Noi Calabresi nella congiura tra il “pecoro” che “annaca” e il “pacco che cala” Il presidente ff della giunta regionale Nino Spirlì attacca duramente il governo sull'ipotesi di "Zona Rossa" a Natale
Crediamo che i soldi spesi per promuovere la Calabria con il corto di Muccino si potevano risparmiare, quei milioni di euro buttati al vento tra coppola e soppressata con il finocchio, sono nulla rispetto allo spot il quale ogni giorno, promuoviamo la nostra regione.
Abbiamo uno dei più bravi “sponsor-man” in cui l’Italia intera ci invidia (?), un cesellatore di perle e di parole che vanno dai negri, ai froci, “oh è passato un negro”, ma è normale, figuriamoci quando passa un negro, noi non diciamo così. In altri paesi sono saltati ministri, sono state sospese competizioni agonistiche internazionali, per noi è normale (sic!), noi diciamo così. Ma sì c’è tanto di quel materiale per Maurizio Crozza per le prossime nuove puntate.
Dopo l’annacamento di pecoro, tipica espressione dell’Accademia integrale della Crusca associata alla duecani e mezzo, Nino Spirlì, il nostro mitico presidente ff della Regione Calabria ci regala un’altra perla, ovvero la teoria del “pacco”.
Ieri così in una diretta Facebook, “Il governo non decide ancora. Tra 8 giorni sarà Natale non sappiamo ancora se hanno deciso di chiudere o meno e da quando o come lo faranno. Noi rispetteremo le leggi, non siamo malfattori ma le leggi non devono essere inique. Tempo ne hanno avuto, stanno aspettando tanto solo perché’ aspettano l’ultimo giorno per calarci il pacco”. Eccolo là…ma quale Muccino dei nostri stivali? Dopo il “pecoro” c’è il “pacco”, e la Calabria bellezza…
Purtroppo il Governo sta affrontando una questione delicata per i tanti decessi che si stanno verificando, oltre al default delle strutture sanitarie, tant’è che il collega leghista Luca Zaia ha chiesto esplicitamente per il Veneto la “zona rossa”.
Spirlì continua motivando la sua posizione dicendo “Quello che noi continuiamo a dire, è’ che non si possono separare le famiglie a Natale, si organizzino come meglio credono ma non separino le famiglie, soprattutto quelle che vivono in piccoli paesi. Un giorno di festa serena in questo anno maledetto ce lo meritiamo. Perché’ se è vero che il virus tornerà, una giornata della speranza ce la volete lasciare? Addirittura dobbiamo rimanere chiusi in casa a vivere come isolati quando i delinquenti non fanno neanche la galera e quella vera la facciamo noi. Vi sembra normale, a me mai e non più. E rimanere chiusi in casa per ordine del governo? In altri tempi si sarebbe chiamata dittatura e oggi come si dovrebbe chiamare? E ci dicono per il vostro bene. Abbiamo capito benissimo come comportarci, lo sappiamo fare”. Ma sì chissenefrega, tanto, si muore una volta sola!
“Abbiamo capito tutti che non faremo le grandi tavolate. Però mi chiedo, quando ad ottobre ci hanno detto vi chiudiamo adesso perché’ il Natale sara’ piu’ sereno, ci volevano tenere calmi? Allora abbiamo fatto bene ad arrabbiarci”. Ha detto proprio così, non è uno scherzo. Ma sì anche Buscaglia lo consigliava, abbracciamoci tutti prima che sia troppo tardi…
Spirlì ancora, “Noi chiediamo che a Natale le famiglie si possano riunire. E poi cosa succede a tutte le categorie, ai ristoratori che hanno riempito le dispense sapendo di essere aperti, lo stesso bar e pasticcerie. Poi, dicono, ci sarà il ristoro. C’è stata oggi una riunione dei governatori della Lega con Salvini e ho detto di cancellare la parola ristoro per mettere risarcimento perché’ il danno è grave. Stranamente si arriva a chiudere la gente in casa quando si parla di sentimenti. E poi, il 23 possiamo mangiare con chi vogliamo ma non possiamo il 24, 25 e 26, poi dal 27 il virus non fa più male ma 30, 31 e 1 tutti di nuovo tappati in casa. Ma vi sembra normale? Cosa fare? Rispetteremo le regole perché’ siamo persone oneste e pulite”. E così è se vi pare…
C’è un bel racconto di Edgar Allan Poe, “Il pozzo e il pendolo”, ma dato che ci troviamo in Calabria, potremmo anche riproporlo come “Il Pecoro con il Pacco”… che si annaca!
(GiLar)