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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 28 GENNAIO 2025

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Novità Tasi, in vigore il nuovo calendario

Novità Tasi, in vigore il nuovo calendario

| Il 13, Giu 2014

Ecco tutto quello che bisogna sapere sulla tassa sui così detti servizi indivisibili

Novità Tasi, in vigore il nuovo calendario

Ecco tutto quello che bisogna sapere sulla tassa sui così detti servizi indivisibili

 

 

È entrato in vigore dal 10 giugno, con la pubblicazione in
Gazzetta Ufficiale (Serie Generale, n. 132 del 10 giugno 2014), il nuovo calendario
di scadenze per la TASI, disposto dal “decreto ponte”* (*D.L. n. 88/2014) approvato
dal Governo nel Consiglio dei Ministri del 6 giugno scorso. Il decreto ha confermato
in via d’urgenza le scadenze stabilite dal maxiemendamento al decreto IRPEF (D.L.
n. 66/2014), che dopo il voto di fiducia del Senato è passato ora all’esame della
Camera per la conversione definitiva entro il 23 giugno.*

Orbene il calendario è a scadenza “multipla”, 16 giugno, 16 ottobre e 16 dicembre,
a seconda della data di pubblicazione delle aliquote.

Non essendoci una misura base di legge, non era chiaro come doveva essere pagato
l’acconto Tasi, se non altro perché questa imposta fa il suo debutto quest’anno
e i lati oscuri sono tanti.

E’ la tassa sui così detti servizi indivisibili (illuminazione pubblica, verde,
manutenzione stradale) che rimpiazza l’Imu sulla prima casa (la pagano poi anche
le seconde case insieme all’Imu). Da qui il caos a causa in un primo momento della
mancata proroga per la scadenza della 1° rata dell’acconto Tasi che era stata
fissata al 16 giugno, e che ora viene fortunatamente rinviata *al 16 ottobre* per
i comuni inadempienti.

Le commissioni Bilancio e Finanze del Senato, infatti, hanno dato il via libera al
testo del decreto legge Irpef, ed è stato quindi approvato, con un emendamento fra
le altre cose, il rinvio della Tasi.

I comuni ritardatari sulla Tasi, che non hanno rispettato i termini per la presentazione
delle delibere e che quindi vedranno slittare i termini del primo versamento al 16
ottobre, riceveranno un acconto corrispondente al 50% del gettito annuo stimato.

*Secondo i dati definitivi del Mef sono 2.163 le delibere pubblicate, un quadro che
lascia vacanti le decisioni in ben circa 5.894 Comuni.*

Il problema nasce dal termine ultimo (previsto in prima battuta) del 23 maggio per
l’invio delle delibere delle aliquote da parte dei Comuni al Mef laddove solo il
10% dei comuni è già pronto con l’aliquota.

Per cui, chi non ha deliberato l’aliquota potrà far slittare il pagamento dell’acconto
al 16 ottobre prossimo. Nelle scorse settimane, infatti, molte amministrazioni,
alle prese con le elezioni o con un “dimenticanza”, non hanno ufficializzato
le nuove aliquote della tassa sulla prima casa che andrà a sostituire l’Imu.

Nel complesso, il 70% dei Comuni, circa seimila in totale, hanno mancato l’appuntamento
con l’obbligo di delibera sulle nuove aliquote in riferimento alla parte della
Iuc, la nuova imposta unica sui Comuni, che vede al centro il possesso di un immobile
utilizzato come abitazione principale. L’Associazione nazionale tributi enti locali
(Anutel), che esamina le delibere per affiancare Comuni e contribuenti, parla di

<<una situazione di caos generale di cui rischiano di far le spese i contribuenti>>, mentre Confedilizia parla di <<un’imposizione politica sbagliata>> nella regola che indica lo standard del 10% nella quota a carico degli inquilini.

