“No alla proroga della Reges” E' questo l'auspicio della sezione reggina del Partito Comunista d'Italia
La nostra nota idea di chiudere definitivamente la REGES è fortemente avvalorata da una recente norma prevista dalla Legge di Stabilità 2015 che ha introdotto l’obbligo, da parte degli enti locali, della predisposizione di un piano di razionalizzazione delle società partecipate finalizzato ad una sensibile riduzione del numero e, quindi, dei costi.
Il piano in questione, che nasce per effettuare una sensibile “cura dimagrante” delle tante inutili società partecipate, dovrà essere tassativamente approntato, anche dal Comune di Reggio, entro il corrente 31 marzo e sarà immediatamente operativo.
Vi è, pertanto, da capire cosa intende fare l’amministrazione comunale in merito a questa ravvicinata e improrogabile scadenza.
Per quanto ci riguarda siamo convinti che la società mista REGES sia giunta al capolinea: il prossimo 3 ottobre scadrà, finalmente, il decennale contratto (capestro) di servizio tra il Comune di Reggio e la REGES.
Si tratta di uno snodo e crocevia fondamentale per il futuro della città e per gli esausti cittadini che, in questi anni, hanno subito un violento sistema di riscossione dei tributi. Basti pensare che gli aggi e le commissioni incassati dalla REGES sono stati di oltre il 20%: importi stratosferici e totalmente al di fuori di qualsiasi parametro di mercato.
Nonostante l’evidenza dei fatti vi sono pesanti tentativi lobbistici che ruotano attorno alla futura scelta dell’amministrazione comunale.
Sembrerebbe, infatti, che i vertici della Maggioli, il potente socio privato della REGES, siano in forte pressing nei confronti del Sindaco Giuseppe Falcomatà con il quale, a breve, è previsto un incontro formale per discutere della questione.
Sono in atto assurde manovre finalizzate a concedere una proroga temporale alla REGES che, dal nostro punto di vista, sarebbe assolutamente ingiustificata e ingiustificabile poiché vi sono tutte le condizioni, temporali (oltre sei mesi) e politiche, per costruire un percorso virtuoso decisamente alternativo ed opposto alla REGES.
L’inevitabile chiusura della REGES permetterà un corposo e consistente risparmio di soldi della collettività e, contestualmente, consentirà la diminuzione di aggi e commissioni a fronte di maggiori entrate alle disastrate casse comunali.
Si taglieranno e scompariranno le “comode poltrone”, con le annesse indennità di carica, del Presidente, del Consiglio d’Amministrazione, del Collegio Sindacale e, soprattutto, spariranno le laute spese legate al pagamento di tutto l’alto management esterno alla REGES, in quanto fornito direttamente dal socio privato Maggioli.
Si tratta di somme cospicue che pesano considerevolmente nel bilancio della stessa società a favore del socio privato. Inoltre, si potrà finalmente procedere alla gestione diretta delle contravvenzioni relative alle violazioni del Codice della Strada poiché sembrerebbe che questo servizio sia stato incredibilmente appaltato dalla REGES ad una società esterna che, guarda caso, si chiama “Maggioli Tributi”. Quindi, Maggioli guadagna ed incassa sia direttamente tramite REGES che indirettamente con le sue società satelliti incaricate dalla stessa REGES.
Insomma, un sistema inaccettabile costruito dal fallimentare “modello Reggio” di Scopelliti che ha letteralmente distrutto e raso al suolo la città.
E’, quindi, del tutto evidente come la situazione della REGES sia assolutamente insostenibile.
Vi sono problemi di ogni tipo. Abbiamo appreso, per esempio, che gli ultimi bilanci sono stati approvati soltanto dal CdA poiché per palese scellerata scelta dei Commissari del Comune le Assemblee dei Soci sono andate deserte.
Pertanto, auspichiamo che il Sindaco Falcomatà difenda e valorizzi il Bene Comune pesantemente compromesso e violentato nel fallimentare decennio amministrativo del centrodestra. Si salvaguardino i circa 90 lavoratori della REGES e si proceda alla gestione diretta dei tributi: non vi possono essere alternative o alchimie finalizzate ad una scelta diversa
IL SEGRETARIO CITTADINO DEL PCdI DI REGGIO CALABRIA
Ivan Tripodi