No carbone day, sabato a Saline Joniche
redazione | Il 27, Ott 2011
Hanno dato la loro adesione, il Movimento 5 stelle, il Pdci, la Rete per la difesa del territorio “Nisticò”, il csoa “Cartella” e l’Italia dei valori
No carbone day, sabato a Saline Joniche
Hanno dato la loro adesione, il Movimento 5 stelle, il Pdci, la Rete per la difesa del territorio “Nisticò”, il csoa “Cartella” e l’Italia dei valori
Il Movimento 5 Stelle di Reggio Calabria aderisce alla giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone partecipando al presidio di Saline Joniche sabato 29 ottobre.
“Con il recente referendum – spiegano – ci siamo già espressi negativamente sulla possibilità di costruire centrali nucleari nel nostro Paese: per gli stessi motivi legati alla salubrità dell’ambiente e alla salute dei cittadini, ribadiamo il nostro dissenso all’utilizzo di una fonte fossile, inquinante, per la produzione di energia. Senza contare che la scelta di costruire centrali a carbone và in controtendenza rispetto all’indirizzo stabilito dal protocollo di Kyoto, che obbliga tutti i Paesi alla riduzione delle emissioni di CO2.
E’ ormai ampiamente dimostrato l’impatto che le centrali a carbone hanno sul territorio: a livello globale in termini di surriscaldamento del pianeta, a livello locale , invece, la ricaduta sarebbe disastrosa per un territorio a potenziale vocazione turistica come quello di Saline Joniche.
Per di più il suddetto impianto vorrebbe essere creato, come al solito, bypassando il volere dei cittadini che più volte hanno espresso il loro dissenso a questa proposta che risulta irrazionale, soprattutto se si tiene conto che la nostra regione è autosufficiente per quanto riguarda la produzione di energia e addirittura la esporta. Ricordiamo inoltre che già le massime istituzioni (Regione e Provincia), hanno espresso il loro parere negativo circa la costruzione della centrale.
Alla luce di ciò, l’arroganza con cuila Seie Repower tentano di imporre il loro progetto, risulta ancora più intollerabile. La carta giocata dalla SEI oggi – così come lo è stato per le altre industrie in passato – è sempre la solita: utilizzare per i suoi fini subdoli l’infallibile ricatto occupazionale, una “strategia” che in una terra come la Calabria risulta spesso vincente.
La Sei, investe sul carbone in quanto combustibile a basso costo, senza tener conto dei danni che esso arrecherebbe all’ambiente ed alla salute degli abitanti; noi crediamo invece che la nostra salute valga infinitamente di più del loro sporco carbone e dei loro profitti. Per tali motivi diciamo NO alla centrale ed invitiamo tutta la cittadinanza a scendere in strada al fianco del Coordinamento Associazioni Area Grecanica sabato 29 ottobre alle ore 9,30 davanti ai cancelli della ex SIPI (discesa porto di Saline), per difendere, ancora una volta, la nostra terra ed il nostro futuro”.
Anche il Partito dei Comunisti Italiani di Reggio Calabria aderisce alla giornata nazionale di mobilitazione “NO CARBONE DAY” contro il carbone e parteciperà al presidio che si terrà sabato 29 ottobre davanti ai cancelli dell’ex Liquichimica di Saline Ioniche “per ribadire in modo fermo e deciso – spiegano – il nostro NO alla centrale a carbone di Saline: un’impianto impianto dannoso, inquinante e devastante che rappresenterebbe la pietra tombale sul futuro del territorio del basso jonio reggino.
Il PdCI si unisce in questa battaglia alle popolazioni locali, ai sindaci dell’area grecanica, agli enti locali, alle associazioni ambientaliste e di salvaguardia del territorio che già in diverse occasioni hanno manifestato il loro netto rifiuto nei confronti di quest’opera che si vuole imporre a tutti i costi per soddisfare gli interessi rapaci di chi vuole realizzare solo i propri profitti. Il PdCI reggino il 29 ottobre sarà accanto ai cittadini, alle associazioni ed ai comuni che si battono contro questa scelta scellerata calata dall’alto, che mette a serio rischio la salute dei cittadini e che umilia il territorio.
Una scelta che è stata avallata anche dal colpevole assenso del governo Berlusconi-Bossi che in tal modo dimostra ancora una volta di considerare la nostra regione alla stregua di una pattumiera nella quale si può buttare di tutto.
Respingiamo con forza e con sdegno questo disegno criminale contro il popolo e contro il territorio che aggredisce uno dei territori più belli della provincia di Reggio Calabria..