Orbene, nei comuni che hanno deliberato le aliquote entro il 23 maggio i contribuenti
verseranno la prima rata entro il *16 giugno 2014.* Per i “ritardatari” invece
il pagamento della prima rata viene appunto rimandato al *16 ottobre 2014* se i comuni
delibereranno *le aliquote entro il 10 settembre 2014 e saranno pubblicate sul sito
del Mef entro il 18 settembre 2014*. I Comuni che non riusciranno ad inviare le aliquote
neanche a settembre, potranno *saldare il conto il 16 dicembre 2014*, calcolando
la Tasi con “l’aliquota di base pari all’1 per mille e, comunque, entro il
limite massimo previsto”, ovvero che la somma delle aliquote della Tasi e dell’Imu
per ciascuna tipologia di immobile non sia superiore all’aliquota massima consentita
dalla legge statale per l’Imu al 31 dicembre 2013, fissata al 10,6 per mille. Sempre
in casi di ritardi alla data del 10 settembre viene stabilito anche che “la Tasi
è dovuta dall’occupante, nella misura del 10% dell’ammontare complessivo del
tributo, determinato con riferimento alle condizioni del titolare del diritto reale”.

Una delle novità con la Tasi sta, infatti, nel fatto che *chi è in affitto* è
chiamato alla cassa. Rispetto all’Imu poi che ognuna delle quote di proprietà
deve pagare singolarmente, la Tasi va pagata in un unico versamento di un unico soggetto.
La quota che tocca all’affittuario va dal 10% al massimo del 30%. E’ il Comune
a dire quanto competerà a chi è in affitto, ma attenzione se il sindaco non ha
fatto sapere la quota, allora verrà applicata quella più bassa del 10%. Se l’inquilino
non paga? La responsabilità è sua e distinta da quella del proprietario e, come
il proprietario non può pagare la tassa per intero e poi chiedere all’affittuario
di risarcirlo, allo stesso modo l’inquilino non deve anticipare il pagamento. *Nel
caso di più possessori* (o detentori) questi sono tenuti in solido all’adempimento
dell’unica obbligazione tributaria. Il versamento effettuato in base alle singole
quote di possesso (o di detenzione) è considerato regolare se la somma dei versamenti
è pari all’ammontare dell’imposta dovuta. La Tasi dovrà essere pagata tramite
modello F24 o apposito bollettino di conto corrente postale.

Nelle *cooperative edilizie a proprietà indivisa*, la Tasi è invece calcolata con
l’aliquota dell’abitazione principale, ed è pagata tutta dalla coop.

Per *gli agricoltori*, dai chiarimenti ministeriali che il dipartimento Finanze del
ministero dell’Economia ha diffuso in un documento del 4 giugno di risposte a «domande
frequenti» sull’Imu e sulla Tasi arrivano buone notizie. Si conferma nella Tasi
la «finzione giuridica» già prevista nell’Imu, in virtù della quale un terreno
edificabile posseduto da un coltivatore diretto o un imprenditore agricolo professionale
è comunque considerato terreno agricolo, quindi esente. Il decreto Irpef, poi, ha
previsto di riscrivere (ora si dice entro 90 giorni dall’entrata in vigore della
legge di conversione) l’elenco dei Comuni montani nei quali l’Imu non si paga sui
terreni, ma se (com’è probabile) il nuovo elenco non arriverà in tempo, per l’acconto
si applicheranno le vecchie esenzioni, più generose.

Per i *comodati gratuiti*, invece, si prospetta un vero rebus quando i Comuni decidono
di assimilare all’abitazione principale le rendite fino a 500 euro. Il tetto dei
500 euro va infatti applicato come «franchigia», e se la casa ha una rendita maggiore
il quadro sarà il seguente: l’Imu ordinaria si applicherà sulla quota di rendita
superiore ai 500 euro, e la Tasi si sdoppierà: sarà quella per abitazioni principali
(con eventuali detrazioni) sui primi 500 euro, e quella ordinaria sul resto della
base imponibile.

Se, l’immobile concesso in comodato gratuito a un parente in linea retta di primo
grado, assimilato all’abitazione principale, è di proprietà di più soggetti
la detrazione ai fini Tasi si applica in parti uguali tra i proprietari dell’immobile,
indipendentemente dalle rispettive quote di proprietà.

