“Non possiamo perdere nemmeno la più piccola occasione” Mozione per il Mezzogiorno di Barbanti
Sul tema dello sviluppo del Sud si sono pronunciate molte parole, sono state avanzate molte proposte, sono stati annunciati molti progetti. Conclusione? Nessuna, perchè le parole sono rimaste tali, le proposte sono morte sulla carta ed i progetti sono serviti spesso per arricchire qualche “amico” e creare clientele sul territorio, alimentando lo sconforto di chi è utile solo nel momento della creazione di consenso, cioè i cittadini e le cittadine.
Anche in questo caso le proposte non mancano ed alcune, se fossero attuate realmente dal Governo, risulterebbero rivoluzionarie nella loro logica normalità.
Lo sfruttamento del potenziale che il Sud presenta in materia di produzione di energie tramite fonti rinnovabili, per non parlare del potenziale dell’industria della cultura e del turismo sostenibile e dello sport! Le occasioni non mancano, anche a breve, visto che in Calabria saranno ospitati i Mondiali di Kite Surf a Gizzeria, un evento che muoverà almeno 200.000 persone tra appassionati e curiosi e che ha visto la nostra nazione prevalere su Abu Dabhi e San Francisco.
E le persone che partiranno da tutto il mondo, come arriveranno a Gizzeria?
Attraverso l’autostrada Salerno – Reggio Calabria la vedo difficile, visto che al momento la Calabria e’ tagliata fuori dopo il crollo del pilone del Viadotto Italia, che ha causato anche la morte dell’operaio romeno Adrian Miholca;
Con i treni?
I tagli sulle tratte a lunga percorrenza, l’assenza cronica di investimenti che riguardano il settore del trasporto su ferro, un trasporto regionale piu’ simile ad un colabrodo ed una ferrovia ionica da far west, non penso sara’ una soluzione gettonatissima .
Resta il trasporto aereo, visto che da poco l’aeroporto di Lamezia Terme e’ stato inserito negli aeroporti di interesse strategico, sempre che i vertici della Sacal – in sinergia con gli organizzatori dell’evento mondiale – riescano a fare squadra con i vertici di Palazzo Campanella e con il Governo a sostegno di questa iniziativa che puo’ dar lustro alla Calabria e a tutto il Sud , fra l’altro durante l’apertura di Expo 2015.
Non possiamo perdere nemmeno la piu’ piccola occasione, dopo il sesto anno di crisi – per lo Svimez ne seguiranno altri due – siamo passati dall’emergenza produttiva a quella sociale , passando per il crollo dell’occupazione. Non serve elencare dei freddi numeri per arrivare a dire che ormai, per la popolazione che vive a sud dello stivale, siamo arrivati alla difficoltà nell’affrontare la vita quotidiana.
Inoltre con una manovra scellerata, il Governo nel DEF prevede nel 2015 un taglio della spesa pubblica in % del Pil che sara’ del 6,2% al Sud, piu’ del doppio del Centro-Nord (-2,9%). Giu’ anche la spesa in conto capitale: -2,1% contro -0,8% del Centro-Nord, con un effetto depressivo sull’economia del Mezzogiorno e un ampliamento dei divari regionali. Sono questi gli effetti di una “spending review” all’italiana, poco definita e poco realizzata, che non si è tradotta nel taglio degli effettivi sprechi bensì nel taglio generalizzato di investimenti pubblici e di incentivi alle imprese, mentre servirebbe trasformare gli sprechi in spesa produttiva per i servizi pubblici fortemente carenti specie nelle aree svantaggiate del Paese. E meglio non è andata negli anni passati: nel 2013 infatti le minori spese nette hanno raggiunto il 2,7% del Pil a livello nazionale. Ma se nel Centro-Nord il taglio è stato pari al 2,2%, al Sud la riduzione ha pesato più del doppio: -4,5%. Stessa performance nel 2014: al Centro-Nord -2,8%, al Sud -5,5%.
Rendiamoci conto che – piaccia o meno – esiste una questione meridionale e le possibili soluzioni, per evitare che si consumi nel dramma collettivo, sono totalmente assenti nelle linee guida di tutti i documenti economici presentati dl Governo, sia in ambito nazionale che Europeo .
“In questi ultimi anni, l’assenza di una politica economica è stata nascosta dal problema del risanamento dei conti pubblici fatti pagare, direttamente ed indirettamente, dagli strati più deboli della popolazione, con un coinvolgimento sempre più marcato di un ceto medio, economicamente divenuto ormai border line.
Il nostro Mezzogiorno, Sud del Sud dell’Europa, oltre alle miopie della mancata universalità dell’area Euro e agli opportunismi che ne sono scaturiti, sta scontando l’inadeguatezza di una classe politica europea che ha fatto perdere importanti appuntamenti per lo sviluppo, condannando il Mezzogiorno ad una concorrenza spietata dovuta all’ingresso nell’UE dei Paesi dell’Est. Questo, unito al venir meno delle risorse nazionali ordinarie, ha provocato il collasso.
Continuiamo a chiedere di mobilizzare le risorse di questo territorio con politiche generali nazionali che puntino sul funzionamento della P.A. e del Welfare, che ad esso possa essere funzionale (scuola, sanità e giustizia).
Ci uniamo, come già abbiamo fatto più di una volta, nella richiesta di una “logica di sistema” che sia qualificata da una prospettiva progettuale a lungo termine.
Prioritario è il rilancio degli investimenti concordato in sede europea con dei vincoli e controlli verso la partecipazione delle Regioni al fine di garantire efficacia e raggiungimento degli obiettivi, spesso deviati da opportunismi locali. E’ fondamentale dare luogo ad una politica industriale nazionale che tenga conto della necessità di far ripartire il Mezzogiorno con il coinvolgimento effettivo di un sistema creditizio che è finora mancato ovvero con un intervento – in surroga – di nuovi strumenti creditizi attivati dall’intervento pubblico, soprattutto in chiave di produzione per l’esportazione delle imprese meridionali, notoriamente carenti sotto quest’aspetto”
Infine riassegnare alle Regione le quote di co-finanziamenti già assegnate e rimaste inutilizzate, mantenendo comunque gli stanziamenti già previsti così da determinare una disponibilità immediata delle risorse e non auspicando un’accettazione della riduzione delle quote di cofinanziamento nazionale, di conseguenza facendo risparmiare allo Stato i soldi in barba al Sud .
Fare in modo, quindi , che l’Agenzia di Coesione territoriale migliori la capacità di impiego dei fondi strutturali, sia per quanto riguarda la parte rimanente della programmazione 2007-2013 sia in relazione alla prossima programmazione, in modo da migliorare l’attività dell’Agenzia stessa al fine di superare ritardi o inefficienze ma senza centralizzare, in maniera estrema, al livello ministeriale .
Allo stesso tempo, per garantire sostegno alla domanda e proteggere dall’indigenza le famiglie, scongiurando il ricatto della miseria, occorrerebbe attivare uno strumento di contrasto alle povertà, al fine di contribuire con sussidi di disoccupazione all’impiego, di iniziative particolari, una sorta di “piano Marshall “ per il Sud .
Servirebbe a far sentire ancora cittadini italiani milioni di persone che non ci credono e, forse, neanche sperano più.