Per Saline Joniche e per i comuni vicini ci vuole ben altro. In particolare occorre uno sviluppo basato sulla salvaguardia del territorio, sul turismo, sulla valorizzazione dei prodotti e delle colture tipiche, che crei lavoro sicuro, stabile, un modello, basato sulle nuove energie rinnovabili, alternativo e sostenibile”.
L’adesione alla manifestazione arriva anche dalla Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò” e dal Csoa Angelina Cartella. “A Rossano come a Saline Joniche – spiegano i membri della Rete – i cittadini hanno dato vita anni fa ad una vera e propria battaglia di civiltà. La speculazione energetica che da anni devasta interi territori non sembra porsi limiti, fino ad arrivare a proporre, nel terzo millennio, una soluzione da primo dopoguerra: il carbone.
Non ce ne era bisogno, ma anche le ultimissime ricerche prodotte da Università di fama mondiale hanno dimostrato e rafforzato, ancora una volta, i due principi su cui si basa la contrarietà di ogni cittadino calabrese.
Innanzitutto il carbone fa male e non poco, e questo è stato ampiamente confermato anche dal recente rapporto “Coal’s Assoult on Human Healt”, ovvero “Assalto del carbone alla salute umana”, con cui un team di ricercatori ha verificato tutte le conseguenze dirette ed indirette della combustione del carbone sulla salute umana. Circa 64 pagine che confermano quanto affermato in molte occasioni dai comitati di Rossano e Saline in questi anni di iniziativa.
Inoltre il carbone non è affatto economico e conveniente, se non per gli speculatori che lo propongono: un recente studio prodotto da Università come Berkley (USA) ha infatti dimostrato che per ogni dollaro speso nella produzione di energia con carbone, la collettività ne spende almeno due, in termini energetici, sanitari, ambientali, strutturali. La cosa impressionante è questi studi sono stati firmati da economisti tutt’altro che vicini agli ambienti cosiddetti ambientalisti.
Questo dimostra ancora una volta che chi vuole il carbone in Italia ed in Calabria non ha nessun altro scopo se non il proprio profitto alle spalle di cittadini e territori, e coloro che li fiancheggiano, se non hanno forti interessi personali, sono profondamente ignoranti.
La Rete in Difesa del Territorio invita tutti i cittadini calabresi a partecipare alla manifestazione organizzata dai cittadini dell’area grecanica che si terrà Sabato 29 Ottobre a Saline Joniche, alle 9:30.
Una manifestazione che si terrà in concomitanza in tante altre città d’Italia che subiscono la sciagura del carbone o corrono questo rischio: Brindisi, Civitavecchia, Vado Ligure, Porto Tolle.
Dobbiamo continuare a lottare per fermare il carbone, per dare fine alla svendita dei nostri territori alla multinazionale di turno, per imporre ad una classe politica inadeguata uno sviluppo reale e sostenibile della Calabria”.
Anche Italia dei valori parteciperà nella giornata di sabato alla mobilitazione indetta dal Coordinamento no carbone di Saline Ioniche. La posizione contraria alla costruzione della centrale a carbone è stata portata avanti sempre in maniera lineare e decisa dal partito di Italia dei valori con l’adesione e il sostegno alle lotte che le numerose organizzazioni del territorio, fra mille difficoltà, hanno messo in campo per evitare che una intera area subisca un inquinamento ambientale irreversibile, nonostante le dubbiose rassicurazioni della SEI. La delegazione del partito prevede la partecipazione dei numerosi iscritti e di vari esponenti locali e regionali. Oltre alla presenza del consigliere regionale Giuseppe Giordano, del segretario provinciale Antonio Marrapodi e del segretario del circolo dell’area grecanica, Dott. Antonino Minniti, ha assicurato la sua presenza anche l’On. le Sergio Piffari, componente della Commissione ambiente della Camera dei deputati. Il presidio di Saline oltre ad affermare la presenza massiccia di un popolo che dice no all’ipotesi carbone, deve servire a smascherare in modo definitivo quegli amministratori e forze politiche regionali e locali che si nascondono dietro posizioni ipocrite, formalmente contrarie, mentre, di fatto, “inciuciano” con la multinazionale svizzera. In tal senso è preoccupante quello che si sta verificando in questi giorni con sindaci e aspiranti sindaci, quest’ultimi espressione della sinistra locale, che giocando sulle difficoltà dei pescatori locali,organizzano incontri ,alla presenza di rappresentanti della SEI, nei quali si fa intravedere la possibilità di risolvere il problema del porto con la costruzione della centrale. E infine, al di là delle mozioni approvate all’unanimità in consiglio regionale, il governatore Scopelliti esca dal silenzio e si pronunci in maniera netta e inequivocabile sulla vicenda.
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