In caso di *separazione*, la Tasi è dovuta dal coniuge al quale il giudice ha assegnato
l’ex casa familiare perché è considerato, come per l’Imu, titolare di un diritto
di abitazione e, indipendentemente dalla quota di possesso dell’immobile, è il
solo che paga la Tasi con l’aliquota e la detrazione, eventualmente prevista per
l’abitazione principale.

Le regole generali di calcolo sono quelle dell’Imu: la Tasi si calcola a mesi (si
considera mese pieno quando si ha la proprietà per almeno 15 giorni), e i parallelismi
con l’Imu riguardano anche le agevolazioni per i fabbricati storici e quelli inagibili
o inabitabili.

Cos’è la Tasi

La Tasi è la tassa comunale sui servizi indivisibili come illuminazione pubblica
e manutenzione delle strade e insieme all’Imu e alla Tari, forma l’Imposta Unica
Comunale (Iuc) introdotta dalla legge di stabilità 2014 (Legge n. 147/2013).

Aliquote, scadenze e pagamenti

I Comuni hanno la facoltà di stabilire quale aliquota applicare: per la prima casa
questa potrà salire fino al 3,3 per mille mentre su tutti gli altri immobili il
tetto si alza all’11,4 per mille. Per ciascuna tipologia di immobile vi sarà una
flessibilità dello 0,8 per mille. Le amministrazioni comunali dovranno utilizzare
il gettito ricavato dagli eventuali aumenti, per introdurre detrazioni o altre forme
di agevolazioni fiscali.

La Delibera di approvazione delle aliquote della Tasi deve essere inviata telematicamente
entro il 23 maggio per la pubblicazione, con efficacia costitutiva entro il 31 maggio
2014.

Se entro il 31 maggio i comuni non indicano le nuove aliquote d’imposta, la Tasi
sugli immobili diversi dall’abitazione principale si dovrà pagare sotto forma
di acconto applicando l’aliquota base dell’uno per mille. Si paga invece interamente
a dicembre la Tasi sull’abitazione principale.

Il decreto, modificando l’art. 1 comma 688 della L. 147/2013, dispone il rinvio
al 16 ottobre 2014 dell’obbligo di versamento della prima rata TASI nei Comuni
che non abbiano adottato entro il 23 maggio 2014 (con successiva pubblicazione sul
sito del Dipartimento delle Finanze entro il 31 maggio) le delibere relative ad aliquote
e detrazioni per il 2014. Ciò a condizione – dispone il decreto – che le predette
deliberazioni siano pubblicate sul sito del Dipartimento entro il 18 settembre.

A tal fine, i Comuni sono tenuti ad effettuare l’invio delle deliberazioni, in
via telematica, entro il 10 settembre, mediante inserimento delle stesse nell’apposita
sezione del portale del federalismo fiscale.

In caso mancato invio delle delibere entro il predetto termine del 10 settembre,
si prevede per i contribuenti l’obbligo di versamento dell’imposta determinata
applicando l’aliquota base dell’1 per mille, con il versamento da effettuarsi
in unica soluzione entro il 16 dicembre 2014.

Resta invece confermata al 16 giugno 2014 la scadenza di versamento della prima rata
nei Comuni che abbiano provveduto all’approvazione e alla pubblicazione delle delibere
entro i termini di legge previsti dalla legge di stabilità.

ABITAZIONE PRINCIPALE

ALTRI IMMOBILI

TASI DELIBERA Sì

16 giugno e 16 dicembre

16 giugno (si paga il 50% dell’aliquota base dell’1 per mille) e 16 dicembre (il
saldo)

TASI DELIBERA NO

in unica rata, entro il 16 dicembre

16 ottobre (per i Comuni con delibera pubblicata entro il 18 settembre);

16 dicembre conguaglio (sulla base delle aliquote 2014 successivamente deliberate)
o versamento complessivo nel caso di mancata delibera alle scadenze precedenti (applicando
l’aliquota base dell’1 per mille).

Come si paga?

Con F24 oppure con il classico bollettino di conto corrente postale. Le modalità
di versamento della Tasi vengono rese omogenee pertanto a quelle dell’Imu, eliminando
la possibilità di usare servizi elettronici di incasso e di pagamento interbancari
e postali. E’ eliminata la possibilità di affidare la gestione dell’accertamento
e della riscossione della Tasi ai soggetti ai quali è attribuito il servizio per
l’Imu.

