Ci fa piacere che le provocazioni del M5S siano servite a
rendere finalmente più chiara la situazione della bonifica dell’area
ex-Legnochimica. L’assessore D’Ippolito infatti si deve essere fatto un po’
di calcoli, come molto prima di lui aveva fatto la società in liquidazione,
e visti i 100 mila m3 di rifiuti speciali liquidi e i 70 mila m3 solidi, ha
finalmente capito che i 6 milioni e mezzo inizialmente preventivati non
basteranno, e quindi l’unica possibilità di effettuare veramente la
bonifica è esercitare il potere sostitutivo, come affermiamo da tempo,
perché l’azienda quei soldi non li caccerà mai.

Valutiamo positivamente le ultime mosse dell’amministrazione, quindi: basta
perdere (o prendere) tempo con ordinanze o commissioni inutili, e si
inizino a cercare i soldi in Regione o al Ministero.

Ci ha sorpreso però la dichiarazione-replica che l’assessore all’Ambiente
D’Ippolito ha rivolto alla nostra proposta di rendere inedificabile l’area
dell’ex Legnochimica soprattutto quando afferma che “l’ attuale normativa
prescrive che i terreni della Legnochimica, in assenza di bonifica, non
possono essere edificati e come tale circostanza sia già considerata nel
Psc”.

Partiamo da un presupposto che il delegato all’Ambiente dovrebbe conoscere
benissimo: l’attuale strumento urbanistico vigente al Comune di Rende non è
il Psc (Piano strutturale comunale), che ancora non ha ricevuto l’ok
neanche dalla Giunta e quindi non può influire in nulla, al momento, ma è
il Prg (piano regolatore comunale). Ebbene, sulle particelle che
contraddistinguono i terreni dell’ex Legnochimica nel piano regolatore
comunale non è segnata alcuna attestazione di vincoli esistenti. Dunque si
deduce che domattina l’ex azienda in liquidazione, trovando un compratore,
potrebbe tranquillamente vendere quei terreni che hanno una precisa
destinazione urbanistica (D1). Il compratore, per assurdo, potrebbe
richiedere un permesso a costruire al Comune di Rende ed edificare
tranquillamente in quell’area.

Vero è che in questi anni sono stati prodotti una serie di atti che
potrebbero impedire ad un qualsiasi compratore di edificare in quell’area,
ma sulla carta quei terreni sono ancora pienamente edificabili e nella
piena disponibilità dell’azienda in liquidazione e non è detto che, fino
all’approvazione del Psc comunale, non possa verificarsi anche
l’irreparabile.

Riteniamo che D’Ippolito nella sua competenza non possa essersi lasciato
indurre in un errore così grossolano, da cui discende una confusione per i
cittadini e l’impressione di voler confondere le acque.