Nostalghia canaglia Pecheux commenta le dichiarazioni di Celeste Ingrao riportate sulle pagine dell'Huffington post
La Signora Celeste Ingrao, figlia del quondam Pietro, recentemente scomparso, ha scritto sulla sua bacheca di Facebook una filippica in cui sottolinea come né suo padre né sua madre abbiano mai posseduto uno smoking o un abito da sera.
Precisato che sulla propria bacheca del social network ciascuno è libero di scrivere ciò che gli pare, a beneficio dei suoi amici, se uno fosse tale potrebbe rispondere alla romanesca: “e sti c…zzi!?”
Ma succede che post è stato ripreso e collocato in home page dall’Huffington post con un anonimo commento della redazione (mah!) all’insegna di un pauperismo becero e peloso in cui vengono intonate le lodi al rilevo della signora sottolineando la differenza tra una certa classe politica di un tempo rispetto a quella odierna.
Ora, al netto dell’improbabile abito sfoggiato dalla signora Santanchè che ha un concetto dell’eleganza che la dice lunga sul suo profilo culturale e intellettuale, è lecito domandare non tanto alla signora Celeste che, da buona comunista, magari rimpiange le prime del Teatro Bolscioi di Mosca in cui Breznev e Krusciov si presentavano con gli abiti stazzonati (foto) e senza la compagnia delle consorti, la domanda da porre all’anonimo redattore dell’Uff.è: cosa avrebbero dovuto indossare, alla prima del Teatro alla Scala, il Presidente del Consiglio e signora? Un eskimo con maglione multicolori a girocollo lui e un abitino acquistato al mercato delle pulci di Rignano sull’Arno lei?
Vien da domandarsi con quale criterio vengano assunti i redattori di un webdaily, espressione del turbocapitalismo made in Usa, peraltro in joint venture con il noto gruppo editoriale del celebre ingegnere-editore notoriamente radicalchic.
A meno che, ed è molto più che un sospetto, il commentino non sia riconducibile alla direttrice del megablog, nota postcomunista fieramente antirenziana a cui potrebbe essere parso non vero profittare dell’occasione per aggiungere un po’ di curaro anche a margine di un evento ripreso dal sistema mediatico globale che è, vedi caso, una delle vetrine delle eccellenze italiane tra cui spicca l’Alta moda, in cui, forse, è opportuno che un primo ministro e signora indossino smoking e abito da sera, magari firmati da stilisti italiani.
Anche perché appare dubbio che la signora Arianna Huffington troverebbe da ridire se Barak e Michelle Obama, dovendo intervenire, ad esempio alla prima del Metropolitan di New York si presentassero in smoking e abito da sera.
Emanuele Pecheux