di Mimmo Petullà
E’ stato da poco pubblicato – per Luigi Pellegrini Editore – il nuovo libro scritto dal teologo Vincenzo Leonardo Manuli, il cui titolo è “La follia del sorriso. Padre Pino Puglisi, il profeta della speranza”. A fare da sfondo, nell’agile e articolato itinerario di lettura, è l’esigenza di dare spazio e consistenza a un’idea antropologica di liberazione integrale, che l’autore ha inteso proporre – ancora una volta – quale privilegiata accezione messa in campo per riconoscere e valorizzare l’autentico orizzonte dell’area di ricerca teologica e pastorale. All’interno di questa prospettiva di senso è situata e approfondita la figura del sunnominato sacerdote, ucciso dalla mafia a Palermo il 15 settembre 1993, la cui testimonianza è tra l’altro recuperata e delineata in relazione agli strumenti ecclesiali e sociali utilizzati durante il suo denso e audace percorso d’impegno. Nel lavoro è possibile rilevare la prevalenza di un approccio afferente al modello narrativo, la cui coinvolgente connotazione fattuale si lascia cogliere nella ricostruzione di un insieme di azioni e di avvenimenti, organizzati e sviluppati in modo tale da conservare l’integrità e il rigore del criterio scientifico.
Finanche la condivisione cognitiva e spirituale che l’autore a ben vedere manifesta – e che a tratti sembra sostanziarsi in una feconda forma di esercizio dell’empatia – non condiziona gli svolgimenti della pratica di ricerca e di conoscenza, che continuano a dominare compiutamente nella molteplicità delle strutture caratterizzanti il corpo del testo. Il percorso biografico, sapientemente appreso e pienamente inserito nella personale storia del parroco della borgata di Brancaccio, traccia l’identità di un ministro di Cristo incessantemente sollecitato dall’impellenza del rinnovamento e della conversione. Si tratta di una tensione che cattura di continuo l’autore, consentendogli di trattenere l’attenzione anche sulla più ampia e complessa realtà ambientale, indagata nelle dinamiche di una fitta trama di relazioni, sofferenzialmente vissute da un’umanità stretta dalla diffusa ed endemica minaccia della violenza mafiosa. La personalità di Padre Puglisi, segnatamente tratteggiata in questo complesso quadro situazionale, è indicata al lettore secondo una tradizione ecclesiale che oltre ad alimentare la dimensione contemplativa – a onor del vero spesso rivelatrice delle più comode forme di fuga mundi – intende formulare considerazioni critiche intorno alle grandi questioni sociali che si agitano nelle circostanze storiche del territorio.
L’autore appunto per questo analizza – con un sistema di riferimenti culturali ed esperienziali che gli sono propri – l’impatto pedagogico della forza trasformatrice scaturita dalla corresponsabile progettualità parrocchiale che Padre Puglisi ha impiantato e realizzato, dando forma e concretezza a una formazione permanente delle coscienze contro le variegate categorie concettuali della povertà e le radicate forme del potere mafioso. Il libro, anche per la specificità di tale motivazione, si propone per ogni comunità ecclesiale come un’esortante e non più rinviabile sfida a resistere alla deleteria visione pessimistica, per misurarsi apertamente con il dinamismo salvifico di una rinnovata azione pastorale e sociale, dallo stesso autore individuata e riassunta – con il consueto stile della sua parresia – in “una prassi che parte dalla storia, dalla vita, dalle sofferenze degli uomini e delle donne”. Per tutto ciò appare ancora più urgente incoraggiare, nella Chiesa in uscita di Papa Francesco, la logica di un processo di scarcerazione evangelica dall’opprimente giogo delle strutture di potere e della criminalità organizzata. Alla speranza di un’ulteriore e creativa attivazione di tale umanizzante cammino di affrancamento – volto a ricordare in modo particolare agli ultimi di essere soggetti, e non oggetti – si apre il teologo Vincenzo Leonardo Manuli, capace di attraversare e di vivere una sana inquietudine, suscitando interrogativi e non esitando a porsi ed esporsi nelle pieghe degli eventi con spirito di servizio e coraggiosa determinazione. D’altra parte, dalle sue “righe si evince – come scrive nella prefazione Suor Carolina Iavazzo, prosecutrice dell’opera educativa di Padre Puglisi – una passione per il Regno di Dio in mezzo agli uomini”.