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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 26 NOVEMBRE 2024

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“Numeri allarmanti per la Calabria dall’ultimo rapporto Svimez” E’ quanto afferma Francesco Berna, presidente regionale di Ance

“Numeri allarmanti per la Calabria dall’ultimo rapporto Svimez” E’ quanto afferma Francesco Berna, presidente regionale di Ance
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“Sono numeri allarmanti per la Calabria, quelli che emergono dall’ultimo rapporto Svimez. La nostra regione si conferma purtroppo il territorio che più di tutti risente degli effetti della congiuntura economica negativa, all’interno del più ampio quadro nazionale”. E’ quanto afferma Francesco Berna, presidente regionale di Ance, in relazione alle ultime rilevazioni effettuate dall’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno. L’analisi certifica il ruolo di fanalino di coda della Calabria quale regione più povera d’Italia, con un Pil pro capite che nel 2013 si è fermato a 15.989 euro, meno della metà delle regioni più ricche come Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Lombardia.
“A preoccupare – prosegue Berna – è lo stato di salute del settore industriale che negli ultimi cinque anni, fa registrare un forte calo degli investimenti. In tal senso il meno 53% e la drastica diminuzione degli addetti rappresentano due indicatori inequivocabili circa la gravità della situazione. Ancora più scoraggianti sono le notizie dal fronte occupazione, laddove si specifica che la percentuale dei senza lavoro sarebbe del 31,5% invece che il 19,7%. Lo scenario – prosegue Berna – sta assumendo contorni drammatici per i cittadini calabresi e per un tessuto produttivo che in queste condizioni non può più andare avanti. Le imprese del comparto edile, in particolare, stanno vivendo sulla loro pelle tutto il peso degli effetti di una stagnazione nel circuito degli investimenti che rischia di portare alla completa paralisi del settore costruzioni. In questo quadro – evidenzia il presidente di Ance Calabria – è necessario delineare da subito una strategia operativa che guardi alla nuova programmazione 2014-2020 dei fondi comunitari. La stagione precedente non ha prodotto gli effetti sperati e, adesso, non possiamo permetterci di perdere un altro, e forse l’ultimo, decisivo treno. Il futuro della Calabria dipende in larghissima parte dalla capacità di tradurre la programmazione in spesa effettiva, ed è ciò che ci attendiamo da chi andrà a guidare la Regione tra un mese, chiunque egli sia e a qualunque schieramento appartenga. La vera sfida è quella a una burocrazia che deve finalmente diventare efficiente, senza essere la palla al piede della politica e al tempo stesso la principale condanna per il mondo dell’impresa. Le risorse esistono e sono anche ingenti, basti pensare, innanzitutto, alla fondamentale partita dei finanziamenti destinati alla riqualificazione urbana. Oggi, con il mercato immobiliare ancora in crisi e con la sostanziale impossibilità di aumentare i volumi, l’unica strada rimasta per salvare l’edilizia è migliorare la qualità urbanistica del nostro territorio. Al contempo, occorre puntare sull’efficientamento energetico, sulla messa in sicurezza antisismica e del patrimonio esistente e, soprattutto, sulla realizzazione delle grandi opere infrastrutturali. E’ questa la strada da percorrere per far uscire il nostro settore da una crisi senza precedenti, consentendogli di tornare a svolgere quel ruolo chiave per la tenuta dell’occupazione calabrese. Per far ciò – conclude il presidente di Ance Calabria – occorre lo sforzo di tutti i soggetti coinvolti, professionisti, imprese e, non ultima, la classe dirigente a cui spetta il compito di mettere in campo un’azione virtuosa e lungimirante nella gestione dei fondi Ue a disposizione”.