Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), SABATO 04 GENNAIO 2025

Torna su

Torna su

 
 

“Nessuno tocchi Caino “, gli eredi naturali di Marco Pannella nel difendere i più deboli Dopo l'appello di papa Francesco e del presidente Mattarella nell'anno del Giubileo la speranza dell'indulto?

“Nessuno tocchi Caino “, gli eredi naturali di Marco Pannella nel difendere i più deboli Dopo l'appello di papa Francesco e del presidente Mattarella nell'anno del Giubileo la speranza dell'indulto?

| Il 01, Gen 2025


UN ALTRO ANNO DI VITA, DI DIRITTO, DI LIBERTÀ CON NESSUNO TOCCHI CAINO

l’anno 2024, per noi, si è concluso così come era iniziato, e il nuovo anno, il 2025, è iniziato così come il vecchio si è concluso: impegnati nell’opera laica di misericordia corporale del “visitare i carcerati”. Mai distrarsi un attimo dal carcere! aveva ammonito Marco Pannella prima di andarsene. Occorre continuare a osservare, a conoscere, a far sapere la realtà di un luogo, perché quel luogo è la parte per il tutto, di tutto quel che è la nostra società. In quel microcosmo si riflette, si vive il bene e il male del mondo intero, si misura il grado del nostro essere civili, umani, giusti.

Mentre scriviamo, nell’ultimo giorno di un anno orribile per questo mondo dimenticato, sappiamo che ottantanove detenuti si sono tolti la vita, che si sono suicidati anche otto “detenenti”, che altre centocinquantasei persone sono morte per altre cause, molte di “morte naturale”, semmai può essere certificato come naturale quel che avviene in un luogo di privazione della libertà.

Queste cifre, mai registrate nella storia del carcere penale del nostro paese, descrivono la realtà di un luogo che non è più, semmai è stato, solo di privazione della libertà. Perché la pena inflitta è corporale, la perdita è totale: in carcere, a mancare sono i sensi fondamentali e i più significativi contatti umani, a venire meno è la salute, il senno e financo la vita. La realtà del carcere è arrivata ormai a coincidere con il significato letterale della parola che dall’aramaico “carcar” – sotterrare, tumulare – trae origine. “Cimiteri dei vivi”, così, Filippo Turati definiva le carceri oltre un secolo fa! In questi “camposanti” sono ammucchiati sessantatremila esseri viventi, sedicimila in più rispetto alle “tombe” legalmente disponibili. Mentre i “camposantieri” addetti alla dovuta sorveglianza dei luoghi e alla cura sacra dei corpi, sono diciottomila in meno.

Come Nessuno tocchi Caino, abbiamo visitato negli ultimi due anni oltre duecentoventi istituti di pena. Lo abbiamo fatto spesso insieme agli avvocati delle Camere penali, dei Consigli dell’ordine, del Movimento forense, ai garanti dei detenuti, insieme anche a magistrati, parlamentari, sindaci e consiglieri comunali.

In quest’opera siamo lieti di avere incontrato anche uno straordinario compagno di viaggio: Papa Francesco. Il Papa che nei giorni di Natale ha compiuto un atto non solo simbolico, ma anche politico. Con l’apertura della porta santa in un luogo chiuso, dimenticato da Dio e dagli uomini, Francesco ha aperto le porte della vita, dell’amore, della speranza all’intera comunità penitenziaria, la comunità dei detenuti e dei “detenenti”. In tutto il suo messaggio a Rebibbia risuona il motto di Paolo di Tarso: Spes contra spem. È il motto che ha ispirato la visione e l’azione di Marco Pannella, il suo modo di pensare, di sentire e di agire nella vita e nella lotta politica.

Con Papa Francesco condividiamo anche la via indicata al potere pubblico, al parlamento, al governo. La via della Amnistia e dell’Indulto. Sono la riforma necessaria e urgente per ridurre il danno connaturato a un istituto strutturalmente volto a infliggere dolore e sofferenze gravi. Sono la soluzione politica, immediata, di per sé strutturale, per ridurre il carico di pena in un luogo dove sono sotterrati esseri viventi che lo abitano e ci lavorano, detenuti e detenenti, vittime gli uni e gli altri di condizioni inumane e degradanti. Sono la via maestra per condurre lo Stato al rispetto della sua stessa Costituzione. Perché “dove c’è strage di Diritto c’è strage di popoli”. Quanto appare vera oggi questa locuzione di Pannella che solo qualche anno fa appariva eccessiva anche ad alcuni radicali.

Alla fine dell’anno appena passato, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la Decima Risoluzione per la Moratoria universale delle esecuzioni capitali, la battaglia storica di Nessuno tocchi Caino per superare la contraddizione di uno Stato che in nome di Abele diventa esso stesso Caino. Aiutaci nell’anno appena iniziato a superare altri regimi autoritari e illiberali vigenti in Italia e nel mondo, quelli penali e penitenziari, ma anche quelli detti “di prevenzione”, che spesso si rivelano essere più illiberali e punitivi di quelli processuali penali.

“Spes contra spem è il vento dello spirito che muove il mondo”, aveva scritto Marco in una lettera struggente, la sua ultima prima di andarsene, proprio a Papa Francesco. “Spes contra spem” è il motto che, dal 2019, campeggia nel simbolo della nostra associazione affianco alla scritta “Nessuno tocchi Caino”. Per noi indica un modo d’essere, più che di fare politica. Vuol dire cercare di vivere nel modo e nel senso in cui vogliamo accadano le cose.