“Non procurate altri danni a chi vuole andare in pensione” Appello di Aldo Libri (Sul) al Governo circa l'accordo stretto con Cgil, Cisl e Uil
Gli organi di informazione danno per certo ed imminente un accordo tra il Governo e CGIL-CISL-UIL che introdurrebbe elementi di flessibilità nel pensionamento, modificando la famigerata Legge Fornero, È noto che la proposta del Governo prevede un prestito da rimborsare in 20 anni. Gli interessi sul prestito saranno rimborsati dallo Stato alle banche, dunque sono a carico di tutti noi, mentre i lavoratori richiedenti l’anticipazione della pensione dovrebbero sopportare il costo dell’assicurazione che si prevede elevato, dato i consistenti margini di rischio derivanti dall’età (almeno 63 anni) di coloro che potrebbero richiedere il pensionamento anticipato.
È incomprensibile la scelta di una strada così penalizzante, tortuosa e complicata. Da anni il Parlamento discute la modifica della legge Fornero. Le conclusioni a cui è giunta, l’anno scorso, la Commissione Lavoro della Camera, presieduta dall’on. Cesare Damiano, indicano la soluzione di una ragionevole penalizzazione (intorno al 3% per anno). In questa ipotesi, chi volesse anticipare il pensionamento saprebbe per certo cosa perderebbe e potrebbe scegliere in base alle proprie autonome ed indiscutibili scelte. Inoltre, da più parti, ed anche dal Presidente INPS Tito Boeri, viene la proposta di un tetto alle pensioni eccessivamente elevate, per rendere disponibili consistenti risorse utili a favorire le indispensabili manovre in tema pensionistico dopo i disastri combinati. Il sottosegretario Nannicini dichiara impunemente che non si possono conte-nere le pensioni ingiustificate e d’oro perché, a suo dire, “il calcolo sarebbe molto complicato”. Evidentemente egli ritiene che sia più “semplice” non adeguare le pensioni di poco più di 1.000 euro al mese, o bloccare i contratti pubblici, o vessare i lavoratori tentando di distruggere lo stato sociale e le tutele al lavoro, come “semplicemente” avvenuto.
Queste strategie si sono rivelate sbagliate e negative per l’intera economia. Il progressivo indeboli-mento della capacità reddituale del ceto medio e dei salari operai ha determinato un calo verticale della capa-cità di spesa complessiva, stroncando il mercato interno e la stessa forza economica delle aziende. Non si ri-flette sul fatto che un milione ed oltre di pensionati risiede stabilmente all’estero per potersi garantire una vita dignitosa, che in Italia non farebbero con questi livelli di pensione e di costo della vita. Solo da questo esodo di pensionati con modeste rendite all’Italia viene a mancare almeno lo 0,5% di PIL. Il perdurare della crisi economica si beffa dei provvedimenti propagandistici del Governo e getta lo sconforto nelle famiglie italiane. Non c’è uno straccio di politiche economiche e, tanto meno, di politiche sociali. E l’elenco delle inadempienze sarebbe ancora lunghissimo.
Vogliamo fare un appello: fermatevi finché siete in tempo, non procurate altri danni a chi vuole andare in pensione ed all’intera economia italiana. Un provvedimento sulle pensioni che favorisca la fuoriuscita è indispensabile, ma deve essere connotato da una visione solidaristica che provi a dare sollievo alle fasce con maggiori difficoltà e che stabilisca un limite all’importo delle pensioni da erogare. Certo non c’è necessità di un ulteriore regalo alle banche.
SUL REGGIO CALABRIA – Aldo Libri