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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 19 GENNAIO 2025

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Notte tranquilla in Emilia, una scossa di magnitudo 2.3

Notte tranquilla in Emilia, una scossa di magnitudo 2.3

| Il 11, Giu 2012

Arriva il caldo nelle tendopoli, ma le nuvole aiutano

Notte tranquilla in Emilia, una scossa di magnitudo 2.3

Arriva il caldo nelle tendopoli, ma le nuvole aiutano

 

 

(ANSA) E’ stata una notte tranquilla, sotto il profilo delle scosse, nelle zone dell’Emilia colpite dal sisma. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – secondo quanto riporta il suo sito web – ha registrato una sola scossa superiore a magnitudo 2, per l’esattezza 2.3, all’1.59, ad una profondità di 10,5 chilometri. L’epicentro è stato localizzato tra Finale Emilia (Modena) e Cento (Ferrara).

Ma a nuocere può essere anche il caldo umido che nella Pianura Padana da sempre, in estate, la fa da padrone. Clima torrido, allo stesso tempo implacabile, capace di togliere il sonno, quando si insinua nei materassi, peggio nei sacchi a pelo, nelle brande della protezione civile, nelle tende, se mancano i climatizzatori. E’ la nuova emergenza dell’estate 2012, la terribile estate per la Bassa modenese e ferrarese, messa al tappeto dal sisma e ora minacciata dal caldo.

Nella domenica tranquilla, “solo” un centinaio di scosse nelle ultime 36 ore, per altro lievi (ma una sola superiore a Magnitudo 3.0, quella delle 15.25 di ieri, sabato, del 3.4), arriva un’altra emergenza biblica: il calore. Ieri le temperature hanno abbondantemente superato i 30 gradi, oggi sono state attenuate dalla nuvolaglia che ha rallentato gli effetti del sole e portato qualche goccia di pioggia, che però hanno avuto l’effetto di aumentare l’effetto-tropici tra chi deve vivere il disagio di abitare in tende sovraffollate. Che hanno l’handicap di non avere, se non in qualche caso, allestito un servizio di condizionamento d’aria, anche perché c’é un problema a far arrivare alle tendopoli l’energia necessaria. E’ una nuova emergenza, tra le tante che si sono susseguite in questo lembo d’Italia: soprattutto per i bimbi, gli anziani. Mentre si cerca un ritorno alla normalità, mentre si cerca di alleviare l’effetto panico dell’annuncio del rischio di nuove forti scosse della Commissione Grandi Rischi, fatto proprio da Palazzo Chigi, si affronta l’arrivo dell’estate, che da queste parti sa essere sgradevole: figurarsi in un campeggio in campi sportivi della pianura, non in una pineta rivierasca.

La gente si deterge il sudore, e si appresta a svolgere le attività normali, secondo ritmi dettati non solo dalla logica, ma anche dalla Natura. Intanto viene deciso dal Ministero dell’istruzione che per gli studenti delle zone colpite dal sisma tra Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, che si accingono a sostenere gli esami di maturità o di terza media, saltano le prove scritte, si faranno solo quelle orali. Altre misure riguardano l’ammissione all’anno successivo anche se non si sono raggiunti i limiti minimi dei tre quarti delle ore di frequenza e altre decisione garantiste, nel disagio. Il Santo Padre Benedetto XVI esorta a pensare con “affetto” alle persone e alle comunità colpite dal terremoto, e ringrazia “i cristiani” per quello che stanno facendo a favore della popolazione. Il geologo Paride Antolini, del Consiglio nazionale della sua professione, lancia nel contempo un appello a “prepararsi al prossimo terremoto”.

Non una previsione, ma una perorazione a favore della messa in sicurezza di un territorio che è sismico da sempre. L’Unindustria dei territori colpiti dal sisma, in particolare quella ferrarese, lancia l’allarme: il pericolo che incombe, dopo la segnalazione del rischio di nuove scosse, non è quello di un esodo biblico delle imprese, piuttosto quello che molte cerchino zone più sicure, come avverte il direttore estense, Roberto Bonora, che parla di “pericolo reale” di delocalizzazione. In un’economia in ginocchio, le infrastrutture piegate, i capannoni caduti, le strade danneggiate, l’indotto in crisi, ci manca solo la depauperazione dei siti produttivi. In una regione in cui sono oltre 14.000 le persone sfollate (16.058 contando anche quelle di Lombardia e Veneto) in 44 campi di accoglienza, 65 strutture coperte, vagoni letto, ci mancherebbe solo la disoccupazione da sisma. In questa sofferenza collettiva, spicca la storia di una donna di 64 anni, sfollata dalla provincia modenese in un albergo di Cervia e morta non per una trave che le sia crollata addosso, ma per la legionellosi, che l’ha uccisa nella notte tra venerdì e sabato in ospedale a Ravenna. Per prevenzione, è scattata la profilassi in due strutture alberghiere ravennati del litorale che l’avevano ospitata. Non c’é certezza del luogo dove possa avere contratto l’infezione. Un altro patema.