Chi la paga?

L’imposta è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo fabbricati
e aree edificabili. Fanno eccezione i terreni agricoli (nuovo art. 1, comma 669,
della legge 147 del 27.12.2013 legge di Stabilità 2014). Qualora vi siano più possessori
e detentori, tutti sono tenuti in solido all’adempimento dell’obbligazione tributaria.
In caso di detenzione temporanea di durata non superiore a sei mesi nell’anno solare,
la Tasi è dovuta soltanto dal possessore dei locali e delle aree a titolo di proprietà,
usufrutto, uso, abitazione e superficie. A differenza dell’Imu sarà corrisposta
oltre che dai proprietari dell’immobile anche dagli inquilini: le rispettive aliquote
saranno decise dai comuni. La percentuale spettante agli affittuari dovrebbe oscillare
tra il 10 e il 30%.

Come si calcola?

La Tasi ha la stessa base imponibile dell’imposta municipale. Quindi, per calcolarla,
si parte dalla rendita catastale, (il dato si trova sull’atto di proprietà dell’immobile
oppure consultando il servizio di visure catastali dell’Agenzia delle Entrate che
è diventato gratuito per gli immobili di cui il soggetto richiedente risulti titolare),
la si rivaluta del 5% e si moltiplica il risultato per il coefficiente che varia
in base al tipo di immobile (160 per le abitazioni). Su questo valore catastale si
applica l’aliquota comunale, con le eventuali detrazioni, sempre su base locale.

Coefficienti

La rendita rivalutata non è sufficiente per calcolare l’importo della Tasi (e
dell’IMU). Occorre anche conoscere un altro valore, quello del coefficiente che
dipende dalla categoria catastale. Per le case il coefficiente è 160. Per gli immobili
diversi dalle abitazioni, invece, i moltiplicatori da applicare sono: 80 per uffici
(A/10), banche (D/5); 55 per i negozi (categoria C/1); 65 per gli immobili strumentali
(categorie da D/1 a D/10). La rendita catastale rivalutata andrà moltiplicata per
lo specifico coefficiente del proprio immobile, per ottenere la base imponibile su
cui calcolare la Tasi.

Aliquote 

Se il Comune non ha deliberato sull’Aliquota entro il 23 Maggio 2014, il pagamento
della Tasi è posticipato a Ottobre. Se, invece, il Comune ha deliberato sull’aliquota
da applicare, per conoscere tale valore occorre consultare la specifica delibera
comunale, cercando le delibere sul sito del Dipartimento delle Finanze. L’aliquota
si applica alla base imponibile e permette di ottenere l’imposta annua a cui va
sottratta l’eventuale detrazione decisa dal Comune.

Detrazioni 

Come nel caso delle Aliquote è opportuno consultare la specifica delibera comunale
per sapere se sono state previste detrazioni per contribuenti con specifiche fasce
di reddito o con specifiche condizioni contributive (ad esempio: pensionati, redditi
bassi, famiglie numerose, ecc. ecc.). L’eventuale detrazione va sottratta all’importo
annuo dovuto per la Tasi.

Specifiche sulla ripartizione del tributo

L’importo da pagare per la Tasi, va rapportato alla quota di possesso dell’immobile
e ai mesi di possesso dell’immobile. Se, quindi, l’immobile è in comproprietà
al 50%, bisognerà dividere a metà l’imposta annua e dividere a metà anche la
detrazione decisa dal Comune. Per quanto riguarda il periodo di possesso si applicano
gli stessi criteri dell’Imu, ovvero, un periodo di almeno 15 giorni viene equiparato
a un mese intero.

Determinazione dell’importo

Una volta stabilita l’imposta annua, con l’applicazione delle detrazioni, la
quota e i mesi di possesso, bisognerà dividere la cifra ottenuta per due. Si arriverà
in questo modo all’importo da versare in acconto entro il 16 giugno.

*Avv. Maurizio Villani **Avv. Iolanda Pansardi*